La vittoria del SI nel referendum-ricatto di Marchionne e di CISL, UIL, UGL (lavoro contro dignità e diritti) era scontato. Ma non era scontato che ciò avvenisse con un risicato margine di consenso: quasi la metà dei dipendenti Fiat ha scelto il NO, tra gli operai il SI prevale per 9 voti, a fare la differenza è il voto degli impiegati che pur, legittimamente chiamati ad esprimersi, sono evidentemente (e colpevolmente) estranei alle ragioni, alla fatica e ai tempi del lavoro manuale. Come già fatto per il referendum di Pomigliano, non si può anzitutto non rilevare il coraggio di tante persone che, pur di fronte ad una situazione economica e sociale in cui il lavoro è un bene sempre più raro e sempre più a rischio, non perdono lucidità, consapevolezza e coscienza sociale. Svelano l'inganno di chi pretende di convincerli che solo chinando la schiena potranno conservare posto di lavoro e reddito mentre la storia di questi ultimi trent'anni ci dimostra esattamente il contrario.
Il tentativo di cancellare la Fiom e di annientare la dignità dei lavoratori dentro i diktat del liberismo e della competizione è fallito.
Dalla propria trincea (ahimè non riesco a trovare un'espressione che, pur logora ed appartenente ad una esecrabile terminologia militare, riesca a descrivere meglio la realtà e d'altronde, fin dai tempi del 'Resistere Resistere Resistere' di Francesco Saverio Borrelli, le forze democratiche e progressiste non hanno saputo e potuto far altro che difendersi: contro gli attacchi allo stato sociale e allo Statuto dei lavoratori, contro lo scempio del territorio e gli attentati alla salute collettiva, contro le leggi ad personam e liberticide di Berlusconi, contro la Gelmini) la Fiom resiste e può continuare la propria lotta, con lo sciopero del prossimo 28 gennaio e con iniziative anche di carattere giudiziario per fare sanzionare il carattere illegittimo e contrario ai principi costituzionali dell'accordo.
Di certo, al di là dei trionfalismi e degli annunci di svolta delle relazioni sindacali che vengono dalle destre economiche e politiche, sarebbe folle pensare di poter governare un'azienda come la Fiat ignorando chi rappresenta metà della sua forza lavoro.
Accanto alla Fiom, consapevoli che le sue ragioni e le sue rivendicazioni sono le ragioni della maggioranza degli italiani, si sono già schierati milioni di cittadini, movimenti e associazioni. E' ora che la sua resistenza così come tutte quelle che si sono espresse negli ultimi mesi trovino una rappresentanza unitaria della sinistra e si trasformino in una proposta politica che coniugando realismo e speranza e riprendendo l'iniziativa di una radicale trasformazione di questa società riesca a raggiungere un vasto consenso popolare.
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RispondiEliminaTi ho citato: http://immigrata.wordpress.com/2011/01/27/che-cosa-vuol-dire-lottare-per-la-liberta/
RispondiEliminaCiao Oudekki ... bellissimo e ispirato il tuo articolo ....
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