"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

giovedì 29 maggio 2014

UNA SYRIZA ITALIANA NON PUÒ ESSERE CONTIGUA AL PD




Di Giandiego Marigo


La contraddizione che aveva distinto la fase iniziale della costituzione di questa lista e che SeL porta in sé sta esponendosi … immediatamente, peccato davvero, ed era tutto sommato prevedibile. A suo tempo mi ero chiesto a che titolo e soprattutto a che pro, alcuni intellettuali, tutto sommato “organici” alla'area ampia del PD, quali per esempio gli scrivani di Repubblica avessero scelto di correre con Tsipras.
Questa “ambiguità” era una delle premesse poco chiare che questa lista aveva (e che Sinistra Unita-AreA di Progresso e Civiltà aveva , puntualmente, stigmatizzato) e sulla quale si è soprassieduto in nome della sua importanza e dell'apporto fondamentale della sinistra europea e di Tsipras, ma soprattutto in nome della speranza che il percorso unitario facesse comprendere come , appunto, l'AreA potesse svilupparsi solo in assenza del PD ed in situazione non promiscua a lui.
Purtroppo le “esternazioni” di Vendola, Migliore e non ultimo di Curzio Maltese obbligano alla precisazione, almeno per quanto mi riguarda, a livello personale Ma anche come fondatore di pagine d'appoggio e parte dei “Comitati Pro L'Altra Europa Con Tsipras”.
Questavicinanza, tanto cara a questi “intellettuali” e pochissimo chiara anche in fase costitutiva è, io credo, del tutto gratutita e “non sentita” dal popolo che ha votato questa lista, non condivisa e condivisibile, se non in termini di assoluta chiarezza.
Il Progetto Unitaerio di Sinistra non comprende il PD che non è di Sinistra, se non in alcune manifestazioni del tutto utilitaristiche e finalizzate al recupero di una fascia di votanti,
Questo partito ha un progetto del tutto diverso, lontanissimo da ogni alternativa sistemica, di collaborazione e con il potere e l'elìte che lo detiene.
Una premessa “politica di fondo”, quale la lotta ai “progetti di austerità”, alla politica dei sacrifici, al taglio selvaggio del Welfare, alle privatizzazioni al precariato, alle delocalizzazioni, non può comprendere un partito che ne è il vessillifero e il propugnatore, Prodi è un artefica di quest'Europa, di quest'Euro … un uomo di Bilderberg … un artefice di questa trappola e non solo lui nel PD è fra le menti che quest'Europa hanno pensato.
Come può dunque avvenire che per combattere questo sistema ci si possa alleare con gli artefici, non ne abbiamo avuti a sufficienza di abbracci mortali e di alleanze suicide.
Ho già espresso questo pensiero e sono stato accusato, guarda caso da compagni d'area SeL di propugnare una sorta di “Rifondazione 2.0”, non è così, quella che io vedo è un'AreA ampia e plurale dove di incontrano "Socialisti, Comunisti. Libertari e persino Keinesiani", ma non neo-democristiani … cosa che avvicinando il PD è assolutamente certa.
Questo progetto è alternativo a questo sistema e quindi alternativo al PD. Propone e ricerca una spiritualità ed un mondo altri che non possono essere, nemmeno per errore o distrazione, quelli degli emendanti per eccellenza che, di fatto, condividono il sistema sino in fondo … sino nel DNA.

martedì 27 maggio 2014

Commentino elettorale.


La nuova DC di Luca Peruzzi
1. Il popolo italiano non reagisce nemmeno quando viene preso a bastonate (un'economia ridotta come quella di un Paese uscito da una guerra, dichiarazione del Presidente di Confindustria Squinzi). La Germania e l'Italia sono gli unici due Paesi europei che confermano il consenso ai governi dell'austerità solo che nel caso della Germania c'è forse qualche ragione in più ....I compagni che esultano per i risultati elettorali perché la lista Tsipras ha avuto il 4,03 per cento dei voti e perché i 'fascisti' dell'M5S sono stati puniti dagli elettori sono semplicemente patetici: non hanno capito a quale svolta epocale siamo di fronte e quanti poteri il liberista e neoberlusconiano Renzi sia riuscito ad accentrare. Forse pensano di poter fermare domani con i banchetti l'Italicum, lo stravolgimento della Costituzione, l'allargamento del precariato, il TTIP, privatizzazioni e licenziamenti nel settore pubblico. Molti a Sinistra erano convinti che il Movimento 5 Stelle raccogliesse il voto degli ex elettori delle destre berlusconiane ma evidentemente questo si è rivolto massicciamente verso il PD.

2. La lista Tsipras ha superato il quorum del 4 per cento e questo è sicuramente un fatto positivo e un plauso va riconosciuto all'impegno di tanti compagni. Ma non è nemmeno lontanamente l'abbozzo di un progetto di Alternativa Unitaria di Sinistra: è stato semplicemente un cartello elettorale (peraltro l'unico votabile per quanto mi riguarda), una proposta politica la cui realizzazione è stata affidata in outsourcing agli 'intellettuali' considerata l'impossibilità per Rifondazione Comunista e Sinistra Ecologia e Libertà di definire un accordo strategico e di lungo periodo e nel quale tutte le divisioni e tutte le diverse visioni strategiche sono state messe sotto il tappeto. Per il domani c'è ben poco di pronto se non l'abituale impegno di tanti volontari: neanche il simbolo L'Altra Europa con Tsipras che con tanta difficoltà e combattendo contro il boicottaggio mediatico si è cercato di far conoscere sarà riutilizzabile. E probabilmente si ricomincerà nell'eterna discussione tra partiti organizzati e movimenti espressione della società civile, tra sinistra di opposizione e sinistra di governo.

3. Una delle osservazioni più frequenti nel dopo elezioni è che nessuno aveva capito cosa stava accadendo e che il PD era destinato a superare il 40 per cento. Non l'avevano capito i sondaggisti, i giornalisti, gli analisti politici, gli stessi Grillo e Renzi che hanno fatto la campagna elettorale pensando ad un testa a testa. Si possono dare tante spiegazioni razionali a questo sorprendente risultato: l'eterno carattere democristiano degli italiani, gli 80 euro, la saturazione di tv e giornali da parte di Renzi, la sua immagine di giovane e dinamico leader capace di recuperare l' "incarto" delle proposte dell'M5S (la riduzione delle spese della politica e dei privilegi della burocrazia) per accreditarsi come rinnovatore e riformista e nascondere la sostanza della sua politica liberista, la campagna elettorale aggressiva e gridata di Grillo che ha probabilmente spaventato una larga fetta dell'elettorato (larga parte dei moderati che di fronte alla fine politica di Berlusconi ha trovato nel PD la nuova democrazia cristiana e un pezzo di elettori di sinistra che si è ricompattata nel PD per il voto utile contro il pericolo 'fascista' di Grillo). Oppure si possono fare cattivi pensieri e sospettare che nel Paese delle stragi, del caso Moro, delle menzogne di Ustica, della P2, dei servizi deviati, dello strapotere delle mafie e della loro trattativa con lo Stato qualche 'manina' o 'manona' possa aver opportunamente alterato l'aggregazione dei dati elettorali.

4. Ho l'impressione che la sconfitta elettorale dei Cinque Stelle sia qualcosa di più di un'episodica battuta d'arresto ma l'inizio della fine del più innovativo fenomeno politico italiano di questi ultimissimi anni. In ogni caso qualcosa che richiederebbe un'analisi approfondita nel Movimento (se esiste un Movimento e non è solo la creatura di Grillo e Casaleggio): sul linguaggio e sulla comunicazione politica necessari a conquistare la maggioranza nel Paese, sul fatto che un'alternativa di sistema non la si realizza con il 25 o il 30 o il 35 per cento dei voti, soli contro tutti, ma tessendo alleanze sociali e politiche, chiarendo finalmente la propria visione ed il proprio progetto e dunque inevitabilmente collocandosi a destra o sinistra, dandosi un'adeguata struttura organizzativa, accettando l'idea che una forza politica ha bisogno anche dell'apporto di intellettuali, di esperti e di personaggi riconoscibili per definire programma e candidature istituzionali credibili. Il Movimento 5 Stelle può ora accontentarsi di continuare a svolgere il ruolo di 'guastafeste', di fatto però così impedendo la nascita di un'alternativa unitaria di massa e lasciando campo libero alla destra berlusconiana riunificata (Lega, Casini e Alfano, Forza Italia) quale competitore dell'altra destra del PD nel ballottaggio previsto dall'Italicum, oppure proporsi come promotore di un grande Comitato di Liberazione Nazionale insieme alla Sinistra socialista e comunista.


5. Infine sull'astensione che pur essendo un dato fondamentale della partecipazione e della salute politica di un Paese viene sempre lasciato sullo sfondo (e ciò dovrebbero riconoscerlo coloro che scelgono l'astensione come espressione politica di dissenso). E' come una competizione sportiva per la quale si ricorda solo l'albo d'oro dei vincitori tralasciando di precisare il contesto in cui è arrivata la vittoria. Quando si parla di vittoria straordinaria di Renzi bisognerebbe dunque avere ben presente che il suo 40% di consensi con una partecipazione al voto inferiore al 60% dei cittadini corrisponde a meno di un quarto del corpo elettorale. La sua stessa maggioranza di governo, sommando i voti di PD NCD e Scelta Civica, è ben al di sotto del 50% dei voti espressi. Renzi non è il padrone dell'Italia, occupa pro-tempore una istituzione ma non ha ricevuto alcun mandato dalla maggioranza dei cittadini per attuare il proprio programma di stravolgimento della Costituzione sia in senso formale che sostanziale. 

lunedì 26 maggio 2014

IL FATIDICO MURO … ED ORA TOCCA CAMMINARE




di Giandiego Marigo


Abbiamo superato il fatidico muro … e siamo entrati, bene, una buona notizia ogni tanto corrobora. .
Nei prossimi giorni gli analisti analizzeranno, i professori ed i sapienti commenteranno, i giornalisti televisivi ne trarranno pane per i prossimi mesi ed anni, i piddini faranno la loro solita festa ( ogni occasione è buona ):
Ma noi … quelli che dalla platea, hanno reso possibile questo film e gli hanno dato la possibilità e le gambe perché fosseproiettato sino alla fine … noi che faremo?
Un dato su tutti, l'AreA quando trova sé stessa e quando spinge verso l'unità ce la fa … non foss'altro che per questo abbiamo il dovere morale di continuare.
Ho scritto, in tempi non sospetti, cioè prima che vi fosse alcunchè da festeggiare … che dipenderà da noi, dalla volontà di quella che chiamiamo base.
Toccherrà a noi “essere garanti”, gli unici veri e proponibili, di questa fase ulteriore.
Il movimento Sinistra Unita- AreA di Progresso e Civiltà, non dovrebbe sciogliersi a mio umilissimo parere, ma proporsi anzi come “contenitore”… credo che i blog che hanno seguito questa sua avventura:
Bandiera Rossa in Movimento, Verità e Democrazia lo stesso blog di “Sinistra Unita”ed altri su cui magari non scrivo, dovrebbero rilanciare quell'appello sul quale sono confluiti in questo breve percorso, credo che i movimenti d'area, che stanno nascendo come funghi debbano “confluire” sotto il segno forte di una Syriza Italiana.
Credo che SeL e PRC, MRS ...piuttosto che CS, Ross@, AlbaIl Manifesto debbano render conto e rendersi conto che solo l'unità dei socialisti, dei libertari, dei comunisti è la risposta che stiamo aspettando e che stanno aspettando anche i loro militanti (sarebbe il caso che anche loro glielo facessero sapere per bene).
Questo potrebbe non piacere ai leader di sempre … bèh che dire è forse l'ora per loro di camminare all'indietro.
Credo che sia proprio l'ora di rilanciare l'unità della sinistra, lì'ora di dirlo apertamente che stiamo camminando di lì verso la Syriza Italiana … verso una sinistra europea.

venerdì 23 maggio 2014

Tra la rabbia e la paura scegliere la ragione: l'Altra Europa con Tsipras



Come scrive Antonio Padellaro in un suo bell’editoriale sul Fatto Quotidiano i due principali competitori italiani delle elezioni Europee del 25 maggio, Grillo e Renzi, hanno fondato la propria campagna elettorale sulla fragilità emozionale delle persone usando rispettivamente i sentimenti della rabbia e della paura.
La rabbia per un Paese massacrato dalla crisi economica, la paura per il salto nel vuoto che potrebbe rappresentare la vittoria elettorale di Beppe Grillo.
Ora sul 'pericolo' Beppe Grillo la discussione è aperta ma sulle origini e le responsabilità della crisi - frutto della micidiale congiunzione dell'austerità liberista con il soverchiante italico malaffare di mafie, cricche e corruzione – non dovrebbero esserci dubbi.
Anzitutto dovremmo tutti aver ben chiaro quanto è stato determinante il contributo al massacro morale, sociale, economico dell'Italia da parte delle destre: le destre berlusconiane e diversamente berlusconiane (l'NCD di Alfano e l'UDC di Casini), fasciste e post-fasciste, i Fratelli d'Italia della Meloni, di La Russa e Alemanno, la Lega di Maroni e Salvini, i 'liberali' di Monti. Quell'area politica ci ha regalato Berlusconi, Dell'Utri, Previti, Cosentino, Scajola, Bossi, Belsito, la Santanché, Alfano, Schifani, Borghezio, Storace, Giovanardi, Gasparri, Sacconi, Formigoni, Cicchitto, Fiorito.
E dovremmo avere piena consapevolezza delle scelte scellerate operate dai degeneri eredi del PCI e della sinistra democristiana: prima l'imbelle opposizione a Berlusconi e poi, con Monti Letta e Renzi, la piena adesione e la gestione diretta del massacro sociale delle politiche liberiste, dell'austerità, del precariato.
Ora che tutti si dichiarano contro l'austerità e a favore di un'altra Europa ricordiamoci di chi ha votato il fiscal compact e il pareggio di bilancio in Costituzione oltre che la folle e sadica riforma delle pensioni della Fornero, chi è che sa solo proporre precariato e svendita delle aziende pubbliche ai privati.

IL MOTIVO PER CUI VOTERÒ “L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS”







Di Giandiego Marigo

Non sono, l’ho detto molte volte, un intellettuale ben pagato e riconosciuto. Quel che penso e faccio, quel che credo e scrivo ha scarso valore, anche se qualcuno tutto sommato mi legge e mi ascolta. Non posso, quindi, permettermi appelli ed ancora meno “dare Garanzie”.
Ho pensato ad una lista con Tsipras, che valorizzasse il lavoro di Syriza, sin da prima che essa esistesse … perché è, mia assoluta convinzione che questa “esperienza sia “determinante” nella lunga storia della sinistra europea, per il contesto ed il periodo storico in cui avviene. Per il suo respiro unitario, per lo spessore del suo discorso e della sua proposta … ed infine perche l’unità dell’area socialista è il primo passo indispensabile e necessario verso la creazione di un’AreA di Progresso e Civiltà. Ho scritto, nel tempo, molte volte, le ragioni di quest’Area , ho perorato la sua urgenza … ne ho accennato i contorni … per quel che vale, ma oggi qui parlerò delle ragioni di un voto.
Il movimento soffre, da tempo, dell’impossibilità di incidere, la sorte delle lotte locali, anche quand’esse fossero “giuste ed attrattive” o persino “innovative” dimostra, senza ombra di dubbio questa realtà. La sorte dei referendum, splendida vittoria (di Pirro), sull’acqua e sul nucleare in Italia, dimostrano che se il fronte delle lotte, sociali, ambientali e culturali non è, al minimo europeo esse non modificano nulla, non cambiano la società e si spengono, zittite da forme di potere ben più complesse ed articolate del mero potere nazionale o locale.

lunedì 19 maggio 2014

Una buona destinazione per il 5 per mille: contribuire a fronteggiare la tragedia dell'Alzheimer


L’A.F.A.M  - Associazione Familiari Alzheimer Marche nasce il giorno 8/8/2008 come Associazione Familiari Alzheimer Macerata per iniziativa di un gruppo di familiari di malati di Alzheimer per poi trasformarsi in Regionale il giorno 6 maggio 2013.
E’ un‘associazione ONLUS senza scopo di lucro ed è affiliata all'Associazione Alzheimer Riuniti Roma ONLUS.
A.F.A.M. nasce con lo scopo di migliorare la qualità di vita dei malati e delle loro famiglie che si trovano improvvisamente investiti da una problematica di cui sanno poco o niente, alle prese con mille difficoltà sia di ordine materiale, che economico, psicologico ed emotivo.
I nostri obiettivi sono essenzialmente:

•    Informare e sensibilizzare sulla malattia e tutti i suoi aspetti
•    Rappresentare le esigenze e le problematiche dei malati e dei loro familiari presso le istituzioni preposte sul territorio
•    Formare la famiglia e chi assiste il malato
•    Creare la possibilità di contatti e scambi fra gli associati

Credendo nel confronto in un’ottica di scambio e di arricchimento abbiamo cercato esperienze di affrontare la malattia in altre regioni di Italia. Abbiamo scoperto verificandolo di persona che la malattia è brutta, ma non così brutta come ci è stata presentata o come sfortunatamente l’abbiamo vissuta. Esiste un modo diverso di affrontarla, un metodo che mette la persona la centro, assistendola non solo con farmaci, ma con tutta una serie di elementi che vanno dai comportamenti, alla logistica, alle attività, all’arredamento, sempre nell’ottica del rispetto della persona e delle attitudini che la caratterizzano. Il vedere che concretamente è possibile un altro modo di affrontare la malattia ci ha dato la “spinta” necessaria per poterci “buttare” ed aiutare le Istituzioni a fare un giro di boa che consenta una svolta nell’approccio alla malattia e a tutto ciò che questa comporta in un percorso unico che veda come attori coprotagonisti familiari, operatori, medici, psicologi e volontari.

sabato 17 maggio 2014

Il Movimento 5 Stelle visto da un elettore della lista Tsipras


Grillo e Renzi, i nuovi mostri secondo Luca Peruzzi
Per quanto ormai drammaticamente fuori sintonia con la cultura delle masse popolari e nonostante nella sua composizione sia caratterizzato numericamente da più sigle che teste, il mondo dell’attivismo e dell’elaborazione intellettuale della Sinistra non è secondo a nessuno quando si tratta di dilaniarsi in dispute teorico-ideologiche.
La prima è evidentemente la questione euro-si contro euro-no, credere nella possibilità di riformare l’Unione Europea o considerarne l’uscita l’unica possibilità di salvezza.
La seconda, non meno lacerante, riguarda il giudizio nei confronti del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.

E qui, pur nel sostanziale unanime riconoscimento dei limiti dei pentastellati - di “visione”, di governo della propria organizzazione politica - si contrappongono due diversi atteggiamenti.

martedì 13 maggio 2014

NON E' UNA QUESTIONE DI MARKETING!


Di Marigo Giandiego


Questa perorazione vale per tutti, anche se ha valenza doppia per i “modificatori di mondo”, per coloro cioè che si arrogano con maggiore o minor merito l'onere o lonore del trasporto della fiaccola del cambiamento.

Come può avvenire questo cambiamento se ad una “esteriorità progressiva” corrisponde, poi, un'interiorità assolutamente tradizionale e convenzionale.
I grandi Moovement prima di mettere in discussione la “struttura” posero in forse i “valori” che la confermavano: l'organizzazione della famiglia, la figura del padre, i ruoli di potere ed il modo in cui essi si riproducevano, le convenzioni sociali ed il perbenismo, le tradizioni ed il culto del passato, le grandi religioni ed i loro dogmi.
Fu questa discussione, questo dubbio, questa volonta di rinnovamento e rinascita spirituale e sociale che permise l'onda lunga arrivata, pur con tutti i suoi errori e limiti, a lambire anche i nostri anni. Oggi, per contro, i “rivoluzionari” perpetuano comportamenti assolutamente tradizionali e “conformi”, si sposano in chiesa e con grande pompa, battezzano i propri figli, vestono trendy, elaborano atteggiamenti modaioli, escono in piazza la domenica vestiti a festa, Accettano le convenzioni, fanno parte di coalizioni. Frequentano masters condivisi con la migliore borghesia, condividono la visione economico-sociale di Pyketty, sottoscrivono una visione condivisa, unitaria della società.
Si possono contare sulle dita di una mano coloro che attuano “comportamenti” altri … che non siano, ampiamente, sdoganati ed accettati … sistemici, in buona sostanza.
Nessuno si prende il rischio dell'emarginazione, se questa non gli viene ammannita come una sorta di punizione dalla società stessa.
I luoghi dell'esspressività e della creatività sono condivisi, il pensiero è unico, non esistono circuiti underground o alternativi che non siano “controllati e gestiti” dal potere stesso come valvole di sfogo programmato
Da questo “imborghesimento” (anche se il termine non è affatto adeguato, mi sia concesso) deriva l'incapacità di comprendere la lingua e le esigenze degli ultimi...e dei penultimi e lo scollamento conseguente dalle esigenze del “popolo”.
Oggi, tristemente, questo rapporto è gestito con “modelli pre-formattati” legati alle leggi del controllo e del marketing, da personaggi che non hanno alcun reale interesse nella sorte di coloro che manovrano, ma li usano in modo strumentale ed assolutamente irrispettoso. Giocando con le “appartenenze” e “ le leggi universali del gregge” in modo spudorato ed a tratti indecente.
Non riusciamo a contattarli con la verità?
E ci corrucciamo di non avere un linguaggio sufficientemente elaborato per “narrarla”, di non avere anche noi le nostre“leggi del gregge” ma non è questo il problema … non solo. Non abbiamo le parole, i linguaggi, perché non abbiamo alcuna conoscenza della classe (perdonerete quuest'escursione marxiana), ma non solo.
Perchè anche noi siamo imprigionati in un linguaggio artificiale, che è quello riconosciuto ed adottato dal mainstream … che non è però affatto quello della classe, ma semmai una sorta di lingua universale.
Non è una questione di marketing, così come non è mai stata una questione di leader.
Sono assolutamente convinto che la politica sia anche praticità e quotidianità che le proposte e le risposte necessarie siano anche pratiche ed immediate, che non sia quindi solo ed unicamente una questione di ragioni e motivazioni profonde … ma fra questo ed accettare le logiche sistemiche perché sono quelle implementate e conosciute c'è differenza, così come c'è nel scegliere la strada breve e più battuta in termini “comunicativi”.
Potrei, a questo punto, essere accusato, come è gia successo di monotonia … queste cose in altro modo ed in altra chiave le ho già dette … e non solo io.

Però io credo che la ripetizione giovi, anche perché, per quel che vedo nulla di quanto detto in questo breve post, viene realmente preso in considerazione mei momenti topici e laddove conta...quindi, devo dedurre, non è stato sufficientemente detto e con ogni probabilità, così come succederà probabilmente anche questa volta, mai ascoltato.

giovedì 8 maggio 2014

La Politica e la Sinistra: software, hardware e sistema operativo



Se proviamo a paragonare il funzionamento della politica (mi perdonino gli esperti per le mie grossolane conoscenze informatiche) a quello di un computer (che a sua volta è concepito avendo come modello di riferimento l'essere umano) troveremo gli stessi elementi essenziali: hardware, software e sistema operativo.
In politica il software è rappresentato dai contenuti, le idee, i programmi, i progetti, i modelli teorici; l'hardware è la struttura del soggetto politico che propone e sostiene tali idee e tali proposte; il sistema operativo è il contesto culturale, l'insieme delle regole condivise, il sistema di valori e di intime convinzioni che riguarda la maggioranza delle persone e che determina la possibilità e la modalità per software e hardware di poter funzionare.
La Sinistra ha una buona capacità di produrre software con i suoi soggetti collettivi ancorché piccoli - partiti, movimenti, associazioni, siti di controinformazione – e insieme a questi grazie a singoli pensatori, blogger e militanti del web. Ma la diffusione di questo software resta limitato: non riesce a raggiungere o fa un'immane fatica a raggiungere le soglie minime di diffusione e di condivisione. E questo nonostante sia in linea di massima migliore di quello dei 'concorrenti'.
Ciò accade perché non sono disponibili o non sono compatibili l'hardware ed il sistema operativo necessari per farlo 'girare'.