"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

sabato 10 gennaio 2015

21 marzo 2015: Manifestazione Nazionale dei Disoccupati e dei Precari





Di fronte ai numeri della crisi e alle statistiche sulla disoccupazione certificate dall'Istat mese per mese è venuto il momento di smetterla di raccontarci balle sul lavoro. Quanti sono in Italia i disoccupati, i precari, i dipendenti delle aziende in crisi, gli imprenditori e gli artigiani che hanno visto fallire la propria impresa, coloro (soprattutto le donne) che nemmeno cercano più un lavoro per quanto è diventato un miraggio inarrivabile, i lavoratori e i pensionati che vivono in condizione di povertà nonostante possano contare ancora su di un reddito mensile? Dieci, venti, trenta milioni di persone? E allora non c'è alcuna ricetta miracolosa fondata sulla flessibilità e sulla competitività e non c'è alcuna crescita possibile, ammesso che un giorno riappaia all'orizzonte, che possa restituire il lavoro, la dignità, un reddito dignitoso a tutti. Tanto più in un mondo dove le risorse naturali si stanno esaurendo e dove dobbiamo competere con economie dove non si ha alcun riguardo per l'ambiente, per la vita, per la sicurezza, la salute e i diritti delle persone.


Quanto dovremmo produrre, vendere, consumare per ridare un lavoro a dieci o venti milioni di persone?

Dire che il lavoro verrà con la crescita è come dire ad una persona che si presenta ad un pronto soccorso con un infarto o un ictus di ripresentarsi quando sarà pronto il reparto e quando si saranno organizzati per fornire le cure.

In questa Italia servono certamente politiche economiche e industriali che valorizzino le potenzialità e le attitudini nazionali nel manifatturiero, nel turismo, nell'agro-alimentare, nella fruizione dello straordinario patrimonio artistico, archeologico e paesaggistico che possediamo; servono certamente investimenti pubblici nelle infrastrutture e nella ricerca, nella formazione, nella scuola e nell'università; serve certamente una lotta senza quartiere ai criminali e ai parassiti che hanno ridotto sul lastrico il nostro Paese: le mafie, gli evasori fiscali, i corrotti e i corruttori, gli inquinatori di interi territori, coloro che hanno esportato capitali e aziende all'estero, i politici che si sono appropriati delle risorse pubbliche.

Ma serve anche e soprattutto progettare un sistema economico diverso, fondato non sulla competizione ma sulla condivisione e sull'equa distribuzione dell'enorme ricchezza che siamo in grado di produrre e che sarebbe sufficiente per assicurare a tutti una vita degna di essere vissuta. Un sistema economico che non escluda nessuno e sappia trarre da ciascuno il contributo che può fornire al bene comune: bisogna dunque ragionare in termini di riduzione dell'orario di lavoro e dei requisiti necessari per ottenere la pensione per redistribuire a tutti l'occupazione necessaria e disponibile. E serve dunque prioritariamente restituire alla collettività, attraverso le istituzioni democratiche che la rappresentano, la possibilità di riappropriarsi della sovranità politica, oggi ostaggio di ristrette oligarchie, e di non dipendere per il finanziamento della spesa pubblica dal ricatto dei mercati.

Ciò che ora è indispensabile è un piano straordinario di lavori socialmente utili in grado di impiegare da subito alcuni milioni di persone per mettere in sicurezza dalle catastrofi il territorio, per interventi di risanamento ambientale, per ristrutturare edifici pubblici ai fini della sicurezza e del risparmio energetico, per la manutenzione delle città, per la conservazione e la fruizione dello straordinario patrimonio artistico ed archeologico italiano, per rendere i servizi sociali pubblici – asili, scuola, sanità, assistenza – degni di un Paese civile. Un piano straordinario per l'occupazione in grado poi di innescare – distribuendo reddito, migliorando le condizioni di vita dei cittadini, risanando le tante situazioni di aggressione all'ambiente ed ai territori - una ripresa generale del Paese.


Per questo sosteniamo l'idea di una grande Manifestazione per il lavoro che veda anzitutto protagonisti disoccupati e precari, da svolgersi in tutta Italia il prossimo 21 marzo.

1 commento:

  1. se questa di Renzi è la sinistra che doveva proteggere i lavoratori e invece PRECARIZZA e SCHIAVIZZA i lavoratori,
    allora era meglio seguire le proposte dell'economista iperliberista Filippo Matteucci , quello che vuole fare dell'Italia il paradiso fiscale del mondo,
    almeno erano a favore di tutte le categorie del popolo e contro i poteri forti...
    le ho lette qui
    http://TeaPartyFederazioneLiberista.ilcannocchiale.it/2015/02/02/la_cura_privatista_proposta_da.html

    RispondiElimina