di Giandiego Marigo
Non amo la retorica della Nazione e della Patria, non voglio aderire, solo perchè si deve, alla ridda di riferiferimenti risorgimentali tanto in voga in ogni salotto buono e da parte di ogni politico o di ogni istituzione che si rispetti.
Non amo la retorica della Nazione e della Patria, non voglio aderire, solo perchè si deve, alla ridda di riferiferimenti risorgimentali tanto in voga in ogni salotto buono e da parte di ogni politico o di ogni istituzione che si rispetti.
Non andrò a cercare una coccarda tricolore da esibire.
Non credo che la contraddizione interna al palazzo del Potere sia davvero insanabile, non per i politici, che la sfruttano solo strumentalmente, visto che la fanno risaltare nel medesimo modo in cui la ignorano quando loro convenga.
Però va pur detto che questa nuova moda dei Leghisti di alzarsi all'Inno di Mameli e di uscire dalle stanze istituzionali in cui viene suonato è molto fastidiosa.
E' format, questo della Lega, greve e pesante.
Un poco volgare, come pare piacere così tanto ai suoi dirigenti che non si fanno mancare, appena possono né l'insulto ed ancor meno il disprezzo e l'offesa.
Offende e mette su piano derisorio le convinzioni fondamentali di grande parte del paese. La maggioranza...nettamente.
Non mi piace il riferimento storico confuso e raffazzonato, non aprezzo l'elogio all'ignoranza ed alla grevità che essi sembrano voler caccompagnare all'idea di popolare
Non amo la bestemmia, pur avendo riferimenti religiosi e spirituali molto personali ed originali. Non mi piace l'insulto gratutito...mi ha sempre infastidito oltremodo anche la tendenza ad abusarne on line.
Disprezzo, in buona sostanza, con tutta l'anima la grevità inutile.
Come definire quindi il gesto di assentarsi dall'aula al suono dell'Inno Nazionale, ed il ripetere parossissistico di questo gesto, in prossimità inoltre di una festa rituale...che ne esalta il senso storico?
Come qualificare i consigli igenici di Bossi Senior rispetto all'uso del Tricolore?
Che dire dell'andarsene al Bar di Bossi Junior al Consiglio Regionale Lombardo, proprio mentre si suona appunto l'inno. Gesto di disprezzo ulteriore rispetto all'uscita dall'aula, già grave.
Come qualificare il rifiuto di figure istituzionali di indossare i colori nazionali privilegiando il verde?
Può bastare per dargli dignità un riferimento storico confuso ed abbastanza arbitrario a quel Carlo Cattaneo, che si nomina in continuazione e di cui si abusa profittando forse del fatto che sia pochissimo conosciuto dalla stragrande maggioranza che lo menziona?
L'inno di Mameli ha attinenza con la repubblica Romana di Mazziniana memoria, che Cattaneo condivideva ed apprezzava...lui non avrebbe avuto alcun problema a cantarlo a voce spiegata.
Sono convinto che moltissima storia del nostro Risorgimento, vada rivisitata e raccontata per esempio dal punto di vista del popolo e non di una elite intellettuale e borghese.
Sono convinto che una volta privata della montagna di retorica Patriottarda e di piemontesità (ed anche qui il riferimento leghista al Borbone ed al Sud è privo di ogni attinenza storica), molta della nostra storia ci apparirà forse diversa da quel che pensiamo e gli interessi in gioco, che hanno dilaniato e caratterizzato il nostro risorgimento, ci saranno più chiari.
Fra questo ed il disprezzo inutile di un valore che era comune e nasceva dal bisogno generalizzato dei patrioti di unificare il paese c'è un abisso colmo unicamente dell'ignoranza di chi gioca con questi riferimenti perchè non li conosce...o peggio, perchè suppone che non li conosca chi lo ascolta.
Inventando separazioni geografiche e muri, supponendo fili spinati e divisioni etniche inesistenti o geografie tradizionali di pura fantasia.
Fra una rivisitazione storica ed un ordinamento federale, quello che Carlo Cattaneo auspicava e che resta molto più realizzabile su scala europea che su scala Nazionale ed italica in particolare ed il Federalismo accattone e separazionista, l'indipendentissmo dell'ignoranza...bhè c'è davvero grandissima differenza e passa soprattuto per il rispetto delle convenzioni democratiche e dell'altro cha abbiamo davanti, delle sue opinioni e delle sue convinzioni.
Cattaneo era liberale, fra l'altro, profondamente laico, sebbene di scuola religiosa (in gioventù)...mai anti Romano, anti Italiano...tendenzialmete repubblicano e sicuramente anti-Savoia.
Nulla a che vedere con le posizioni confuse e filo detrorse della Lega di oggi. Certo molto si deve rivedere, ma altro è disprezzare
Non credo che la contraddizione interna al palazzo del Potere sia davvero insanabile, non per i politici, che la sfruttano solo strumentalmente, visto che la fanno risaltare nel medesimo modo in cui la ignorano quando loro convenga.
Però va pur detto che questa nuova moda dei Leghisti di alzarsi all'Inno di Mameli e di uscire dalle stanze istituzionali in cui viene suonato è molto fastidiosa.
E' format, questo della Lega, greve e pesante.
Un poco volgare, come pare piacere così tanto ai suoi dirigenti che non si fanno mancare, appena possono né l'insulto ed ancor meno il disprezzo e l'offesa.
Offende e mette su piano derisorio le convinzioni fondamentali di grande parte del paese. La maggioranza...nettamente.
Non mi piace il riferimento storico confuso e raffazzonato, non aprezzo l'elogio all'ignoranza ed alla grevità che essi sembrano voler caccompagnare all'idea di popolare
Non amo la bestemmia, pur avendo riferimenti religiosi e spirituali molto personali ed originali. Non mi piace l'insulto gratutito...mi ha sempre infastidito oltremodo anche la tendenza ad abusarne on line.
Disprezzo, in buona sostanza, con tutta l'anima la grevità inutile.
Come definire quindi il gesto di assentarsi dall'aula al suono dell'Inno Nazionale, ed il ripetere parossissistico di questo gesto, in prossimità inoltre di una festa rituale...che ne esalta il senso storico?
Come qualificare i consigli igenici di Bossi Senior rispetto all'uso del Tricolore?
Che dire dell'andarsene al Bar di Bossi Junior al Consiglio Regionale Lombardo, proprio mentre si suona appunto l'inno. Gesto di disprezzo ulteriore rispetto all'uscita dall'aula, già grave.
Come qualificare il rifiuto di figure istituzionali di indossare i colori nazionali privilegiando il verde?
Può bastare per dargli dignità un riferimento storico confuso ed abbastanza arbitrario a quel Carlo Cattaneo, che si nomina in continuazione e di cui si abusa profittando forse del fatto che sia pochissimo conosciuto dalla stragrande maggioranza che lo menziona?
L'inno di Mameli ha attinenza con la repubblica Romana di Mazziniana memoria, che Cattaneo condivideva ed apprezzava...lui non avrebbe avuto alcun problema a cantarlo a voce spiegata.
Sono convinto che moltissima storia del nostro Risorgimento, vada rivisitata e raccontata per esempio dal punto di vista del popolo e non di una elite intellettuale e borghese.
Sono convinto che una volta privata della montagna di retorica Patriottarda e di piemontesità (ed anche qui il riferimento leghista al Borbone ed al Sud è privo di ogni attinenza storica), molta della nostra storia ci apparirà forse diversa da quel che pensiamo e gli interessi in gioco, che hanno dilaniato e caratterizzato il nostro risorgimento, ci saranno più chiari.
Fra questo ed il disprezzo inutile di un valore che era comune e nasceva dal bisogno generalizzato dei patrioti di unificare il paese c'è un abisso colmo unicamente dell'ignoranza di chi gioca con questi riferimenti perchè non li conosce...o peggio, perchè suppone che non li conosca chi lo ascolta.
Inventando separazioni geografiche e muri, supponendo fili spinati e divisioni etniche inesistenti o geografie tradizionali di pura fantasia.
Fra una rivisitazione storica ed un ordinamento federale, quello che Carlo Cattaneo auspicava e che resta molto più realizzabile su scala europea che su scala Nazionale ed italica in particolare ed il Federalismo accattone e separazionista, l'indipendentissmo dell'ignoranza...bhè c'è davvero grandissima differenza e passa soprattuto per il rispetto delle convenzioni democratiche e dell'altro cha abbiamo davanti, delle sue opinioni e delle sue convinzioni.
Cattaneo era liberale, fra l'altro, profondamente laico, sebbene di scuola religiosa (in gioventù)...mai anti Romano, anti Italiano...tendenzialmete repubblicano e sicuramente anti-Savoia.
Nulla a che vedere con le posizioni confuse e filo detrorse della Lega di oggi. Certo molto si deve rivedere, ma altro è disprezzare
Bel post Giandiego, bella lezione di stile e di storia. Sto preparando stasera un post dove inserirò un link al tuo.
RispondiEliminasaluti
Il mio pensiero è che l'anniversario dei 150 anni di unità italiana, più che amor patrio sia reazione proprio al disprezzo leghista.
RispondiEliminaCiao,
Lara
@ Francesco, grazie, ti ho ringraziato anche sul tuo blog...restiamo in onda serve che alla cultura dominante si risponda in tanti
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina@ Lara, sono d'accordo e questo vale soprattutto a sinistra dove l'ignoranza sui riferimenti è , purtroppo e tutto sommato, condivisa
RispondiEliminaScrivo il giorno dopo la festa dei 150 anni di unità italiana: è bello constatare la partecipazione spontanea della gente, lo si poteva vedere dai visi, dalle loro espressioni ... la contentezza la si percepisce quando è sincera.
RispondiEliminaChe dire del discorso del Presidente della Repubblica Napolitano:è stato trascinante proprio perchè non retorico, inoltre non sono mancati i riferimenti all'attualità ... il continuo richiamo alla ricchezza culturale, radice comune della nostra gente; all'esempio di grandezza mai avvelenata dalla superbia o dal protagonismo, esempi come Garibaldi, Mazzini, Cavour, Cattaneo ...
ma c'è una cosa che mi piace dell'Italia di oggi... la maggior parte della gente è per l'Unità, ma lascia lo spazio a chi ha un altro sentire ... non si pretende l'appiattimento obbligato, non si costringe nessuno ... è questa la bellezza della festa di ieri ... ed è vero che l'atteggiamento dei leghisti è indisponente, ma ha fatto da reagente, il loro attaccamento al Nabucco va pensiero ... ha fatto rivalutare per reazione Fratelli d'Italia (Benigni docet)... sono liberissimi di fare quello che sentono, compreso le minoranze tedesche, francesi e slave ... se la maggior parte degli italiani, pur non essendo d'accordo lo permettono, vuol dire che siamo veramente una democrazia matura ... Questa Italia, mi piace davvero