"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

martedì 29 gennaio 2013

Tutto quello che avreste voluto sapere di un grillino ma non avete mai osato chiedere



Giandiego Marigo è uno degli autori di questo blog ed ho per lui sentimenti di grande stima ed affetto e per questo, pur non condividendo appieno la sua scelta, gli ho chiesto di spiegarmi le ragioni della sua candidatura per il Movimento Cinque Stelle alle elezioni regionali in Lombardia nel collegio provinciale di Lodi.
Queste elezioni, come ogni altra elezione, non cambieranno né l'Italia né il mondo ma pensare che persone con l'onestà e lo spessore umano e intellettuale di Giandiego Marigo possano entrare nelle istituzioni è in ogni caso motivo di speranza.

Ciao Giandiego. Come è stata accettata, attraverso quali procedure è stata definita la tua candidatura nella lista del Movimento 5 Stelle?

Le procedure sono quelle usuali del M5S, certificato penale, conoscenza diretta, attivismo all'interno del movimento, se il tuo riferimento è alla limitazione delle candidature provocata dalle regole, cioè dall'iscrizione, certificata al MoVimento entro una certa data...o all'essere già stato in lista, per le regionali vale solo la prima, ma credo che sia doverosa, per evitare “infiltrazioni dell'ultima ora”, per il resto il valore aggiunto, siccome ho dovuto passare per una “primaria interna” è stato il lavoro reale sul territorio.

Chi è Giandiego Marigo, brevemente qual è la tua storia?

Sono un disoccuprecario...è un neologismo che ho coniato per descrivere coloro che sono normalmente disoccupati e che le due o tre volte al decennio che lavorano sono precari, in realtà mi definisco scrittore, poeta e filosofo di strada...scrivo fantasy e poesie, ma questo in Italia è ritenuto solo un non-lavoro, ammenochè tu non sia passato dalla “Casa” o da Costanzo. Sono un invalido civile con una storia complessa, che ho narrato fra l'altro anche sulle pagine di questo blog. Ho “camminato” negli anni 70/80 con grandissima soddisfazione, ma ho continuato a farlo anche dopo...ed infatti sono qui perchè ho continuato a camminare nei movimenti.

Perché una persona che ha sempre militato nei movimenti, chiamiamoli così, della sinistra alternativa e antagonista è arrivato nel Movimento Cinque Stelle?

sabato 26 gennaio 2013

DUE CHIACCHIERE DUE, SULLA CULTURA E SUL SUO MERCATO




Esiste, oggettivamente un problema di cultura in Lombardia ed in tutto questo disastrato paese, pur sorvolando sul macello che i tagli orizzontali ed incoscienti hanno operato, persino su quella che viene definita tradizionale e condivisa, colpendo e rendendo impresa impossibile le manifestazioni più tradizionali e popolari, segandole con la mannaia cieca, figlia di questa crisi inventata.
Sostituendo persino la cultura più tradizionalmente del potere, con format di pronto consumo, fruibili, acquistabili in kit di montaggio ed in comode rate, sull'altare del Dio Profitto.
Il Berlusconismo e la sua infezione delle vie più convenzionali e percorse della comunicazione non ha certo favorito, il nascere e l'affermarsi di embrioni di comportamento virtuoso e altro.
Eppure è da questi embrioni cultural-comportamentali che qualsiasi modificazione o rinnovamento di quella che mi azzarderò a definire Civiltà riceve impulso ed avanzamento.
Non certo dall'invenzione di comportamenti massificati e finalizzati al consumo e dalla loro riproposizione in chiave spettacolare e facilmente fruibile, ma semmai dall'instaurarsi di “modi e mode” altre, fuori dal controllo sistemico e dall'organizzazione e formattazione da parte del Potere.
Questi embrioni sono esistiti ed esistono al di fuori di qualsiasi area di influenza ed attraversano trasversalmente la società ed i suoi schieramenti formali.
Non necessariamente antagonistici, alla loro nascita, lo diventano per soffocazione e per isolamento, per mancanza di ossigeno e di ascolto. Per carenza di possibilità e di visione da parte di chi questa società dovrebbe amministrare.
Faccio alcuni esempi, l'auto-produzione culturale letteraria, il veganismo e l'animalismo, la musica indipendente, il jazz, la musica live “originale” e diffusa, molto giovane teatro, gli artisti di strada, l'auto produzione d'artigianato d'arte, ma sono talmente tante le cose assolutamente trascurate, abbandonate a sé stesse, dimenticate , non curate che potremmo riempire pagine e pagine e non tutte sono necessariamente rifugiate nei centri sociali autogestiti o quantomeno non stanno solo lì, anche se la loro esperienza ha un'importanza fondamentale.
Sino alla cultura alimentare del mangiar bene alla filosofia dell'autosufficienza alimentare, degli orti urbani o di campagna, della decrescita felice.
Tutte queste cose danno vita a visioni, non sono a sé stanti perchè sono legate a scelte comportamentali virtuose a modelli conservativo-evolutivi positivi e vincenti. a filosofie che favoriscono e facilitano la crescita spirituale e quindi il Cambiamento.
Una società che scelga di affidarsi interamente ad energie rinnovabili, sostenibili e compatibili ha comportamenti completamente differenti dalla nostra, ma non sono imposti ma liberamente scelti, hanno cioè un portato e delle conseguenze sia spirituali che culturali importanti.
Non nascono cioè dal nulla e sul nulla, ma sono portati, diffusi, cantatidescritti, divengono parte della filosofia popolare e condivisa passando attraverso lo stadio di mode e modi
È, quindi, questa la ragione prima che muove i nostri motivi ed per questo che ci rivolgiamo con tanto interesse alla creatività ed alla possibilità reale della sua diffusione ed implemantazione, ma non solo diamo anche grandissima attenzione alla sua libertà da schemi, canalizzazioni, modelli e format.,
È per quello che così importante per me diviene il discorso del circuito, dei luoghi in cui questa creatività si esprime e trova “sostegno”.
Sono assolutamente convinto che di questo sostegno di debba parlare e che questo si traduca in occasioni, luoghi, tecniche, supporti, possibilità, circuito, ed in ultima analisi in una educazione alla cultura diffusa ed alla differenza fra operatore culturale e Star che nasca e si muova a più livelli influenzando e relazionandosi
Vi sono varie “manifestazioni immediate e possibili della suddetta volontà/capacità di lettura”, per esempio proporre la creazione di un fondo per sostenere iniziative culturali dal basso, lo stimolo alla creazione di spazi autogestiti mettendo a disposizione spazi inutilizzati (vedi l'esperienza di Macao a Milano, o quella dell'America Occupato e del cinema Palazzo a Roma)
Resta inoltre aperta, e sarà il caso prima o dopo di metterla in seria discussione, la questione del Copyleft, del Creative Commons e del software libero.
Sia dal punto di vista educativo, del concetto di Cultura libera e commons VERSUS cultura tradizionale = industria/merce/immagine/successo/ecc.
Sia dal punto di vista della sostenibilità legislativa ed economica, e quindi della rottura del monopolio SIAE, a livello legislativo, a favore della creazione di un sistema di gestione del diritto d'autore trasparente, No Profit e democraticamente autogestito.
A livello legislativo poi, penso alla questione delle arti di strada e alla loro liberazione dalle varie forme di repressione.
Penso che i primi passi concreti che si possono fare in ambito di gestione territoriale debbano essere rivolti a favorire la nascita e lo sfruttamento (ove ce ne sia la possibilità) di Spazi culturali e liberi VERSUS Spazi commerciali.
Sono soltanto tutte idee.
Condivise con altri operatori del settore che butto lì alla rinfusa, in modo che si possa rendere la proposta nel modo più concreto possibile e meno astratto.

tratto da Voce d'anima

sabato 19 gennaio 2013

Serena Cernecca, Portavoce nazionale del Movimento Radicalsocialista, candidata alle elezioni regionali in Lombardia


Serena Cernecca, Portavoce nazionale del Movimento Radicalsocialista, candidata alle elezioni regionali in Lombardia



 Serena Cernecca


 
Cari amici, vorrei provare a raccontarmi.

Sono nata a Milano il 4 settembre di un anno speciale, il 1968, e forse non è un caso…
Sono sposata (con un infermiere professionale) e ho due figli. Nel ’91 mi sono laureata in giurisprudenza all'Università Statale di Milano; e nel ’95, dopo aver esperito la pratica forense, ho superato l'esame per l'abilitazione alla professione di avvocato. Da allora esercito la professione principalmente in ambito giuslavoristico e penalistico.
Dopo qualche anno di militanza nel PD ho aderito a Sinistra Ecologia e Libertà, partecipando come delegata al suo congresso fondativo nell'ottobre del 2010. Da allora ho ricoperto diversi ruoli dirigenziali tra i quali componente dell'Assemblea Nazionale, dell'Assemblea Regionale lombarda e del Coordinamento Provinciale di Pavia, nonché coordinatrice del Circolo SEL Nord Pavese. Fino allo scorso novembre, quando ho rassegnato le dimissioni da quegli incarichi annunciando contestualmente la mia uscita da SEL.
Attualmente sono Portavoce Nazionale del Movimento RadicalSocialista, che mi onoro di rappresentare, e componente dell'Osservatorio sulla Legalità in provincia di Pavia.
Sono candidata consigliere, nel collegio di Milano e provincia, alle elezioni regionali Lombarde del 24 e 25 febbraio.

L'imboscata di Lucia Annunziata ad Antonio Ingroia




Trovo francamente sempre più noiosa la politica in televisione, nel proliferare - tanto più in periodo elettorale - di talk show, dibattiti, confronti, interviste. Trasmissioni noiose ma soprattutto inutili per aiutare a comprendere la realtà del mondo e dell'Italia in cui viviamo e ad identificare le possibili soluzioni ai nostri problemi.
Sono a mio avviso molto più istruttivi e stimolanti gli articoli reperibili sul web, i post dei blog (spero si possa dire altrettanto per almeno qualcuno di quelli diffusi attraverso questo blog), le discussioni sui social network.
Ho l'impressione che l'approccio con cui ci si pone davanti al televisore di fronte alle trasmissioni politiche sia quello del tifoso della propria squadra che vuole vedere i gol dei propri beniamini e imprecare contro avversari/nemici e la disonestà dell'arbitro/conduttore.
Lo stesso duo Travaglio-Santoro che pure continuo ostinatamente a guardare sembra aver perso, venuta meno (?) la minaccia berlusconiana, la capacità di rappresentare una voce 'altra' nella palude del giornalismo televisivo nostrano.
Rispetto a queste premesse il programma Leader di Lucia Annunziata di venerdì 18 gennaio credo che possa rappresentare un caso di scuola di disinformazione e di giornalismo asservito alle ragioni del proprio padrone politico, quello che Bruno Vespa definì l'editore di riferimento, da far studiare agli studenti dei corsi di comunicazione (se come esempio negativo o positivo dipende dal modo di intendere il giornalismo, se come ricerca della verità o come arma di obnubilamento delle menti).
Per boicottare lo spazio dovuto dalla trasmissione, ai sensi della par conditio, ad Antonio Ingroia e alla sua lista di Rivoluzione Civile e metterlo in difficoltà ed in cattiva luce luce sono state usate tutte le possibili armi.
Monologhi interminabili dei giornalisti ospiti (ovviamente di Repubblica e La Stampa), insieme ai servizi filmati, per togliere tempo e opportunità per Ingroia e i suoi compagni di lista di esporre le proprie idee, le proprie ragioni, per formulare le proprie risposte. La voce di Grillo, ripreso nel suo comizio in Puglia, come sottofondo di disturbo agli interventi di Ingroia, l'inquadratura sapientemente manovrata dal regista per distrarre il telespettatore mentre parlavano gli esponenti di Rivoluzione Civile abbandonando il primo piano dell'oratore di turno e andando su panoramiche dello studio e riprese esterne, la gazzarra organizzata con la presenza in studio di Sallusti che accusa (!) Ingroia di mancanza di etica e gli dà del mascalzone e del presidente della municipalità di Scampia, persino l'operaio della Fiat di Pomigliano che inneggia a Marchionne e inveisce contro la Fiom..
Onore al merito a Salvatore Borsellino che l'Annunziata forse pensava sarebbe stato utile alla delegittimazione di Rivoluzione Civile e che invece ha confermato, dimostrando non solo onestà intellettuale ma anche grande intelligenza non facendosi strumentalizzare, la propria stima e fiducia personale in Ingroia pur contestando le modalità di formazione delle liste di Rivoluzione Civile, cosa che fanno tutte le persone di buon senso compresi gli elettori di Rivoluzione Civile stessa.
Imboscata organizzata oppure trasmissione sfuggita di mano alla conduttrice come riconosciuto dalla stessa Annunziata?

domenica 13 gennaio 2013

Se Sbilanciamoci chiede di votare il PD






Sbilanciamoci è quel gruppo di economisti, ricercatori, giornalisti, studenti, operatori sociali, sindacalisti che mettendosi in rete con associazioni, organizzazioni, movimenti ha rappresentato in questi anni uno dei riferimenti alternativi al mainstream informativo ed economico per comprendere la crisi economica e per mettere in luce quella enorme trasformazione economica e sociale, con effetti devastanti sulla democrazia, avvenuta negli ultimi trent'anni a danno dei ceti popolari e a vantaggio del grande capitale.
Alternativi per intenderci alla subalternità ideologica al liberismo, al debito pubblico come principale problema italiano causato dal fatto che avremmo speso troppo per lo Stato sociale, allo spread, agli indici di borsa, al 'ce lo chiede l'Europa' (senza poter mettere in discussione l'architettura dell'euro ed il ruolo della BCE), al 'giudizio' dei mercati', alla religione del PIL, della crescita, della competitività.

giovedì 10 gennaio 2013

UN’ALTRA ITALIA E' POSSIBILE?


IL BELLO (l’Italia),
IL BRUTTO (Monti),
IL CATTIVO (la politica)

Pasqua è ancor lontana, eppure questi sono già giorni di “Passione” per la nostra seconda Repubblica: partita di slancio, vent’anni or sono, col suo carico di promesse (una nuova etica pubblica, un rinnovamento della classe politica, riforme strutturali…), è rimasta praticamente ferma ai nastri di partenza.
Miracolosamente recitano ancora sul palco del teatrino politico italiano personaggi “evergreen”, quali Berlusconi, Fini, Casini, Bersani: se un paziente, caduto in coma nel ’94, si risvegliasse solo oggi, sarebbe assai difficile convincerlo che sono trascorsi invano diciotto anni!

lunedì 7 gennaio 2013

I professori pasticcioni di Cambiare si può


Numerosi promotori (da qui in poi userò per semplicità il termine professori come sinonimo di promotori) di Cambiare si può (una parte consistente? la maggioranza? tutti?) si sono dissociati dall'esito che ha avuto - la proposta politica di Rivoluzione Civile - il processo di costruzione a sinistra di una lista alternativa al liberismo e al montismo, concorrente del centrosinistra subalterno ai diktat della Troika (Commissione Europea, BCE, FMI) di PD e SEL, del partito dei ricchi e del Vaticano di Monti, della destra berlusconiana, del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
Si tratta di una scelta che corrisponde a critiche e perplessità condivise da parte più o meno vasta del popolo dell'alternativa e dell'antagonismo: l'imposizione della leadership 'non contendibile' di Ingroia (con il nome a contraddistinguere la lista nel solco della deriva personalistica della politica), la centralità, anche attraverso la scelta di un magistrato come front-man, data al tema della legalità, peraltro intesa come lotta alle mafie e alla corruzione, anziché ai temi sociali, alla pace, alla questione dell'euro e del fiscal compact, la regia e la supremazia di fatto assunte nella costruzione della proposta politica e, conseguentemente, nella prossima individuazione delle candidature dai 'soliti' partiti – Rifondazione Comunista, Italia dei Valori, Comunisti Italiani, la Federazione dei Verdi – con la riproposizione in lista di personaggi contestati e controversi (Di Pietro, Diliberto, Bonelli), ambigui nelle posizioni politiche rispetto al centrosinistra (avendo alcuni di essi tentato fino all'ultimo di farne parte) ed in contraddizione, con le proprie scelte passate, rispetto a punti identitari del programma di Rivoluzione Civile quali il no alle missioni di guerra all'estero, il rifiuto delle grandi opere ed il sostegno alle lotte dei movimenti, condotta anche con atti di disubbidienza civile, e soggetta alla repressione delle forze di polizia e della magistratura.

mercoledì 2 gennaio 2013

Al Movimento Cinque Stelle: non chiudete quella porta!



Mi riconosco largamente in quanto scrive Piemme sul blog di Sollevazione: alle prossime elezioni di febbraio i nemici da combattere e contrastare, per difendere gli interessi nazionali e dei ceti popolari, sono il PD di Bersani e il centro Montiano. Vale a dire coloro che sono totalmente subalterni alle logiche dell'austerità e dei diktat europei che hanno comportato il massacro sociale del popolo italiano e che sono decisi a perpetuare tali politiche sbagliate e antipopolari anche nella prossima legislatura.
Questo contrasto e questa lotta potrebbero però non ridursi unicamente ad una battaglia di resistenza, auspicare che il PD e Monti non raggiungano insieme, quale semplice dato politico considerato che la ripartizione dei seggi risponde ad altre regole, il 50 per cento dei voti espressi (tenendo conto che poi troverebbero comunque una stampella nel PDL di Berlusconi, il quale evidentemente è disposto ad appoggiare chiunque e qualunque cosa purché non vengano toccati i propri interessi personali).
Voglio dire che se il Movimento Cinque Stelle aprisse quella porta a cui hanno bussato Ingroia e la lista di Rivoluzione Civile (peraltro promossa, tra gli altri, proprio da quel Di Pietro a cui Grillo non ha mai fatto mancare i propri elogi) si materializzerebbe sul piano elettorale un'alternativa in grado di sovvertire tutti i pronostici. Un'alternativa in grado di unire la furia anticasta di Grillo con le istanze sociali e la guerra dichiarata alle mafie della lista di Ingroia .