Renzi che cerca di lavarsi la coscienza da Facebook |
“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Nell'ultima performance mediatica
(leggi pagliacciata) di Renzi – l'adesione alla campagna a favore
della lotta alla SLA (Ice Bucket Challenge) facendosi riprendere come
altri VIP mentre si sottopone ad una secchiata d'acqua gelata – ci
sono tanti o forse tutti gli elementi che compongono il mosaico di
questa disgraziata epoca italiana presente, disgraziata dal punto di
vista politico e del tradimento dei valori sociali e collettivi.
C'è anzitutto il personaggio Renzi,
autentico spot elettorale ambulante, con tutto il suo egocentrismo e
narcisismo: un nuovo Berlusconi (se fosse vivo Montanelli anche per
Renzi direbbe che vuole essere sempre al centro dell'attenzione,
partecipando ad un funerale fare il morto, ad un matrimonio lo sposo)
da cui si distingue solo per il diverso target politico-elettorale.
Berlusconi si rivolgeva prevalentemente ad un elettorato/pubblico
tradizionalista e attempato, Renzi a quello giovanilista, rampante e
intriso di stereotipi ideologici falsamente moderni e solidali.
Ma soprattutto si disvela in modo
sguaiato ed esplicito il ruolo e la funzione che si svolgono oggi i politici, la Politica e le Istituzioni pubbliche nel loro complesso.
Interessanti
e sensati i commenti e le interviste del Fatto Quotidiano riportate a
questo link su Dagospia. Le associazioni dei malati di SLA non hanno
mancato di ricordare la drammatica insufficienza di fondi pubblici
per l'assistenza. Indigna un presenzialismo spacciato per impegno
sociale e generosità quando, in assenza di un doveroso e sobrio
silenzio, ha il solo scopo dell'autopromozione personale di chi lo
pratica. Ma ridurre il tutto all'efficacia o meno in termini di
raccolta fondi (assai deludente per l'Italia) di questa campagna
mediatica e all'ipocrisia dei suoi attori sarebbe sbagliato e
fuorviante.
Il punto è che i politici sono ridotti
ormai a semplici testimonial di idee ed auspici conformi al senso
comune maggioritario, la Politica è concepita come vetrina in cui si
evidenziano e denunciano i problemi – la disoccupazione, la
povertà, la malattia ed i bisogni di cura e assistenza che ne
conseguono – come se non li conoscessimo tutti perfettamente e
rinnega, a proposito del ruolo dello Stato, quanto sancito
dall'articolo 3 della Costituzione:
“È
compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del Paese.”
Ciò
che resta alla politica è unicamente adeguare leggi e Costituzione
al sistema dominante. La soluzione dei problemi economici e sociali
non è più compito delle Istituzioni Pubbliche in quanto espressione
democratica della sovranità popolare ma è subordinata alla carità,
all'iniziativa e alle sovvenzioni private, al volontariato che non
sono più qualcosa che si aggiunge a ciò che è garantito per legge
a tutti i cittadini ma l'unica forma di assistenza possibile e
legittima.
E
così a disoccupati, disabili, malati di sla, di alzheimer, di
cancro, persone affette da malattie mentali, insieme alle proprie
famiglie, non resta che vivere – salvo miracoli – in una
condizione di drammatica e disperata solitudine. Sono tutte quelle
situazioni da cui derivano poi molte delle tragedie familiari di
cui sono piene le cronache quotidiane.
Renzi
di fronte a queste tragedie (la sla e le altre) non può lavarsi la
coscienza con una secchiata d'acqua come una qualunque macchietta
dello star system.
Renzi
è il Presidente del Consiglio, cioè il responsabile del potere
esecutivo, e ha il dovere costituzionale di produrre atti concreti
per risolvere i problemi. E qui si tratta (invertendo la tendenza in atto da decenni di riduzione degli stanziamenti) di dare fondi, efficacia ed
efficienza ai servizi sanitari, all'assistenza, alla ricerca scientifica pubblica
(anche agendo in ambito europeo considerato il semestre di Presidenza
italiana) e dunque alle Università.
Tutto
ciò significa, superando l'alibi del non ci sono soldi e della
coperta troppo corta per coprire tutte le esigenze della
collettività, rovesciare le politiche di austerità imposte
dall'Unione Europea e garantire allo Stato e alle altre Istituzioni
pubbliche di poter finanziare le proprie funzioni senza essere
strozzati dai mercati finanziari, come imposto dall'ideologia
liberista. Finché si pagheranno 80 miliardi di euro l'anno di
interessi sul debito pubblico e si sarà soggetti ai ricatti dei
mercati per la sottoscrizione dei titoli di Stato non ci sarà alcuna
speranza di una vita dignitosa per tutti e resterà lo spazio solo
per le pagliacciate dei Renzi e dei vecchi e nuovi Berlusconi.
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