Il comunicato di otto organizzazioni italiane impegnate in Palestina: “Quanti bambini, donne e anziani devono ancora morire per poter usare la parola MASSACRO?”
Quanti bambini, donne e anziani devono ancora morire per poter usare la parola MASSACRO?
Per quanto ancora i nostri governi continueranno ad usare definizioni fredde come “uso sproporzionato della forza”,“diritto di difesa”, “vittime collaterali”, “scudi umani” perché non riescono a condannare uno Stato che occupa rinchiude e uccide un intero popolo?
Fino a quando i nostri governi, paladini a parole dei diritti umani, continueranno a difendere uno Stato che bombarda bambini mentre giocano a calcio su una spiaggia, che colpisce scuole, ospedali e ambulanze o che rade al suolo interi quartieri?
A Shajaiyyeh è stata una strage e così dovrà passare alla storia. Oltre 90 i corpi senza vita già ritrovati dopo i bombardamenti della notte del 19 luglio, chissà quanti “riposano” ancora sotto le macerie delle proprie case. A tanti sono tornate in mente le immagini crude e dilanianti di Sabra e Chatila. 32 anni dopo la storia si ripete. Il carnefice è sempre lo stesso come anche le vittime. Oggi come allora sono uomini donne bambini che non hanno lasciato la propria casa, non per eroismo, ma perché non hanno alcun posto dove fuggire e perché quella casa è tutto ciò che hanno.
Altri invece sono scappati. Orde di persone hanno deciso di mettersi in cammino, molti sventolando bandiere bianche, verso una meta non ben definita. Orde di persone che a piedi, con pochi beni, raggiungono le scuole dell’UNRWA, la casa di un parente, sperando che questo possa salvare le loro vite.
Quando più di 200 mila persone sono costrette a lasciare le proprie case e i propri quartieri senza avere un posto dove andare e senza potersi mettere in salvo; quando gli ospedali sono al collasso e il personale medico è considerato un target, siamo di fronte ad un chiaro CRIMINE DI GUERRA. La rabbia delle persone rivolta contro giornalisti e operatori umanitari, all’indomani del massacro di Shajaiyyeh, in realtà ci ricorda che siamo tutti responsabili.
Responsabili perché silenti quando Israele impedisce alle ambulanze di soccorrere i feriti
Responsabili perché silenti quando Israele distrugge e bombarda le case dei civili
Responsabili perché i nostri governi sono sordi rispetto a ciò che accade a Gaza da ormai troppo tempo.
Responsabili perché i nostri governi si astengono davanti a chi vuole provare a indagare Israele per crimini contro l’umanità.