di
Circolo Libertario Polverari dal sito del Movimento Radicalsocialista
Con i problemi giganteschi che attanagliano la maggior parte degli
italiani, invece di stupirsi dei voti che prenderà il Movimento 5 Stelle
ci si dovrebbe stupire dei voti che prenderanno ancora una volta i
partiti dello status quo, quelli del gioco delle tre carte eternamente
rimescolate, per cui deve cambiare il clan al comando ma non la politica
economica e sociale, i suonatori ma non la musica, che è sempre più o
meno la stessa da quasi vent’anni. Lorsignori,
quelli che hanno affossato il Paese e quelli che hanno dato una mano ad
affossarlo o comunque non hanno mosso un dito per cambiare rotta,
adesso invocano ed anzi reclamano un voto per “garantire la
governabilità”. E chi si permette di alzare un dito per chiedere un
cambiamento vero e radicale viene zittito al grido di “comunista”,
“giustizialista”, “estremista”, “sfascista” (con o senza la s iniziale), “populista”, “qualunquista” e così via. Eppure nelle condizioni in cui è ridotto questo Paese, ciò che serve è proprio un cambiamento radicale!
Non dobbiamo certo dirlo ai radicalsocialisti che ospitano questo
“appello” sul loro sito, perché MRS parla coraggiosamente da anni di alternativa,
di socialismo (quello vero), di un nuovo modello di sviluppo, di
decrescita felice, di “libertà eguale”, di giustizia sociale, di
trasformazione radicale del sistema economico oltre a quello politico.
Lo diciamo invece a quelli che ad ogni elezione sentono il vecchio
richiamo della foresta della casta di potere comunque colorata, che
chiede un voto “utile” solo alla sua perpetuazione senza cambiare nulla
in modo sostanziale (nemmeno la più infame delle leggi elettorali!).
Sepolcri imbiancati che hanno la faccia tosta di presentarsi come “il
nuovo” e trovano sempre chi è disposto a dar loro credito per l’ennesima
volta, piazzisti del voto di scambio più spudorato, teorici della
“crescita” a qualunque costo, presunti risanatori delle finanze
pubbliche che hanno ipotecato il futuro delle giovani generazioni
soffocando ogni speranza di stato sociale e di rilancio degli
investimenti pubblici con la mannaia pluriennale del fiscal compact,
“riformisti” che hanno votato TUTTE le leggi della macelleria sociale e
adesso chiedono il voto per “cambiare” e far risorgere un’economia
reale che hanno appena contribuito a strangolare.
Fermiamoci un attimo a riflettere.
Domenica e lunedì si vota ed è un’arma importante che noi popolo
abbiamo in mano. Non ricadiamo nella solita trappola, facciamoci legare
all’albero della nave come Ulisse per non cedere al canto delle sirene
elettorali che rappresentano il Potere ed i suoi giochi, che sono
soltanto specchi per le allodole! Vi chiediamo di avere coraggio e di
tentare di cambiare da cima a fondo il Paese. Ribaltiamo tutto
come ha esortato a fare il grande Dario Fo, a prescindere dal palco su
cui ha pronunciato la frase! Ognuno scelga le migliori strade ed opzioni
per arrivare a cambiare sul serio, ma questo dev’essere l’obiettivo, non la governabilità fine a se stessa dei moderati e il loro indegno “voto utile”. Utile soltanto ai potenti, perché non disturba i manovratori.
Girotondi, indignati, “popolo viola”, “cambiare si può”, “se non ora
quando”, agende rosse, arancioni, albe e aurore varie… quante ne abbiamo
provate in questi anni? Come può tutto questo “slancio vitale”
spegnersi in un voto a chi ha sostenuto il montismo e vuole continuarlo
abbinandolo alla fallimentare ricetta della crescita targata PIL? Se
invece si punta con decisione su un modello alternativo si possono
coniugare ecologia ed economia, salute e lavoro, pulizia dell’ambiente e
pulizia della politica, bene comune e benessere individuale, diritti
sociali e diritti civili, democrazia ed efficienza, valorizzazione del
merito ed eguaglianza delle opportunità.
Bisogna avere il coraggio di immaginare un domani sostenibile. Quelle
che oggi vengono tacciate come irrealistiche utopie disegnano invece il
trend più ragionevole per il futuro (dell’Italia e dell’intero pianeta),
mentre l’appiattimento sulle politiche attuali determina condizioni
inaccettabili dal punto di vista sia ecologico che economico. E’
impressionante la miopia della nostra classe dirigente sia di
centrodestra che di centrosinistra, figlia dello stesso pensiero unico
neoliberista proprio mentre il capitalismo mostra la corda dopo il
crollo epocale del 2008. La credibilità della casta politica e delle
cricche economiche ad essa legata è ridotta ai minimi termini, ma ora
cerca di riciclarsi e rilanciarsi
attraverso il “bagno rigeneratore” delle elezioni. A meno che non si
abbia il coraggio tutti insieme di rompere l’incantesimo e di gridare
“il re è nudo”, premiando chi lotta e s’impegna per una svolta radicale. Pensiamoci, prima di perdere anche questo (ultimo?) treno!
Circolo Libertario Polverari
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