"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)
venerdì 29 novembre 2013
Per l'Unità della Sinistra. Semplicemente un Appello
Pagina Facebook: Europee 2014: Sinistra Unita per Tsipras Presidente
Scritto da Giandiego Marigo e Maurizio Zaffarano
Scegliamo, per questo appello, un linguaggio altro, perché è ad altro che non alla sola ragione che noi stiamo parlando, sebbene la logica ed il pragmatismo sorreggano il nostro discorso e la nostra proposta, scegliamo di parlare al cuore, agli uomini, al signore di shen, al padrone dei sogni.
Là dove risiedono i motivi, là dove nascono le scelte, là dove si trovano le ragioni vere per cui tutti noi siamo qui. E’ di un altro mondo possibile che stiamo parlando, della sua necessità, del bisogno reale che il grande popolo di quella che chiamammo sinistra oggi manifesta.
Del grido di dolore e dell’esigenza.
Noi non siamo più disposti ad aspettare, non siamo più disposti a rimandare, non siamo più disposti a rinunciare, non siamo più disposti a fallire. In un Paese devastato dal dominio di un capitalismo finanziario, distruttivo e crudele, che ha progressivamente smantellato le conquiste sociali frutto di decenni di lotte e sul quale si abbatte ormai da tempo la mannaia di una crisi sistemica senza fine e delle ricette recessive e antipopolari imposte dalle istituzioni finanziarie internazionali.
Non è tollerabile che i ceti più deboli – gli ultimi ed i penultimi, i disoccupati, i precari, le donne, i lavoratori, i pensionati, i disabili – cioè la maggioranza, il cuore pulsante di questo paese non riescano ad esprimere una propria diretta rappresentanza politica, che indichi la prospettiva di una società e di un modello economico diversi, fondati sulla giustizia sociale,sull'uguaglianza, sulla liberazione dal bisogno, sulla possibilità per ciascuno di esprimere il proprio talento e le proprie attitudini.
mercoledì 20 novembre 2013
COSTRUIAMO, DAVVERO, QUI ED ORA, L’AreA DI PROGRESSO E CIVILTA’
Di Giandiego Marigo
Cosa sta succedendo?
L’ennesimo tentativo di unificare
la “sinistra”? Una bella idea nata
in un gruppo di intellettuali e da un
paio di sindacalisti “conseguenti”?
Un’altra bandiera sollevata,
nuovamente? Un’altra variazione sul tema della nostalgia
Nulla di tutto questo ed anche tutto
questo. Innanzi tutto non siamo intellettuali
riconosciuti e ben remunerati, siamo un gruppo di persone vere, esistiamo
in rete e nel territorio. Persone normali, anche se forse con una lunga storia
di partecipazione , certamente, con un grandissimo amore e rispetto per i
movimenti. Lontanissime, per molteplici ragioni, da ogni segreteria e salotto. Non siamo nostalgici
e non pratichiamo la Raccolta di
bandiere cadute.
Crediamo però che questo paese,
in realtà tutta l’Europa, abbia grandissima esigenza di un’AreA
Anticapitalista, Alternativa, Social-Liberal-Libertario-Comunista, che sappia elaborare
e fare propri i linguaggi e le esigenze del tempo che stiamo attraversando, che
abbia una visione, che sappia
descrivere e proporre un mondo altro da quello dell’unico Pensiero e dell’assoluto
potere della finanza e delle grandi famiglie, che sappia opporsi al medio evo
tecnologico prossimo venturo. Che sappia raccogliere e rappresentare le
esigenze materiali e spirituali, di
un grande, enorme popolo che crede nel progresso ed in uno sviluppo
compatibile, in una cultura altra e popolare, le ragioni profonde e sacre della
vera pace fra i popoli, del disarmo, dell’abbattimento delle frontiere, che non
tenda alla strumentalizzazione ed alla manipolazione, ma liberi le creatività e
le energie migliori di questo paese. Che ami Madre Terra e che non abbia l’arroganza
d’esser Razza Padrona , ma che si creda
parte. Che usi la scienza, la storia, la politica per l’uomo e non per la
conservazione d’un occulto antico potere personale, che preferisca le ragioni dei molti rispetto ai privilegi dei pochi. Che
conosca le proprie potenzialità e si avvicini all’agone sociale consapevole di
essere, esistere e contare. Che sappia distinguere l'internazionalismo e l'europeismo dal consegnare il proprio popolo al massacro della grande finanza mondiale.
Quella che chiamammo Sinistra, forse,
in quel che noi credevamo fosse, prima che innominabili interessi di poltrona
e/o abitudine al compromesso senza valori, la corrompesse in modo definitivo
riducendola a quel che è ora … in’assoluta confusione, un’area inesistente
eppure abusata. Un termine vuoto, usato solo in termini di Marketing in
occasione delle tornate elettorali. Una giustificazione per attuare progetti
che si possono definire “ottimisticamente” neo-democristiani. Costringendo quel
che resta di lei in alleanze “suicide,
obbligate e demenziali” al cui accesso acquisisce il dubbio diritto solo
rinnegando sé stessa e la propria storia.
Prima che la tendenza alla
dissociazione e alla coltivazione orticola, unita all’incapacità di costruire
ponti e ad un’insanabile propensione alla muratura, nonché ad una forma di
semi-cecità ombelicale la frantumasse in mille inutili, inconsistenti,
agguerriti del nulla, agglomerati e partitini, così com’è ora.
Quello che noi vogliamo fare non
è solo “rilanciare” che sarebbe in fondo solamente un progetto nostalgico e nemmeno rifondare,
vorremmo far nascere dalla necessità, dal basso, dalla partecipazione e dalla
circolarità, dall’orizzontalità e dall’ascolto del “femminino”. La Consapevolezza
e l’Unità di un’AreA vasta e composita, plurale e multi voce, colorata, allegra
e votata al perseguimento della felicità e della compatibilità, sensibile alla
voce della propria spiritualità ed allo stesso tempo forte di una
consapevolezza pratica che superi il pragmatismo sterile dell’amministrazione
del nulla attuando gradualmente e passo dopo passo un reale cambiamento del
modo in cui questa nostra società si organizza e si manifesta. Accettando il
confronto, costruendo ponti ed abbattendo muri, ma rimanendo sempre “fortemente
cosciente” d’essere quello che è, portatrice d’un pensiero e di una
spiritualità conseguente, densa di valori e di proposte di percorso. Con una
visione chiara di mondo possibile, che non nasca dall’esaltazione a teoria del
meno peggio, ma che conosca il meglio per l’intera umantà.
Questo stiamo facendo … ed un poco ci tremano le vene ai polsi nel
solo pensarlo, ma lo riteniamo necessario.
Certamente non sarà facile,
ovviamente “attraverseremo il deserto”,
ma lo riteniamo necessario e pensiamo che siano moltissimi coloro che sono
disposti a condividere con noi Pane Sale
e Percorso. Abbiamo intenzione di usare la rete, ma anche di espanderci e
radicarsi nei territori con un movimento d’opinione che spinga quella che
chiammammo sinistra alla consapevolezza ed alla coscienza di questa necessità e
dell’importanza i questo cammino. Le metodologie verranno scelte cammin
facendo, per ora abbiamo avviato un evento su facebook https://www.facebook.com/events/466583610120960/?fref=ts,
ma sentirete parlare di noi, in rete, per cominciare … sarebbe un onore ed un
immenso piacere avervi con noi in questo viaggio.
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martedì 19 novembre 2013
Verso l'Unione delle Sinistre. Cerchiamo compagni per condividere un sogno: una Sinistra forte!
Rifiuto dell'austerità e
del liberismo, contestazione dei trattati europei, diritti civili e
sociali, laicità dello Stato, lavoro e welfare, scuola e sanità
pubblica, beni comuni, intervento pubblico nell'economia e nei comparti
produttivi e finanziari fondamentali, lotta alla povertà, moralizzazione
della vita pubblica, ambiente, pace, guerra senza quartiere a
corruzione, mafie, evasione fiscale. Difesa e attuazione della
Costituzione. Un movimento aperto e plurale, senza padroni, costruito
dal basso, espressione di una cultura 'altra' nel linguaggio e nei
comportamenti personali, che restituisce alla parola riforma il suo
significato originario: migliorare la vita delle persone. Non sono
obiettivi comuni a tutta la Sinistra, a socialisti e comunisti, a
riformisti e radicali, a marxisti e keynesiani?
Evento facebook:
sabato 16 novembre 2013
Nichi Vendola e le colonne d'Ercole
![]() | |
Nichi Vendola by Luca Peruzzi |
Non è francamente l'aspetto penale (il
Presidente della Regione Puglia è indagato per concussione
in concorso con alcuni dirigenti dell'ILVA con l'accusa di aver fatto pressioni
sui vertici dell'Arpa, l'agenzia regionale per l'Ambiente, al fine di
«ammorbidire» la posizione dell'agenzia nei confronti delle
emissioni nocive prodotte dall'impianto siderurgico) quello più
interessante della vicenda Vendola – ILVA. Anche se poi, lette a
posteriori, certe scelte riformiste, governative, pragmatiche, tanto
più quando appaiono irrazionali e fatalmente destinate al fallimento
sul piano elettorale spesso rivelano cattive coscienze, scheletri da
continuare a nascondere nell'armadio, interessi inconfessabili o
comunque la volontà di portare subito all'incasso – in termini di
posti di potere, di poltrone parlamentari, di visibilità mediatica,
di tranches di finanziamento pubblico – la popolarità e il
gradimento provvisoriamente raggiunti.
L'aspetto fondamentale è invece
politico. L'idea di una politica cioè che accetta di restare
prigioniera nel recinto costruito dalle compatibilità europee, dai
dogmi del mercato, dalle riverenze verso Istituzioni (a partire da
Napolitano) che palesemente si pongono in contrasto con i dettami
costituzionali, dal fatto che con certi poteri forti – di volta in
volta le mafie, gli speculatori, il grande capitale, le imprese
criminali e inquinanti, il Vaticano, i partiti pro-tempore più
premiati dal consenso elettorale – bisogna pur convivere.
martedì 12 novembre 2013
Socialismo e felicità
La crisi della sinistra è anzitutto
una crisi culturale, è il suo essere spiazzata e resa inattuale dai
sentimenti e dai valori oggi dominanti, è il suo non saper offrire
una prospettiva condivisa e accettata di cambiamento e di governo. I
sentimenti e i valori dominanti sono oggi quelli dell'individualismo
e dell'affermazione personale che si realizzano nel desiderio di
potere e di possesso di beni materiali. Il contesto culturale
dominante è quello che forgia e rafforza questi sentimenti: sta
nella realtà travisata e manipolata dalla narrazione dei principali
media, nell'esistenza ridotta a competizione per la vittoria e il
primato, nei divi miliardari dello sport e dello spettacolo assunti a
miti e modelli da adorare e da imitare, in alcune merci - l'ultimo
gadget elettronico, l'automobile di lusso, il capo firmato, il
viaggio nei luoghi esotici – insieme alle conquiste sessuali da
esibire quali prede e trofei identificate come le uniche cose per cui
vale la pena di vivere. Di fronte a questo quadro di valori il
degrado morale ne è diretta conseguenza: tutto è lecito per
raggiungere il successo e la ricchezza, qualunque persona si può
vendere o comprare. Grillo, Renzi e Berlusconi sono tre varianti
tutte interne a questa cultura e a questo sistema: il loro messaggio
politico comune è che bisogna consentire e facilitare l'affermazione
e il successo individuale e non cambiare il sistema e i rapporti di forza economici e sociali che lo caratterizzano. Combattendo le caste e i privilegi che
impediscono la mobilità sociale o eliminando i lacci e lacciuoli o
le tasse e le regole che si mettono di traverso al pieno dispiegarsi
del 'mercato', della libera impresa, di un preteso 'merito' assunto a
dogma ignorando la realtà delle disuguaglianze.
Di fronte a questa egemonia culturale
dell'individualismo, dell'egoismo personale e di gruppo, al venir
meno del sentirsi parte, con tutti i vincoli e i doveri che ne
conseguono, di comunità più ampie, termini come lotta di classe,
solidarietà, giustizia sociale diventano per la maggioranza, anche e soprattutto dei giovani, parole
vuote o incomprensibili o comunque prive di una reale forza di
seduzione.
La Sinistra dovrebbe allora ripartire
ponendo come propria premessa la felicità ed il diritto alla
felicità perché ciò consente di incunearsi in questo contesto
culturale ed evidenziarne le contraddizioni. Consente cioè di
lavorare su due piani contemporaneamente: quello del concetto di
felicità come 'essere', come ricchezza e completezza delle relazioni
sociali e umane e come possibilità di liberare la propria essenza interiore, anziché come 'avere' e quello del 'bagaglio' minimo
(lavoro, casa, ambiente, servizi sociali, istruzione e cultura) che
deve essere garantito ad ogni essere umano perché possa realizzare
pienamente sè stesso. Felicità dunque che disvela e si riconnette alla
necessità del controllo collettivo sulla produzione e sulla
distribuzione della ricchezza, sulla convenienza a far prevalere il
bene di tutti sul profitto e sull'interesse individuale.
sabato 9 novembre 2013
LA PARCELLIZZAZIONE DELLE IDEE E LA COLONIZZAZIONE CULTURALE DELLO STARS SYSTEM
di
Marigo Giandiego
Sono, lo premetto, un intellettuale di strada, un poeta straccione,
uno scrittore inedito, va detto, prima di affrontare l'argomento di
cui voglio parlare.
E' palese, palpabile, evidente e gravosa la necessità d'una visione
culturale altra da quella sistemica. La si può individuare
con facilità, è costantemente ripetuta, anche volendo, nella
litania della necessità d'un soggetto altro e innovativo in
quell'AreA che chiamammo sinistra.
Di cosa si nutre però questo soggetto? Cosa costituisce il suo humus
in questi anni in cui il movimento operaio tende a scomparire con la
medesima velocità con cui il concetto di lavoro si modifica. Non
intratteniamoci , per il momento, su questa modificazione solo
formale, ma badiamo alla sostanza. Pur permanendo l'analisi classista
della società essa si m odifica e cambia, aggiornandosi,
modificandosi con il modificarsi dei rapporti di potere.
Dicevamo
di cosa si dovrebbe nutrire questo nuovo soggetto?
Se non di comportamenti, visioni, mode e modi, ma soprattutto d'un
punto di vista che derivi da una descrizione del mondo altra
rispetto a quella che ci fornisce la cultura corrente (o la non
cultura se preferite).
Questo punto di vista dovrebbe derivare anche, così come è sempre
stato dalla presenza di un movimento culturale che lo sappia
rappresentare e diffondere, trasformandolo in “comportamenti
originali” ed in manifestazioni visuali , scritte e/o cantante,
dipinte disegnate o scolpite … comunque si voglia manifestate in
modo sintetico e visuale … artistico. Una manifestazione non
necessariamente materiale che nutra i motivi, il senso, le ragioni e
le filosofie noncheà lo spirito che sottendono ad una scelta di
vita.
Ma attenzione, come può avvenire tutto questo se la “confusione”
si realizza innanzi tutto nel come l'intellettuale vede sé stesso?
Sono moltissimi per esempio i gruppi musicali che potrebbero, in
qualche modo, incarnare l'embrione di questa scelta, ma essi vedono
sé stessi all'interno dello Stars System, e riproducono
modalità e percorsi del tutto funzionali al sistema, annullandosi al
suo interno e perdendo ogni deterrenza o pericolosità.
Stesso discorso vale, per esempio per i “comportamenti”
dell'area M5S che nascendo da una premessa solo “formale e mai
sostanziale” di discussione del sistema non incidono e non
modificano, ma “emendano in senso vuotamente moralistico”
la realtà delle cose.
Conservando al proprio interno le modalità d'un rapporto culturale
identico a quello presente nella società e riproducendo (si prendano
ad esempio alcune manifestazioni esteriorizzate di tale assenza di
discussione sostanziale … come la mosca Tze-Tze, piuttosto che non
lo stesso Blog di Beppe, ma comunque l'assenza, se non per scelta
personale, d'una analisi comportamentale che produca il vero
cambiamento).
Fatto sta che concentrando la discussione sulla correttezza formale e
su un'etica interclassista, pragmatica e praticabile senza
discussione dei reali rapporti di potere esistenti nella società
essi ne “banalizzano” la portata limitandosi ad una
moralizzazione di superficie che cambia tutto per non cambiare nulla.
Ma torniamo al discorso da cui siamo partiti. Come possono queste
analisi, questi “comportamenti”, queste “filosofie”
insidiarsi ed infettare beneficamente la società se coloro che le
portano sono, in prima persona, portatori d'un modello negativo?
Fare una conferenza “di livello”, un concerto
“partecipato”, proporre una qualsiasi opera d'intelletto
oggi costa moltissimo e questo è, di fatto, il principale ostacolo
alla loro diffusione. Questo, purtroppo non vale solo per le
tematiche “normalizzate” ma anche tristemente per quelle
teoricamente “altre”.
Questa è discussione annosa, nessuno qui sta proponendo la gratuità
della cultura (vecchio slogan fallimentare) o il fatto che
l'operatore culturale debba essere men che un professionista, ma
altro è che debba guadagnare moltissimo ed essere qualche cosa di
più che non un artigiano del pensiero ed un interprete professionale
della creatività, un mediatore ed un diffusore … un operatore alla
fine, pur nobile, di qualche cosa che è … a prescindere dalla sua
tecnica e quindio non la divinizzazione di una interpretazione ma
l'utilità sociale e la fruibilità della stessa.
Lo Stars System è poi lo stesso che penalizza i molti per esaltare a
dismisura alcuni, molto al di là e decisamente al di fuori di ogni
loro reale merito, pur presente e riconosciuto. Se la logica è la
medesima che sottende l'esaltazione iconica dei calciatori o la
“venalità professionale” dei politici come possono
trasportare un messaggio diverso da quello d'un sistema che monetizza
l'anima se premettono il danaro come “centro di gravità”
della loro azione? Se essi si asservono alla divinità inventata
da questo sistema come possono essere contemporaneamente
“asisistemici”? E' per questo che, a mio umilissimo parere
qualsiasi discussione su “circuiti alternativi” o soggetti
che vogliano altro che non la mera superficie dello stagno, su Aree
che rappresentino non solo il disagio materiale ma anche quello
spirituale e filosofico, che vogliano quindi premettere “un
cambiamento reale” e non soltanto delle chiacchiere più o meno
urlate deve iniziare dalla discussione dei ruoli e delle
“funzionalità” degli “intellettuali” che li veicolano. Una
discussione sull'avanguardia che laellarsi al giogo europeo riguardia
non nel suo ruolo , ma nella sua essenza, nei suoi doveri prima che
nei suoi compiti. Questo vale per tutti leader, organizzatori
politici e pensatori autorizzati .
Filosofi più o meno indipendenti, Artisti conseguenti,
Intellettuali appartenenti e liberi, Critici d'arte
altri ed interpreti dell'avanguardia e dell'alternativa, comici
ed attori più o meno satirici e asistemici.
Perchè mai , per esempio un docente universitario dovrebbe
pretendere 2500-3000 euro per una conferenza che riguarda la
necessità di ribellarsi al giogo dell'elite europeista o
l'umanizzazione del marxismo?
Ed ancora perchè un cantante dovrebbe essere pagato migliaia di Euro
per riprodurre un lavoro d'alternativa. Qual'è il valore trasportato
il contenuto di quel che dicono, la necessità di cui parlano oppure
il numero di appartamenti che il loro lavoro produce?
E se questo è il valore in cosa è alternativo da quelli che il
sistema ci impone? E se non lo è di cosa stiamo parlando?
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