Cottarelli, il responsabile della spending review, visto da Luca Peruzzi
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Manipolare l'opinione pubblica per
ottenere il consenso della maggioranza dei cittadini su decisioni che
invece vanno contro il bene comune e l'interesse generale è prassi
abituale e consolidata.
La tecnica usata, più o meno, segue
sempre lo stesso procedimento: si sbatte il mostro in prima pagina –
inventando, ingigantendo, alterando notizie – e si presenta a
portata di mano la soluzione per il problema (ovviamente omettendo di
dire che quella soluzione risponde esclusivamente a determinati
interessi di parte).
Provo ad indicare qualche esempio.
Se si vuole giustificare una guerra, gli
aggressori diventano gli aggrediti e si scoprirà che questo o quel
dittatore o che questa o quella organizzazione armata, magari fino a
poco prima finanziati e sostenuti in quanto utili a determinati fini
ed equilibri, devono essere combattuti e annientati perché stanno
massacrando civili innocenti e si oppongono al trionfo della
democrazia reclamata dal popolo.
Se si vuole criminalizzare la spesa per
le pensioni di invalidità si dà risalto a qualche caso di presunti falsi invalidi che suscita particolare indignazione (in questi casi, è inutile aggiungerlo, il garantismo non vale e non bisogna attendere l'esito delle inchieste e delle sentenze
giudiziarie): il messaggio che si fa passare è che gran parte di
coloro che ricevono una pensione di invalidità (276 euro al mese
totalmente insufficienti, anche per la contemporanea inadeguatezza
dei servizi pubblici di cura e assistenza e per l'impossibilità di
trovare un lavoro, per chi vive una drammatica condizione di
svantaggio) non ne ha diritto. E dunque bisogna inasprirne i criteri
per la concessione e predisporre vessatorie visite di controllo di
massa per i beneficiari degli assegni (con risultati peraltro assai
deludenti in termini di risparmi nella spesa pubblica come dimostra
questo articolo sul sito Vita.it).
In questi giorni è arrivato il momento
delle municipalizzate.
Per convincere la gente che è utile e
necessario privatizzare i servizi pubblici locali si citano i
risultati del team sulla spending review diretta da Superman
Cottarelli. Si sparano titoli sul numero di società partecipate
dagli enti locali in passivo o inattive o con patrimonio negativo per
dimostrare che la cosa migliore per i cittadini è che il 'pubblico'
si liberi al più presto della zavorra delle municipalizzate.
La realtà invece è ben diversa. E'
vero che nell'ambito delle società partecipate dagli enti locali
esistono sprechi, corruzione, clientelismi, poltrone create apposta
per sistemare amici, amanti, politici trombati ma - a parte il fatto
che la responsabilità di queste distorsioni è nei partiti di
governo (PD, NCD, Forza Italia, UDC, Scelta Civica che controllano
la quasi totalità di comuni, province e regioni) - la 'ciccia' è
ben altro. Qui sono in gioco quei servizi locali – luce, acqua,
gas, trasporti, rifiuti – intorno ai quali girano come iene e
avvoltoi le grandi multinazionali. Privatizzare quei servizi e
sottoporli unicamente alla logica del profitto significherebbe
ridurre e precarizzare posti di lavoro, aumentare per i cittadini il
prezzo dei servizi forniti, privare gli enti locali dei relativi
proventi spesso assai significativi, non essere più in grado di
assicurare servizi che non possono generare profitti (si pensi ai
collegamenti con le piccole località lontane dalle grandi vie di
comunicazione).
Consentire a 'qualcuno' di mettere le
mani su questo tesoro pubblico (di tutti i cittadini) è una delle
ragioni per cui si sta stravolgendo il titolo V della Costituzione
come spiega cinicamente Lorenzo Codogno, capo del Dipartimento
Analisi Economico-Finanziaria del Ministero dell'Economia e della
Finanza.
L'esperienza passata ci dice che dopo
le liberalizzazioni e le privatizzazioni le tariffe hanno subito
aumenti record come documentato dalla CGIA
di Mestre. Emblematico è il caso di Acqua
Latina in perenne guerra con gli utenti per la gestione
vessatoria ed esosa di un bene, anzi del bene, fondamentale quale
l'acqua.
Valutare un'azienda pubblica solo in
termini di bilancio risponde ad una logica sbagliata e truffaldina. A
fronte dell'eventuale esborso finanziario a carico dell'Erario
bisogna valutare i benefici pubblici: occupazione diretta e
indiretta, calmierazione delle tariffe, svolgimento di servizi che il
privato non farebbe perché non remunerativi, benefici per l'ambiente
e la qualità della vita delle persone, stimolo allo sviluppo delle
attività economiche private.
Quando TG, talk show televisivi, grandi
quotidiani nazionali ci propinano tutti insieme e contemporaneamente
le stesse 'verità', gli stessi problemi e le stesse soluzioni
fermiamoci, cerchiamo di capire e di ragionare e proviamo a trovare
un'informazione onesta da qualche altra parte.
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