Alfano in tenuta antisommossa by Luca Peruzzi |
Diciamo anzitutto una cosa: quando le
forze dell'ordine vogliono gestire (cioè hanno l'ordine di gestire)
una manifestazione pubblica prevenendo e minimizzando scontri e
incidenti riescono a farlo. Ci riescono nelle situazioni più a
rischio e tanto più quando hanno di fronte una forza tranquilla
quale quella di un sindacato organizzato come la Fiom.
Se i poliziotti decidono di
manganellare ferocemente e senza pietà dirigenti sindacali e lavoratori che protestano,
come successo oggi a Roma con gli operai dell'AST, significa che
hanno avuto disposizioni in tal senso oppure non hanno avuto l'ordine
di astenersi dal creare problemi (il che significa in pratica la
stessa cosa).
In una situazione di contrasto politico
tra il governo Renzi e la CGIL e dentro il Partito Democratico tra la
maggioranza liberista e la vecchia guardia 'concertativa' non si può
non dare un significato politico alle manganellate dei poliziotti.
Il governo Renzi vuole agire da rullo
compressore nei confronti dei lavoratori e del sindacato negando
persino il loro diritto a manifestare e non è più disposto a
riconoscerne un ruolo di controparte. Dunque bisogna intimidire i
lavoratori e nel contempo 'incentivare' i dissidenti piddini ad
abbandonare il partito.
E' finito il tempo, si dice, del
compromesso keynesiano e riformista che ha ispirato le costituzioni
europee del secondo dopoguerra. E questo significa che sta a tutti
noi – lavoratori, cittadini, militanti politici e sindacali –
impegnarci per organizzare da subito e con concretezza la resistenza
e la controffensiva. In caso contrario le nostre vite verranno
spazzate via senza pietà.
Fin qui il ragionamento politico
generale e le responsabilità evidenti del ministro degli interni
Alfano e del Presidente del Consiglio Renzi.
Poi però bisogna parlare delle “forze
dell'ordine”, di quello che passa nella testa di ciascuno degli
operatori della “sicurezza” quando bastonano studenti adolescenti
o lavoratori in corteo per difendere la propria occupazione. Da
quarant'anni andiamo avanti con le parole di Pasolini che stava dalla
parte dei poliziotti figli di poveracci contro gli studenti figli di
papà ma vogliamo parlare del G8 di Genova e della macelleria
messicana della scuola Diaz? Vogliamo parlare dei tanti massacrati di
botte una volta “al sicuro” nelle loro mani? Quale odio profondo
alberga nei loro cuori? Quale disprezzo per gli altri e quale senso
di onnipotenza gli deriva dall'indossare una divisa? Quanto sono
intrisi di ideologia fascista? Non hanno giurato fedeltà alla
Costituzione e non sono al servizio dello Stato e della Comunità e non di
chi gli concede gli scatti contrattuali automatici a differenza di
tutti gli altri dipendenti pubblici?
Se esiste un sistema che è predisposto
ed organizzato perché tutte le rotelline che ne fanno parte seguano
esattamente la funzione a cui sono destinate è anche vero che esiste
sempre una coscienza individuale, la capacità di discernere tra ciò
che è bene e ciò che è male, un senso di umanità che non si può
mai rimuovere del tutto. O almeno esiste il buon senso.
Anche nelle dittature e nei regimi.
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