Morire sul lavoro, morire come
Francesco Pinna e le operaie tessili di Barletta guadagnando cinque
euro l'ora, morire suicidi per la crisi economica come in Grecia (e i
dati per l'Italia?), morire per reclamare i propri diritti come
Mariarca Terracciano, morire suicidi per l'alienazione dal lavoro e
le ristrutturazioni selvagge nella Telecom francese o nelle fabbriche
cinesi di gadget tecnologici che acquistiamo nei centri commerciali,
morire suicidi nelle carceri sempre più discariche sociali, morire
di cancro e leucemia per l'inquinamento a Taranto, a Bhopal, nel
delta del Niger, a Priolo, a Casale Monferrato, per i rifiuti tossici
occultati nelle discariche campane, morire per la follia omicida
razzista e fascista a Firenze e in Norvegia, morire ammazzati per una
lite scoppiata andando in macchina o in metropolitana, per una sigaretta non
data o uno sguardo rivolto in discoteca, morire per lo sballo della
droga e dell'alcool, morire di guerra e per la guerra in Afghanistan,
in Palestina, in Iraq, in Libia, in Cecenia, morire di fame in
Africa, morire annegati nel Mediterraneo inseguendo la speranza di poter
sopravvivere con dignità, morire di malasanità e per gli interessi di coloro che
speculano sulla salute, morire per mano della criminalità
organizzata, morire nelle mani delle forze dell'ordine come Federico
Aldrovandi, come Gabriele Sandri, come Stefano Cucchi, morire per
l'incuria del territorio che rende anche un acquazzone un killer
letale, morire bambini per il degrado in un campo rom.
Morire dentro senza più un lavoro, senza più fiducia, senza più speranza.
Morire dentro senza più un lavoro, senza più fiducia, senza più speranza.
Quanto vale una vita umana in questa
società dominata dall'egoismo, dal profitto, dalle ragioni del
mercato e della finanza? Quanto vale una vita per il 'Sistema' e cosa ha esclusivo valore per il 'Sistema'?
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