"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

sabato 2 ottobre 2010

Le kippah di Ciarrapico, i porci di Bossi, la bestemmia di Berlusconi e l'attentato a Belpietro.

Nelle disgustose ed inaccettabili dichiarazioni di Ciarrapico in cui si associa il tradimento di Fini al tradizionale copricapo ebraico non si intravede solo un ripugnante rigurgito fascista ed antisemita ma si trova l'esplicito riferimento alla tesi, ormai sempre più accreditata sulla rete ma non certo sui grandi organi di informazione, che l'ultima svolta politica di Fini, passato in vent'anni dal neofascismo alla destra liberale e democratica, non sia la risultante dell'evoluzione ideologica di un uomo colpito sulla via di Damasco dai valori della Costituzione nata dalla Resistenza e della difesa della legalità ma nasca piuttosto della decisione di schierarsi, nella guerra per bande tra pezzi di oligarchie che fanno riferimento rispettivamente all'influenza del blocco russo-libico e di quello anglo-americano-israeliano, dalla parte di quello che ritiene più forte e cioè quest'ultimo.

Ed in effetti non si potrebbe altrimenti spiegare come l'opportunismo di Fini sia potuto diventare improvvisamente coraggio suicida al punto da mettere a repentaglio la propria stessa sopravvivenza politica se non vi fosse stata la certezza di avere le spalle ben coperte e la protezione di potenti forze in grado di soddisfare le proprie ambizioni di potere.
E questa è la tesi che da oltre un anno alcuni autori di questo blog, pur non avendo alcuna simpatia né per Berlusconi né tantomeno per individui come Ciarrapico, sostengono.

Non passa giorno peraltro senza dover assistere alle ignobili esibizioni dei membri della coalizione politica che ha preso in ostaggio il Paese. Bossi che insulta i cittadini romani definendoli porci e Berlusconi che manifesta il proprio odio nei confronti della magistratura parlando di un'associazione a delinquere dei giudici sono solo le più recenti (e sicuramente non saranno le ultime) performance.

Si tratta in parte di una deliberata strategia volta a distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica da quelli che sono i reali problemi degli italiani - la crisi economica, la disoccupazione e il precariato, le morti sul lavoro, la qualità della vita, l'ambiente, la gestione dei rifiuti, la corruzione, la ricostruzione dell'Aquila e di Giampilleri – per far parlare d'altro ma sono anche la dimostrazione (voce dal sen sfuggita …) del livello etico e culturale di questi personaggi, della loro assoluta mancanza di senso dello Stato e di rispetto della comunità. Tutte cose biasimevoli per un qualunque cittadino ma che diventano totalmente intollerabili per coloro che ricoprono cariche pubbliche.

Il video pubblicato dall'Espresso con la bestemmia e con le vigliacche ingiurie, ancor più odiose, a Rosy Bindi è una esemplare rappresentazione della mentalità di Berlusconi nelle cui barzellette di volta in volta diventano oggetto di scherno le vittime della Shoah o dei sanguinari dittatori fascisti argentini e in cui trova evidente esplicitazione il solo ruolo possibile che egli attribuisce alla donna.
In quelle barzellette c'è tutta la meschinità e la miseria culturale ed etica dell'uomo abituato a confrontarsi unicamente con plaudenti dipendenti e convinto che parlare alla Nazione sia la stessa cosa che animare una convention di venditori di Publitalia.

Su tutto, con sorprendente tempismo rispetto all'acuirsi dello scontro politico e all'approssimarsi della definitiva resa dei conti, strani attentati o tentativi di attentati, a dicembre quello di Tartaglia contro Berlusconi ora la fallita imboscata a Belpietro,
A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, diceva Andreotti, e chi conosce un po' di storia d'Italia degli ultimi cinquant'anni, costellata da innumerevoli stragi e omicidi politici, sa quale è stato il ruolo, di orientamento degli obiettivi e infiltrazione delle bande terroristiche e di depistaggio delle indagini, svolto da servizi segreti, italiani e stranieri, e da organizzazioni eversive finalizzato a condizionare ed indirizzare il consenso politico.
Ed anche in questo caso cominciano ad emergere dubbi ed interrogativi (su La Stampa e su Blitzquotidiano ad esempio).
La violenza è qualcosa da rifiutare sempre, senza se e senza ma. Ed è anche il più grande favore che potrebbero ricevere ora Lega e PDL. Con Berlusconi agli sgoccioli è assai improbabile che atti di questo tipo possano essere orditi dai nemici della destra quantomeno per la prevedibile funesta conseguenza di ritrovarci Belpietro a reti unificare sui Tg della sera o Maroni a parlare della necessità di imbavagliare la rete, fomentatrice di odio.
Questo è un momento in cui massima deve essere l'allerta di chi crede nella democrazia e in cui bisogna aver davvero paura e non certo di facebook e dei blog.

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