"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

giovedì 10 febbraio 2011

Il ministro degli Esteri ad personam


di Michele

Il ministro degli Esteri ad personam, per niente attento alle drammatiche questioni di crisi internazionale, dopo essersi occupato unicamente della casa di Montecarlo per denigrare la terza carica dello Stato, continua nell’atteggiamento di sottomissione al suo padrone Berlusconi attraverso le seguenti dichiarazioni:
la violazione della privacy è un fatto che "può essere portato non solo in Italia ma anche di fronte alla Corte europea dei diritti dell'uomo: c'é una giurisprudenza molto ricca in materia". "Si tratta di un problema - ha proseguito Frattini - su cui il Pdl ha posto un punto fermo, una questione politica: non pensiamo che sia immaginabile un cambiamento del governo democraticamente eletto per via giudiziaria".

Innanzitutto un cambiamento del governo si potrà avere con nuove elezioni e non lo decidono i giudici, Berlusconi alle elezioni anticipate non vuole andarci perché stando ai recenti sondaggi perderebbe le elezioni sia alla Camera che al Senato, quindi è deciso a calpestare qualsiasi regola dello Stato di diritto, rimanendo attaccato alla sua poltrona, pur di ostacolare il corso legittimo della giustizia con una serie di leggi ad personam e proposte che causerebbero conseguenze catastrofiche sul sistema giustizia.

Il problema della privacy non sussiste quando le azioni compiute in privato diventano di rilevanza pubblica come l’aver telefonato al Questore di Milano in qualità, e non nelle funzioni, di Presidente del Consiglio e poi per un personaggio pubblico, che tiene in mano le sorti dell’economia, dello sviluppo e del futuro del Paese, i comportamenti privati non possono essere totalmente separati da quelli che è necessario assumere in pubblico, anzi anche da ciò che si fa in privato si può trarre una conclusione sull’affidabilità del personaggio che si è assunto la responsabilità di ricoprire un ruolo importante. Non può essere condivisibile la tesi che in privato si può fare ciò che si vuole, perché a casa propria bisogna comunque rispettare le leggi.
Inoltre, la questione della privacy per un personaggio pubblico viene dopo il diritto-dovere di cronaca, la mentalità berlusconiana in Italia vorrebbe far intendere il contrario per impedire la pubblicazione di atti di indagine, per impedire che si possano effettuare intercettazioni, strumento fondamentale per scoprire i reati e combattere la criminalità organizzata.

Ritornando al ministro ad personam Frattini, c’è da chiedersi se ignora volutamente in malafede quello che i suoi compari berlusconiani hanno fatto in violazione persino della legge come nel caso della pubblicazione della telefonata tra Fassino e Consorte coperta da segreto istruttorio. Invece, non c’è stata nessuna violazione di legge quando sono stati pubblicati atti di indagine sulle inchieste riguardanti Berlusconi, motivo per cui Berlusconi è tornato alla proposta eversiva di mettere il bavaglio alla stampa e vietare le intercettazioni.
Da quale pulpito si chiede il rispetto della privacy in relazione al pedinamento del giudice Mesiano, alla pubblicazione di un articolo su Il Giornale contro la Boccassini per una soffiata illegale avuta da un membro del CSM? E ancora in relazione all’applicazione del cosiddetto metodo Boffo su una velina poi risultata falsa?
Da quanto appena citato si deduce che se c’è qualcuno che viola le leggi in materia di pubblicazione è proprio chi pretende che non si possa indagare legittimamente su Berlusconi.

Sul diritto-dovere di cronaca, quanto detto da Travaglio nel Passaparola del 7 Febbraio mostra un ulteriore importante motivo del perché, ammesso che si possa ipotizzare un’invasione nella sfera privata di Berlusconi, prevale il diritto-dovere di informare sulla privacy:
Il reato potrebbe farlo chi le pubblica, non chi le vende o chi le ha scattate, potrebbe farlo chi le pubblica se, violasse la privacy, senza alcun interesse pubblico della notizia, sicuramente un’immagine del Presidente del Consiglio nudo con ragazze a loro volta nude o ripreso addirittura durante atti sessuali o preliminari attiene alla privacy del Presidente del Consiglio, qual è il problema?
Che prima della privacy viene il diritto – dovere di cronaca, quindi bisogna vedere se prevale in questo caso la privacy di Berlusconi o prevale il diritto – dovere di cronaca, mi sentirei di dire che quando si è saputo che Berlusconi era indagato per favoreggiamento della prostituzione minorile, se fossero uscite delle foto in cui lo si vedeva con ragazze maggiorenni non avrebbero dovuto né potuto essere pubblicate perché? Perché Berlusconi non aveva mai negato di ricevere a casa sua o di fare sesso con ragazze maggiorenni, negava eventualmente di averle pagate, qual è il problema? E’ che quando si è saputo dell’inchiesta lui è andato in televisione e ha fatto 4 messaggi trasmessi praticamente a reti unificate, tanto sono sue, in cui diceva che a Arcore non c’è nulla di sessuale e ci sono semplicemente delle castissime feste molto eleganti dove si beve Coca light, qualche Crodino, si vede Baaria, sai che palle e si vedono addirittura i discorsi di Vendola, a risai che palle!
Ha dipinto le feste a Arcore come una via di mezzo tra il ballo delle debuttanti e la mensa della Caritas dove lui aiuta queste povere ragazze immigrate che non riescono a arrivare alla fine del mese, allora è lui che ha sdoganato questo argomento, è lui che ha giurato agli italiani una cosa, se ci fossero delle foto che dimostrano che quello che lui ha giurato agli italiani è falso, beh, allora sarebbe diritto – dovere di cronaca pubblicarlo, perché? Perché sarebbe la prova che gli italiani sono governati da un bugiardo che racconta balle, direte: lo sappiamo già, certo, ma uno potrebbe sempre sperare che smetta di raccontare balle, quindi ogni balla che racconta, se poi c’è la prova del contrario, diventa diritto – dovere di cronaca, diritto dei cittadini a saperlo e dovere dei giornalisti a pubblicarlo.

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