Sabato scorso a Roma qualche
decina di migliaia di persone, fomentate per ragioni di
opportunismo politico e bigottismo religioso, manifestava contro il
riconoscimento giuridico delle coppie di fatto e delle coppie
omosessuali.
Nel frattempo vaste aree del mondo sono
insanguinate - conseguenza diretta o indiretta dell'imperialismo
occidentale e della politica dei suoi alleati Israele, Turchia e
Arabia Saudita – dalla guerra e dal fondamentalismo islamico (e si parla ormai apertamente di una guerra mondiale incombente o già in corso), tanti
povericristi (e tra loro tantissimi bambini) continuano a morire nel
Mediterraneo nel loro viaggio verso la speranza (o illusione) di
salvezza da guerre, malattie e miseria, i cambiamenti climatici in
atto annunciano lo stravolgimento della geografia umana così come la
conosciamo da alcuni millenni. E in Italia non si vede alcun
superamento della crisi ed alcuna sostanziale diminuzione della
disoccupazione, la povertà riguarda milioni di persone, le conquiste
del welfare (pensioni, sanità, casa, trasporti pubblici, scuola e università per tutti)
sono sempre più un lontano ricordo, la democrazia politica (anche
nella sua mera funzione simbolica) è sotto attacco con le
controriforme costituzionali e l'Italicum, si sta definitivamente
smantellando la struttura economico-produttiva italiana – come
entità nazionale autonoma – alla mercé del capitale straniero
(gli “investimenti esteri”) e la battaglia che si sta conducendo
intorno alle Banche italiane rappresenta l'ultimo e forse conclusivo
atto del processo di colonizzazione economica e dunque politica
dell'Italia.
Eppure la questione delle unioni civili
è da giorni al centro del dibattito politico come se ad essa fossero
appesi i destini del mondo.
Ci sentiamo tutti appagati e soddisfatti
nella sacrosanta ingiuria, rigorosamente attraverso i social network, agli insulsi e marginali Salvini,
Giovanardi, Adinolfi, Meloni e (pessima) compagnia cantante. Senza
renderci conto di diventare così complici ed esecutori delle
strategie di distrazione di massa. Intendiamoci: il riconoscimento
dei diritti degli omosessuali e delle coppie di fatto è un elemento
di civiltà, né di destra né di sinistra: semplicemente di civiltà. Ma
a Sinistra dovremmo sempre ricordare che i diritti civili che non
sono sostenuti dai diritti sociali sono parole scritte sulla sabbia,
ci fanno ridurre al livello dei radicali pannelliani o della
Boldrini.
Che tu voglia sposarti secondo i riti
comandati da Santa Romana Chiesa oppure vivere liberamente la tua
relazione eterosessuale o omosessuale o, ancora, liberarti da vincoli
familiari insostenibili, se vuoi essere genitore, hai bisogno di una casa, di un lavoro, di
poterti curare quando necessario e di poter coltivare il tuo talento
e le tue attitudini scegliendo da giovane la scuola e l'università
che ritieni giusta per te senza dover essere milionario.
Non si tratta di fantasiose utopie, ma
semplicemente di redistribuire equamente la ricchezza esistente, di
rendere disponibili le centinaia di migliaia di abitazioni sfitte o
invendute e gli edifici pubblici non più utilizzati, di impiegare i
senza lavoro nella tutela del territorio e nella realizzazione di
servizi per il welfare in un circolo virtuoso in cui il controllo sociale collettivo della produzione e la piena
occupazione produce ricchezza e benessere per tutti.
O la Sinistra e le forze
dell'Alternativa saranno in grado di imporre nel dibattito politico i temi che riguardano la reale
soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali delle persone oppure
dovremo sempre correre dietro l'agenda politica del liberismo. In un Paese dove milioni di persone non hanno la possibilità di vivere dignitosamente, cos'altro sono le discussioni sui diritti civili (sulle quali i soliti capi-tifosi possono esercitarsi nei teatrini televisivi) se non armi di distrazione di massa e il contentino gettato in pasto ad un popolo della Sinistra che non è più in grado di ritrovare la bussola della propria identità e della propria missione politica? In questa rappresentazione distorta della realtà, conforme agli interessi e ai desiderata delle élite politiche ed economiche e che riguarda tutti gli ambiti della vita pubblica, gli Scalfarotto ed i feroci liberisti del PD, accesi sostenitori del
jobs act e della controriforma Fornero, possono così atteggiarsi a
paladini del progressismo. Così Renzi che contesta (o fa finta di
contestare) fuori tempo massimo le regole sul debito pubblico dell'Unione
Europea cannibalizzata dalla Germania viene spacciato quale difensore
degli interessi nazionali invece di essere riconosciuto come colui che contratta uno zero virgola di
spesa pubblica per finanziare le proprie campagne elettoriali. Così
la tragedia dei migranti e le tensioni sociali che essa provoca viene
ridotta ad una guerra di religione e di civiltà anziché essere
denunciata come la conseguenza dell'imperialismo economico e militare
dell'Occidente capitalista. E la guerra in corso intorno alle Banche italiane,
ghiotto boccone per il grande capitale sovranazionale, ridotta ai
misfatti della imbarazzante famiglia Boschi.
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