Siamo tutti consapevoli della
drammatica crisi economica e sociale che stiamo vivendo in Italia ed
in Europa e che vede nel massacro sociale a cui è stato sottoposto
il popolo greco la sua punta più indegna e più vergognosa.
L'aspetto paradossale è che la crisi
nasce dal liberismo, dalla deregulation dei mercati finanziari
internazionali che nel momento dell'esplosione della bolla
speculativa ha trascinato nel baratro prima colossi bancari mondiali
e poi le finanze degli stessi Stati nazionali, ma è con massicce
dosi di liberismo che si pretende di curarla.
In Italia si è passati dal campione
del capitalismo liberista-nazionale Berlusconi a quello del
capitalismo liberista-finanziario Mario Monti per arrivare, dopo la
scialba esperienza attendista di Enrico Letta, al liberismo-populista
di Matteo Renzi, autentica macchina da guerra del marketing politico.
La dimostrazione che oggi in Italia il sistema capitalista ha bisogno di
ritrovare nel voto la legittimazione del proprio dominio e dei
massacri sociali che sta operando e che intende operare.
Opporsi alle politiche dell'Unione
Europea da sinistra e non da destra. E' indispensabile opporsi
alle politiche dell'Unione Europea di cui il PD è in Italia il
fedele esecutore ma stando bene attenti a non confondersi con le
destre populiste che attaccano euro ed Istituzioni comunitarie
cavalcando egoismi nazionali, razzismo e xenofobia, predisponendosi
ad attentare ai diritti civili e del lavoro, riproponendo, con le
armi della svalutazione competitiva e del protezionismo, la stessa pretesa 'terra promessa' capitalista dei liberisti fondata su impresa
privata, mercato, crescita e consumi infiniti, competizione,
abolizione delle regole. L'Altra Europa con Tsipras, nella sua
visione alternativa, prospetta invece intervento pubblico
nell'economia, beni comuni, riconversione ecologica delle attività
produttive e salvaguardia del territorio, giustizia sociale ed
eguaglianza, solidarietà tra i popoli, internazionalismo, difesa dei
diritti civili e del lavoro. Se non è pensabile che la candidatura
Tsipras possa risultare vincente per la carica di Presidente della
Commissione europea è però indiscutibile che tanto più ampio sarà
il consenso che riuscirà a conquistare alle elezioni tanto più sarà
in grado di influenzare da sinistra le politiche della maggioranza
PSE-PPE impedendo che queste si ritrovino le destre estreme come
unici interlocutori ed oppositori risultandone inesorabilmente
condizionati.
Contrastare le politiche di Renzi
costruendo in Italia uno spazio politico alternativo di Sinistra.
Chi vuole esprimere un messaggio politicamente corretto, anche tra i
sostenitori della Lista Tsipras, ci dice che il voto del prossimo 25
maggio è un voto per l'Europa e non l'Italia, perché è ormai nelle
istituzioni europee che si prendono le decisioni fondamentali per i
cittadini del vecchio continente. In realtà di fronte a Matteo Renzi
che cerca con il voto per le europee di ottenere la legittimazione
popolare per il proprio mandato 'costituente' la preferenza che si
esprime per la Lista Tsipras ha anzitutto il valore di dire no al
progetto politico del parolaio fiorentino: no alla svolta autoritaria
dell'Italicum e della controriforma costituzionale, no al jobs act,
no allo smantellamento del welfare e del pubblico. Un significativo
successo della Lista Tsipras (pur con tutti i limiti e i difetti che
la contraddistinguono e che sarebbe ingenuo ignorare) può consentire
l'inizio di una nuova stagione politica in Italia, aprire la
prospettiva della costruzione di un'alternativa di Sinistra, sventare
il tentativo di Renzi di cancellare nel nostro Paese tutto ciò che
resta della democrazia (almeno di quella 'nominale'). Da questo punto di vista non è vero
che il voto è inutile e che l'astensione è la più efficace forma
di opposizione. La propaganda con cui il mainstream informativo si
appresta ad inondarci si fonda sulle percentuali di voto conseguite e
riduce e minimizza l'astensione a mero dato sociologico. Per questo,
per impedire a Renzi ed al PD di apparire come l'unico vincitore
(anche se solo per la rinuncia ad esprimere la propria preferenza da
parte di chi lo contrasta) è utile ogni voto dato alla lista
Tsipras.
Sostenere Tsipras e Syriza per la
Grecia e per l'Europa. L'Unione Europea non ha imposto le proprie
politiche liberiste con la forza delle armi ma per la volontà delle
classi dirigenti delle nazioni che la compongono. Come scrive
Brancaccio in troppi sono condizionati dall'illusione
del vincolo esterno dell'Europa: il “ce lo chiede l'Europa”
nella visione del capitalismo liberista come presupposto della
modernizzazione ed il “via dall'Europa” quale condizione
indispensabile degli antieuropeisti per riconquistare democrazia e
giustizia sociale. Secondo costoro nulla si può fare senza questa Europa o con questa Europa. Per rovesciare le politiche dell'Unione Europea che non ha un'identità in sé se non come somma algebrica delle politiche degli Stati che la compongono è indispensabile che cambino gli equilibri politici a livello nazionale: la
Sinistra - quella vera e non quella falsa e truffaldina di Renzi, di
Hollande, di Zapatero o della SPD tedesca - deve diventare
maggioranza in Italia, in Francia, in Spagna, in Germania. La
candidatura di Alexis Tsipras, il leader di Syriza il partito della
sinistra radicale greca, alla Commissione Europea può aiutarlo a
vincere le elezioni politiche nazionali in quanto un consistente
consenso raggiunto a livello europeo non può che accrescerne
credibilità e prestigio nel suo Paese. Se la Grecia è stata la
cavia su cui sono state applicate e sperimentate le politiche della
macelleria sociale liberista, la Grecia può diventare l'esempio di
come si esce dalla crisi da sinistra e di come ci si oppone da
sinistra ai diktat europei. Un modello concreto da imitare per gli
altri Paesi in crisi che può scatenare un effetto domino tale da
cambiare radicalmente le politiche europee.
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