Piercamillo Davigo è uno dei più noti e stimati magistrati italiani. Protagonista della stagione di 'Mani pulite', l'incompiuta rivoluzione legalitaria italiana, e unanimemente considerato la 'mente giuridica' del pool anti-corruzione di Milano del quale facevano parte, tra gli altri, Gerardo D'Ambrosio, Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo, Ilda Boccassini, ricopre attualmente il ruolo di Giudice alla Corte Suprema di Cassazione.
Ha scritto vari libri, di taglio prevalentemente scientifico. Fra i testi di divulgazione, si ricordano in particolare "La Giubba del Re - Intervista sulla corruzione", scritto in collaborazione con Davide Pinardi, e "La corruzione in Italia - Percezione sociale e controllo penale", scritto a quattro mani con Grazia Mannozzi.
Ringraziamo il dottor Davigo per la disponibilità e la cortesia dimostrataci. Se c'è un elemento che emerge dalle risposte che sono state fornite alle nostre domande è la disarmante semplicità delle riforme, a costo zero, che sarebbe possibile e necessario porre in atto per risolvere i problemi della giustizia italiana ed il terribile deficit di legalità che affligge il nostro Paese. E dunque che questi mali (illegalità diffusa, corruzione, criminalità organizzata, giustizia inefficiente e inefficace) che influenzano in modo determinante la vita dei cittadini e la qualità della nostra Democrazia, tale è la nostra conclusione, non sono la conseguenza di un destino cinico e baro ma l'effetto di deliberate e sciagurate scelte politiche.
Verità e Democrazia. Il costo della corruzione per la collettività è stato stimato in 60 miliardi di euro l'anno, quello dell'imponibile sottratto alla tassazione in circa 160 miliardi di euro, il fatturato delle mafie in oltre 150 miliardi di euro. Si tratta a suo avviso di cifre realistiche e non crede che la dimensione di tali fenomeni riesca da sola a spiegare l'origine del degrado politico, sociale, economico italiano?
Piercamillo Davigo. Le cifre sono calcolate in modo non controllabile, ma certamente gli ordini di grandezza di questi fenomeni illeciti sono enormi. È il segnale che un’ampia parte del Paese vive nell’illegalità e dell’illegalità.
Verità e Democrazia. Con quali strumenti si possono combattere non solo da un punto di vista giudiziario ma anche culturale questi fenomeni? L'Italia ha ancora speranze oppure è un paese completamente perduto?
Piercamillo Davigo. Dal punto di vista culturale è necessario far riemergere l’idea che si è membri di una comunità e che il benessere di ciascuno dipende da quello della collettività. Qualche tempo fa mi impressionò un sondaggio secondo il quale un rilevante numero di persone riteneva che in futuro le cose sarebbero andate peggio per l’Italia, ma meglio per loro. È un’idea illogica: tranne quei pochi che possono rifarsi una vita all’estero, tutti sono legati alle sorti del Paese in cui vivono.
Dal punto di vista giudiziario i fenomeni sono affrontabili in modo relativamente semplice. Contro il crimine organizzato sono stati ottenuti successi importanti. Contro la corruzione sarebbe sufficiente riscrivere le norme uniformandole alle convenzioni internazionali, modificare la prescrizione e prevedere operazioni di polizia sotto copertura per individuare i corrotti. Quanto all’evasione fiscale basterebbe prevedere la confisca dei beni il cui possesso non è compatibile con i redditi dichiarati, per far emergere i redditi. Nessuno evaderebbe le tasse se fosse costretto poi a vivere da povero per dissimulare le proprie capacità finanziarie.
Verità e Democrazia. Quanto ha influito la globalizzazione economica mondiale, la libera circolazione delle persone e dei flussi finanziari, per l'espansione di questi fenomeni? Esiste una emergenza corruzione e criminalità organizzata anche in ambito internazionale? Esiste una presenza rilevante in Italia di mafie straniere?
Piercamillo Davigo. La maggiore permeabilità delle frontiere al transito di persone, imprese e capitali, non è stato accompagnato da uno snellimento delle procedure di assistenza giudiziaria internazionale adeguato. Questo rende difficile il contrasto sul piano internazionale.
La presenza di organizzazioni criminali straniere, salvo quelle che operano limitatamente ai gruppi etnici di appartenenza, come quella cinese, è legata agli affari che hanno in comune con quelle nazionali. In ogni caso non hanno il controllo del territorio, paragonabile a quelle italiane.
Verità e Democrazia. L'arresto di numerosi latitanti, sbandierato dall'attuale governo come la dimostrazione del proprio impegno nella lotta alla criminalità, ha realmente indebolito le organizzazioni criminali? E qual è nel contempo l'effettiva possibilità per la giustizia, in termini di dotazioni di mezzi e di agilità delle procedure, di emettere in tempi ragionevoli le proprie sentenze? Qual è la conseguenza di affollare le aule giudiziarie prevedendo reati quali l'immigrazione clandestina o norme proibizionistiche in materia di possesso di droghe anche per uso personale? Quali effetti hanno prodotto i tagli dell'attuale governo alle forze dell'ordine e la riduzione delle spese nell'amministrazione della giustizia (7.900 cancellieri e 1.800 ufficiali giudiziari in meno)?
Piercamillo Davigo. L’arresto dei latitanti è attività della polizia giudiziaria, che dipende funzionalmente dall’autorità giudiziaria e non dall’esecutivo.
Non credo che la crisi del sistema giudiziario dipenda da risorse insufficienti. Gli ordini di grandezza sono adeguati. Il problema è lo sperpero di denaro, ad esempio mantenendo sedi inutili.
Il problema è l’eccesso di contenzioso. È necessario ridurre il numero di processi, molto più alto di quello di altri Paesi.
Ogni anno in Italia iniziano più processi civile di quanti ne cominciano in Spagna, Gran Bretagna e Francia messe insieme.
I processi penali sono dieci volte più numerosi che in Gran Bretagna.
Si celebrano processi del tutto inutili, come quelli agli irreperibili (che poi portano a condanne dell’Italia da parte dela Corte di Strasburgo) o per fatti di scarso rilievo.
Sono riforme che non costano ma che nessuno fa.
Quanto all’amministrazione giudiziaria il personale potrebbe essere meglio impiegato se si accorpassero le sedi minori.
Gli ufficiali giudiziari sono impegnati in un numero sterminato di notifiche, sconosciute all’estero, che peraltro – per le modalità con cui la legge ne prevede l’esecuzione – neppure garantiscono la conoscenza dell’atto da parte del destinatario. Basterebbe prevedere la prima notifica a mani proprie e le successive al difensore per risparmiare uomini, tempo ed avere la certezza della conoscenza del processo.
Quanto alle Forze di polizia abbiamo la più alta percentuale rispetto alla popolazione d’Europa, il problema è che sono male impiegate in compiti in gran parte inutili come le guardie a posti fissi.
Verità e Democrazia. L'attuale situazione delle carceri risponde al principio rieducativo previsto dalla Costituzione? L'Italia può definirsi un paese civile di fronte alle condizioni di vita dei detenuti, ai tragici numeri dei suicidi in carcere, alla detenzione per mesi degli immigrati clandestini nei CIE, ai tanti casi (Stefano Cucchi o Federico Aldrovandi per citarne solo due) di cittadini morti tragicamente dopo l'arresto e quando erano sotto la custodia delle forze dell'ordine?
Piercamillo Davigo. Purtroppo no.
Il numero dei posti nelle carceri è del tutto inadeguato rispetto al numero di fattispecie penali previste.
Numerosi detenuti stranieri potrebbero essere rimpatriati.
Verità e Democrazia. Ci può spiegare cos'è la criminalità dei colletti bianchi? E qual è la reale penetrazione al Nord delle mafie?
Piercamillo Davigo. In Italia è stata alimentata la convinzione che la criminalità predatoria da strada sia l’unica di cui preoccuparsi.
Al processo per l’aggiotaggio Parmalat vi erano quarantamila parti civili, cioè vittime che chiedevano di essere risarcite.
Quanto impiega uno scippatore a fare 40.000 scippi?
Inoltre una signora che viene scippata non ha nella borsetta i risparmi di tutta una vita, come era accaduto a numerose vittime di reati dei colletti bianchi.
Le recenti indagini milanesi sulla ‘ndrangheta sembrano svelare poi un quadro preoccupante del radicamento di tale organizzazione in Lombardia.
Verità e Democrazia. Uno strumento molto utile all'indagini per scoprire reati e individuare i colpevoli sono le intercettazioni ambientali e telefoniche; una limitazione al loro utilizzo per reati che spesso avvengono all'interno di una rete criminale, come estorsione, furto, rapina, omicidio ecc., quali conseguenze avrebbe nella lotta alla criminalità organizzata?
Piercamillo Davigo. Sarebbe devastante, ma non credo che avverrà.
Verità e Democrazia. I criteri di selezione attualmente adottati per entrare in magistratura garantiscono ancora l'indipendenza ed il possesso delle necessarie qualità professionali dei suoi nuovi membri?
Esiste il rischio che a seguito del progressivo decadimento qualitativo dell'Università italiana le nuove leve della magistratura non siano all'altezza delle precedenti?
Piercamillo Davigo. All’ultimo concorso a 500 posti, nonostante migliaia di candidati, gli idonei sono stati solo 253, è un dato su cui riflettere.
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