"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

venerdì 25 febbraio 2011

Il mistero dell'arretratezza politica, civica e morale degli italiani – Il lascito del fascismo e le rivoluzioni mancate

di Mario Armellini (1).



Ciò che mi sembra necessario ed urgente capire, perché ne va della stessa democrazia, come la vicenda Berlusconi dimostra, è come porre dei rimedi alla degenerazione del sistema dei partiti, sempre più autoreferenziali e incapaci di fare il bene pubblico, sempre più incapaci di rispondere ai gravi bisogni del Paese. Al di là dei facili sfoghi emotivi, mi sembra non si faccia uno sforzo adeguato nel porre al centro del dibattito, della riflessione e dell'azione politica questa tematica, che non si riduce al problema Berlusconi, pur essendone Berlusconi la degenerazione più grave dai tempi del fascismo ad oggi.
Occorre pertanto fare uno sforzo di comprensione del processo che ha portato alla "volgarità dell'Italia dei nostri anni [...], la volgarità di un populismo senza regole " (L. Ornaghi, V.E. Parsi, La virtù dei migliori. Le élite, la democrazia, l'Italia, Il Mulino, 1994, 75). Dove è iniziata "la mutazione genetica", come la definì Scalfari nel 1994, che ha condotto sino all’attuale emergenza democratica dovuta al berlusconismo?
Questo “male” italiano è certamente antico, se già nel 1824 Giacomo Leopardi, nel suo famoso Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli Italiani, sottolineava la “mancanza di società ”,“di buoni costumi” e dell’attitudine allo “scambievole disprezzo degli italiani”, nonché il loro "cinismo". “Le classi superiori d’Italia – scriveva Leopardi - sono le più ciniche di tutte le loro pari nelle altre nazioni. Il popolaccio italiano è il più cinico di tutti i popolacci. Quelli che credono superiore a tutte per cinismo la nazione francese, s’ingannano. Niuna vince né uguaglia in ciò l’italiana. Essa unisce la vivacità naturale (maggiore assai di quella de’ francesi) all’indifferenza acquisita verso ogni cosa e al poco riguardo verso gli altri cagionato dalla mancanza di società, che non li fa curar gran fatto della stima e de’ riguardi altrui [… ] nel nostro proprio commercio… il cinismo è tale che supera di gran lunga quello di tutti gli altri popoli…” (http://www.leopardi.it/discorso_stato.php).

giovedì 24 febbraio 2011

Trattativa e 41-bis, un passato che non vuole passare






Dal 12 Febbraio è disponibile in edicola il DVD "19 luglio 1992 - Una strage di Stato" insieme a Il Fatto Quotidiano a 9.90 Euro
E’ anche possibile acquistare il DVD direttamente dal sito de Il Fatto Quotidiano (previa registrazione) a questo indirizzo:
Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=n1ZNan0zF_g
Durata: 1h 26m
Produzione: Associazione “Le Agende Rosse”
Regia e montaggio: Marco Canestrari
Soggetto: Marco Canestrari e Salvatore Borsellino
Hanno partecipato:  Antonio Ingroia, Antonino Di Matteo, Marco Travaglio, Nicola Biondo, Gioacchino Genchi, Giuseppe Lo Bianco, Lidia Undiemi, Cecilia Sala, Luigi Amico, Salvatore Borsellino, Umberto Lucentini, Claudio Gioè.


Questo articolo è stato scritto da Fabio Repici e Marco Bertelli   

Fonte: http://www.19luglio1992.com/index.php?option=com_content&view=article&id=3947:trattativa-e-41-bis-un-passato-che-non-vuole-passare&catid=42:documenti


Da qualunque parte si prenda, questa storia sembra il prodotto malato della mente di uno sceneggiatore horror. Una storia così inverosimile che risulterebbe irricevibile per qualunque produttore cinematografico che si rispetti. Una storia all’apparenza del tutto inventata, se solo non fosse fondata su fatti e documenti mai smentiti, anzi puntualmente riscontrati ogni volta che sono stati sottoposti a verifica.
Allora è doveroso raccontarla, avvertendo i lettori che è una storia che non ha ancora trovato la sua conclusione, se mai la troverà, e che si intreccia con la stagione che cambiò per sempre la nostra vita, il biennio stragista 1992/93. E conviene raccontarla partendo dagli spunti di cronaca.

mercoledì 23 febbraio 2011

Il giornalismo civile di Riccardo Iacona

Ne è rimasto davvero poco di servizio pubblico nel giornalismo della Raitivvù dei nostri giorni, tra tiggì lottizzati, ridotti a meri poltronifici in cui piazzare amici, amanti, familiari degli esponenti del potere e dove il Minzolini di turno si autodegrada a portavoce del berlusconismo dominante (quello che gli ha permesso di ottenere, a spese della collettività, ruolo e soldi), e talk show para-giornalistici e para-culi, preferibilmente mattutini e pomeridiani e infestati di improbabili opinionisti privi di ogni credibilità culturale e morale, dove si cerca non di diffondere notizie e promuovere conoscenza e consapevolezza nei cittadini ma di cavalcare, come nei peggiori rotocalchi gossippari, gli istinti più morbosi delle persone attratte e distratte da storie di stupri, delitti familiari, tragici incidenti stradali provocati da balordi.
Per quanto mi riguarda è rimasto Report della Gabanelli, Corrado Augias, Rainews 24, Michele Santoro, che certo può suscitare antipatia quale primadonna del giornalismo politico ma è l'unico capace, in forza della propria professionalità e dei propri ascolti, di parlare liberamente della vita pubblica ed istituzionale senza farsi imporre il ripetitivo rituale dei format politici con le solite compagnie di giro che abitualmente li popolano e le solite maschere che li affollano: l'esponente di destra e quello di sinistra, l'imprenditore, il sindacalista, l'economista, il sondaggista ...
Rimane soprattutto, a mio avviso, Riccardo Iacona capace di raccontare in modo crudo e documentato ma sempre con grande umanità la realtà, un racconto che diventa politico nel più alto senso del termine perché riguarda la polis, la comunità e gli aspetti fondamentali della vita di tutti noi: la casa, l'ambiente, la sanità, il lavoro, la scuola, l'emigrazione, la giustizia e la prevenzione/repressione del crimine.
Il suo grande merito è di saper parlare al cuore e alla testa degli spettatori, facendo capire come il colpevole malaffare che ci circonda e quelle storie che ci fa conoscere riguardano direttamente anche noi, che sono anche le nostre storie o lo potrebbero essere e che in ogni caso ci coinvolgono come componenti di una comunità nazionale e dell'umanità nel suo insieme.
E le persone che ci mostra non diventano mai fenomeni da baraccone o strani animali da circo, sono persone con le quali è inevitabile, per il grande rispetto e la sincera solidarietà - quasi accarezzandole - con cui Iacona ce le propone, condividere il dolore e la sofferenza.
Ma c'è di più. La sua denuncia non è mai fine a se stessa, non suscita solo indignazione: nei suoi programmi c'è sempre, accanto alla descrizione di sprechi, inefficienze, ingiustizie e di tutto ciò che va male, l'indicazione di dove e come quelle stesse situazioni siano state affrontate in modo diverso e risolte.


domenica 20 febbraio 2011

NON MIGLIORIAMO MAI (PARTE II)


DI GIANDIEGO MARIGO

Avevo esordito pensando: "Questa volta non scrivo nulla".
Sto zitto e li lascio fare risolveranno, ci sono amici là dentro, ci sono anch'io...anche se troppe volte mi hanno mancato di rispetto e mi hanno camminato addosso, resta una cosa grande. Non è giusto però tacere...è proprio un errore. Ne ho parlato anche con amici...alcuni fra gli estromessi ed altri no. Chi più chi meno sono tutti d'accordo sulla necessità del dire, sempre, quel che si pensa.
Non mi rallegra per nulla la piega che stanno prendendo le cose. Non rido ai funerali, sebbene io sia convinto che la morte sia un passaggio e non la fine di qualche cosa. Non rido perchè c'è dolore, in genere, che si aggira per quelle bande. Nello specifico poi non mi rallegro laddove c'è solo da piangere e da chiedersi come possa essere accaduto di trovarsi così in basso.
Funerale di cosa chiederete?
Del Movimento Viola, vi rispondo che ha aggiunto un'ulteriore tassello sempre nel suo “solito” stile...Cancellazioni, Estromissioni e Personalismi esasperati.

sabato 19 febbraio 2011

Berlusconi sempre più debole nel Paese ma si rafforza in Parlamento

Mentre il Paese, una parte importante del Paese, scende in piazza per chiederne le dimissioni e contestarne la politica e i comportamenti vergognosi, mentre il consenso nei confronti del Dittatore del Bunga Bunga e della sua coalizione politica sono in caduta libera tanto da far prevedere per la prima volta da anni, almeno a leggere i sondaggi, una vittoria della 'sinistra' pur divisa e lacerata, Berlusconi si rafforza in Parlamento.
Ancora una volta forse ci siamo illusi - dopo la sentenza Mills, dopo la scissione finiana e il voto di sfiducia paralmentare – che, con il rinvio a giudizio di Berlusconi con rito immediato per induzione alla prostituzione minorile e concussione, l'esperienza di questo governo della vergogna fosse giunta alla fine.
Conclusione inevitabile e razionale se l'Italia fosse un Paese normale, un Paese comparabile alle cosiddette democrazie dell'occidente (quelle della tradizione liberale anglosassone o dei Paesi dell'Euro o delle socialdemocrazie scandinave) o a quei Paesi (Tunisia, Egitto ad esempio) dove il popolo è stato in grado di ritrovare l'orgoglio e la forza di perseguire il bene comune e rivendicare la propria dignità.
Qui non siamo di fronte ad uno scoop giornalistico, ad un memoriale, ad un'indagine più o meno contestabile di un pubblico ministero. Qui siamo già al primo pronunciamento di un giudice che definisce le accuse talmente evidenti da dover disporre per il rinvio a giudizio attraverso il rito abbreviato.
Ma appunto l'Italia non è un paese normale altrimenti Berlusconi non sarebbe potuto entrare in politica e non avrebbe potuto dominarne la scena da venti anni. O quantomeno avrebbe dovuto dimettersi e ritirarsi a vita privata già da molto tempo.

mercoledì 16 febbraio 2011

FAUSTO E JAJO


Di Giandiego Marigo


Molti hanno descritto quella Milano del 1978, quella Milano che vide la morte prematura di Jajo e Fausto. Molti li hanno descritti in svariati modi, giovani , rockettari, capelloni...Bianchessi del Sole 24 ore, per esempio, sul blog della radio scomoda mezzo mondo rock e Contry-rock, per descriverli come pseudo hippy...rimembra le suonate di chitarra al Parco Lambro...Ma io li conoscevo, almeno conoscevo bene Jajo...io me li ricordo.
Io ho ancora davanti agli occhi la faccia un poco lunga di Jajo. Erano figli di quegli anni, ragazzi del 77 e avevano molto chiaro cosa sognavano.
Non erano per nulla vaghi e giovanilisti, ma pensavano ed immaginavano come molti in quegli anni un mondo altro diverso, molto diverso a quello che avevano attorno.
Erano ragazzi del Leoncavallo ed in quegli anni esserlo era rischioso...ci dovevi mettere del tuo e del bel coraggio, capacità progettuale e struttura.

lunedì 14 febbraio 2011

PERCHÉ 1 MARZO, PERCHÈ MIXITÉ, PERCHÈ VI ASPETTIAMO NELLE PIAZZE D'ITALIA PER COLORARLE DI GIALLO



Di Giandiego Marigo ( poesia dell'autore)

Più che mai la parentesi dolorosa dell'esodo che sta approdando alle nostre rive ci dimostra, al di là di ogni racconto ci venga altrimenti narrato e di ogni prestesto che si adduca o si inventi per raccontarci una storia diversa, fatta di cupidigia e di paura, cosa realmente siano le migranze.
Solo alcuni in questo paese ( peccato che siano anche dei ministri ) possono essere convinti che esista differenza fra quello che avviene oggi e quel che accade invece ogni giorno. Ogni migranza è legata , sempre ad accadimenti storici e geo politici...sempre è il bisogno il dolore e la fame, la paura della guerra o la desertificazione, l'esaurimento di risorse o la povertà che muovono un popolo verso una altro luogo che non sia casa, che sia mitologia o realtà l'umanità cerca il meglio per i propri figli se non per sé.
La storia dell'uomo è storia di Migranze gli stessi indo-europei...gli ariani di cui ci si riempie la bocca sono Migranti. Ogni popolo è stato migrante prima o dopo.
Io non sono un relatore esauriente ed ancor meno un giornalista d'inchiesta, altri spiegheranno i fenomeni dal punto di vista della cronaca, lo faranno bene descrivendo una realtà evidente e cercando di superare la mala-informazione di chi ha invece interesse a raccontare una storia differente. Sono forse poeta. e scrittore..ed infatti finirò questo mio post con una poesia e quella di cui voglio raccontare è l'anima, il cuore ed il sentimento...l'esistere ed il camminare.

domenica 13 febbraio 2011

NON MIGLIORIAMO MAI


Di Giandiego Marigo

Quante volte ho sentito ripetere, anche da me, che è necessario unificare, rinsaldare, aggregare, allargare e diventare gente, lavorare fra la gente...per modificare la cultura e le premesse?
Quante volte ogni nuovo politico di turno lo ha ripetuto?
Io mi sono divertito a chiamarla Area di Progresso e Civiltà, ma ve lo ripeto...quante volte ho sentito da parte ora di questo ora di quello la ripetizione di questa necessità assoluta???
Davvero troppe!
Sono molto stanco, vado a pezzi...perdo i denti e le mie ginocchia non hanno più cartilagini il mio cuore funziona male, sono disoccupato, non ho i soldi per mangiare ed il mio futuro è tinto di fosche colorazioni...ma chi me lo fa fare a me di continuare a preoccuparmi di questa Sinistra...del fatto o meno che questa area di Civiltà si formi...chi mi paga, nessuno!
Ho sempre e solo pagato io, mentre ho conosciuto davvero un'infinità di individui che sono passati, si sono accomodati ed appena conquistata una posizione remunerativa...semplicemente dimenticati, oppure, adattati se preferite.

Perchè la meni a noi mi chiederete ed avete mille ragioni per farlo...ve lo dico.

Ho partecipato con entusiasmo alla parabola viola, cercando di profondere tutta la mia speranza che un movimento siffatto, potesse superare storture e limiti di una ideologizzazione che ormai ha ben poco senso, che potesse rappresentare il nuovo...pur partendo da limiti evidenti di eccessiva personalizzazione dell'antagonista.
Cosa è successo?

sabato 12 febbraio 2011

13 febbraio 2011 - Mobilitazione delle donne italiane: “Se non ora, quando?”



di Michele

Dall’appello lanciato in rete si legge:
"...Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile.
Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici.
Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano stanno inquinando la convivenza sociale e l’immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione.
Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza.
Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni
..."

La situazione della giustizia in Italia. Intervista a Piercamillo Davigo.




Piercamillo Davigo è uno dei più noti e stimati magistrati italiani. Protagonista della stagione di 'Mani pulite', l'incompiuta rivoluzione legalitaria italiana, e unanimemente considerato la 'mente giuridica' del pool anti-corruzione di Milano del quale facevano parte, tra gli altri, Gerardo D'Ambrosio, Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo, Ilda Boccassini, ricopre attualmente il ruolo di Giudice alla Corte Suprema di Cassazione.
Ha scritto vari libri, di taglio prevalentemente scientifico. Fra i testi di divulgazione, si ricordano in particolare "La Giubba del Re - Intervista sulla corruzione", scritto in collaborazione con Davide Pinardi, e "La corruzione in Italia - Percezione sociale e controllo penale", scritto a quattro mani con Grazia Mannozzi.
Ringraziamo il dottor Davigo per la disponibilità e la cortesia dimostrataci. Se c'è un elemento che emerge dalle risposte che sono state fornite alle nostre domande è la disarmante semplicità delle riforme, a costo zero, che sarebbe possibile e necessario porre in atto per risolvere i problemi della giustizia italiana ed il terribile deficit di legalità che affligge il nostro Paese. E dunque che questi mali (illegalità diffusa, corruzione, criminalità organizzata, giustizia inefficiente e inefficace) che influenzano in modo determinante la vita dei cittadini e la qualità della nostra Democrazia, tale è la nostra conclusione, non sono la conseguenza di un destino cinico e baro ma l'effetto di deliberate e sciagurate scelte politiche.

Verità e Democrazia. Il costo della corruzione per la collettività è stato stimato in 60 miliardi di euro l'anno, quello dell'imponibile sottratto alla tassazione in circa 160 miliardi di euro, il fatturato delle mafie in oltre 150 miliardi di euro. Si tratta a suo avviso di cifre realistiche e non crede che la dimensione di tali fenomeni riesca da sola a spiegare l'origine del degrado politico, sociale, economico italiano?
Piercamillo Davigo. Le cifre sono calcolate in modo non controllabile, ma certamente gli ordini di grandezza di questi fenomeni illeciti sono enormi. È il segnale che un’ampia parte del Paese vive nell’illegalità e dell’illegalità.

giovedì 10 febbraio 2011

Il ministro degli Esteri ad personam


di Michele

Il ministro degli Esteri ad personam, per niente attento alle drammatiche questioni di crisi internazionale, dopo essersi occupato unicamente della casa di Montecarlo per denigrare la terza carica dello Stato, continua nell’atteggiamento di sottomissione al suo padrone Berlusconi attraverso le seguenti dichiarazioni:
la violazione della privacy è un fatto che "può essere portato non solo in Italia ma anche di fronte alla Corte europea dei diritti dell'uomo: c'é una giurisprudenza molto ricca in materia". "Si tratta di un problema - ha proseguito Frattini - su cui il Pdl ha posto un punto fermo, una questione politica: non pensiamo che sia immaginabile un cambiamento del governo democraticamente eletto per via giudiziaria".

Innanzitutto un cambiamento del governo si potrà avere con nuove elezioni e non lo decidono i giudici, Berlusconi alle elezioni anticipate non vuole andarci perché stando ai recenti sondaggi perderebbe le elezioni sia alla Camera che al Senato, quindi è deciso a calpestare qualsiasi regola dello Stato di diritto, rimanendo attaccato alla sua poltrona, pur di ostacolare il corso legittimo della giustizia con una serie di leggi ad personam e proposte che causerebbero conseguenze catastrofiche sul sistema giustizia.

Il problema della privacy non sussiste quando le azioni compiute in privato diventano di rilevanza pubblica come l’aver telefonato al Questore di Milano in qualità, e non nelle funzioni, di Presidente del Consiglio e poi per un personaggio pubblico, che tiene in mano le sorti dell’economia, dello sviluppo e del futuro del Paese, i comportamenti privati non possono essere totalmente separati da quelli che è necessario assumere in pubblico, anzi anche da ciò che si fa in privato si può trarre una conclusione sull’affidabilità del personaggio che si è assunto la responsabilità di ricoprire un ruolo importante. Non può essere condivisibile la tesi che in privato si può fare ciò che si vuole, perché a casa propria bisogna comunque rispettare le leggi.
Inoltre, la questione della privacy per un personaggio pubblico viene dopo il diritto-dovere di cronaca, la mentalità berlusconiana in Italia vorrebbe far intendere il contrario per impedire la pubblicazione di atti di indagine, per impedire che si possano effettuare intercettazioni, strumento fondamentale per scoprire i reati e combattere la criminalità organizzata.

Dal social forum Dakar 2011


Dieci anni DOPO

Il quadro mondiale in questo decennio è radicalmente cambiato. Nel 2001 il neo-liberismo era ancora dominante. Poi è arrivata la crisi economica globale a complicare ulteriormente la situazione. La risposta, specialmente in Europa, è quella di un mondo ancor più di destra. L'unica eccezione è l'America latina i cui governi si sono avviati su una strada di rinnovamento progressista. La sola regione in cui i governi rispettano i dettami del Fmi ma allo stesso tempo avanzano nel superamento degli schemi neo-liberisti

Dieci anni dopo la sua prima edizione, il Forum sociale mondiale torna da domenica in Africa - a Dakar, nel Senegal - in uno scenario internazionale molto diverso dal 2001. In quel momento l'egemonia del modello neo-liberista era ancora grande, l'economia mondiale non era entrata in crisi e, soprattutto, l'America latina era ancora dominata da governi neo-liberisti, con le uniche due eccezioni di Venezuela e Cuba.

Passata una decade, il mondo è cambiato. La crisi economica, nata nel cuore del capitalismo, ha portato le maggiori potenze alla stagnazione, da cui ancora non sono riuscite a uscire, mentre i paesi del sud del mondo, che privilegiano l'integrazione regionale ai trattati di libero commercio (tlc) imposti dagli Stati uniti, l'hanno già superata e hanno ripreso a crescere. Il modello neo-liberista ha perso legittimità, per quanto continui a essere dominante nonostante le affermazioni in contrario e gli adeguamenti.

Però, detto tutto questo, a causa della debolezza delle alternative a sinistra, il mondo è diventato ancor più conservatore di un decennio fa. Anche la vittoria di Obama e la fine penosa di Bush non hanno alterato questa tendenza. L'Europa di Merkel, Sarkozy, Cameron, delle acute crisi con i relativi pacchetti di salvataggio dell'Fmi in Grecia, Irlanda, Portogallo, ha girato ancor più a destra.

domenica 6 febbraio 2011

Bossi e Berlusconi hanno paura delle elezioni


Ora è ufficiale: Bossi e Berlusconi hanno paura delle elezioni. Dopo aver brandito per mesi la minaccia del voto anticipato ed il ricorso al popolo come strumento per consolidare e riaffermare il proprio potere di fronte alla fronda finiana ed allo sdegno e alla indignazione determinate dalla frequentazione compulsiva di minorenni e prostitute da parte di Berlusconi, le destre non vogliono più le elezioni.
Sanno che nel caso di ricorso alle urne bene che vada (bene per loro e male per l'Italia) potrebbero forse riottenere, ai sensi della legge porcata Calderoli, la maggioranza alla Camera dei Deputati ma quasi certamente non al Senato e dunque si vedrebbero costretti a rinunciare almeno a parte del proprio potere assoluto di oggi e Berlusconi non potrebbe più essere Presidente del Consiglio.
Nemmeno la battuta d'arresto sul federalismo fiscale dei comuni con il pareggio nel voto della commissione bicamerale costituita ad hoc (equivalente secondo la legge 42/2009 ad un voto contrario) ed il conseguente rifiuto di Napolitano di promulgarne il decreto attuativo, emanato dal Consiglio dei Ministri con una intollerabile violazione delle previsioni normative, ha indotto la Lega a dichiarare conclusa l'esperienza di questa vergognosa legislatura.
Senza nessun pudore a sconfessare le dichiarazioni del giorno prima: o federalismo o voto. D'altronde è troppo ghiotto il pasto (la Repubblica italiana) che gli esponenti del partito che grida 'Roma ladrona' si sono apparecchiati per potervi rinunciare. Un pasto nel quale i leghisti possono tanto più fare la parte del leone quanto più è debole Berlusconi ormai completamente nelle loro mani.
Anche perché pronunciarsi per il voto anticipato determinerebbe oggi il fuggi fuggi dal PDL di quei parlamentari che non si sentissero sicuri della rielezione.

venerdì 4 febbraio 2011

SINISTRA?


Di Marigo Giandiego

Mi rendo conto come non sia il caso di sovrapporsi ai pensatori autorizzati, a coloro che essendo professionisti del pensiero e della capacità conseguente del leggere il reale, pare abbiano diritto, inviolabile ed esclusivo a questo ruolo.
Tanto più dovrei tacere io ignorante ed incolto.
Non ho nemmeno frequentato l'Università se non come parte del grande movimento dei miei anni di gioventù.
Sono, però, amante delle Culture Alternative, quasi di principio e delle ragioni che le muovono, per cui suppongo, che proprio nella possibilità che io venga letto e, persino, ascoltato stia il senso, più profondo di tutto ciò che andrò dicendo.
La domanda che io voglio porvi e sottoporvi è “Perché Sinistra?” che esigenza esiste di porre questa istanza o anche solo di supporne e caldeggiarne l’esistenza?
Perché, quindi, in un momento in cui pare essere così poco di moda, tanto che persino un comico come Grillo (permettetemi l'ironia ne riconosco da sempre l'intelligenza e l'istinto) si premura di sanzionarne la morte clinica ed il superamento, cercarne il senso e la riproposizione?

PERCHE’ SIAMO ANTIFASCISTI? - di Carlo Rosselli (1934)

"Siamo antifascisti non tanto e non solo perché siamo contro quel complesso di fenomeni che chiamiamo fascismo; ma perché siamo per qualche cosa che il fascismo nega ed offende, e violentemente impedisce di conseguire.
Siamo antifascisti perché in questa epoca di feroce oppressione di classe e di oscuramento dei valori umani, ci ostiniamo a volere una società libera e giusta, una società umana che distrugga le divisioni di classe e di razza e metta la ricchezza, accentrata nelle mani di pochi, al servizio di tutti.
Siamo antifascisti perché nell’uomo riconosciamo il valore supremo, la ragione e la misura di tutte le cose, e non tolleriamo che lo si umilii a strumento di Stati, di Chiese, di Sette, fosse pure allo scopo di farlo un giorno più ricco e felice.
Siamo antifascisti perché la nostra patria non si misura a frontiere e cannoni, ma coincide col nostro mondo morale e con la patria di tutti gli uomini liberi.

Avvio ufficiale alla Campagna Referendaria "2Sì per l'Acqua Bene Comune"


Roma, Mercoledì 2 febbraio 2011, Comunicato Stampa Comitato Referendario: Stefano Rodotà, Padre Alex Zanotelli, Paolo Carsetti e Margherita Ciervo




IL LOGO:
http://www.referendumacqua.it/component/content/article/55.html


Referendum per l'acqua pubblica, al via la campagna
ROMA – Il logo della campagna referendaria è stato scelto online da oltre diecimila persone, le firme raccolte in due mesi sono state oltre un milione quattrocentomila. È una grande mobilitazione nazionale quella che si muove intorno al referendum sull’acqua bene comune. Il popolo dell’acqua ha appena lanciato la campagna “2 sì per l’acqua bene comune” in vista della chiamata alle urne dei cittadini per esprimersi contro la privatizzazione dell’acqua. Due quesiti su tre sono stati accettati dalla Corte Costituzionale e quindi l’obiettivo del comitato referendario è di arrivare a una ri-pubblicizzazione dei servizi idrici che mandi in soffitta la legge Ronchi.
Accorpare la data del referendum a quella delle elezioni amministrative previste per metà maggio e una moratoria sul decreto Ronchi che blocchi le privatizzazioni già in corso in attesa dell’esito della consultazione popolare: sono questi i due obiettivi immediati del comitato. La campagna verrà autofinanziata dai cittadini a sottoscrizione e i soldi saranno restituiti ai donatori una volta ottenuto il rimborso elettorale. Il calendario delle iniziative prevede i banchetti per l’autofinanziamento nelle principali piazze italiane il 5 e 6 febbraio, un Festival dell'acqua a San Remo programmato nella città ligure negli stessi giorni del Festival della canzone italiana, mentre al carnevale di Viareggio ci sarà un carro sull’acqua bene comune. L’appuntamento più importante resta la manifestazione nazionale prevista per il 26 marzo a Roma.
“E’ stato un successo straordinario per la raccolta di firme e per la partecipazione democratica dei cittadini, con una coalizione che va dalle parrocchie ai centri sociali” ha detto Paolo Carsetti del Comitato referendario ‘2 sì per l'acqua bene comune’ nell’ambito della conferenza stampa di presentazione alla Federazione nazionale della stampa italiana. Carsetti ha lanciato l’allarme sulla riforma dei servizi pubblici locali annunciata in questi giorni da Palazzo Chigi. “Diciamo al governo che non vogliamo vederci scippare questo referendum con una riforma che mescoli le carte in tavola – ha detto ai giornalisti –, lo stato italiano ha scelto la privatizzazione dell’acqua e ora non può ingannare i cittadini con una falsa riforma”. Gli altri due punti della campagna sono spiegati sempre da Carsetti: “Nel milleproroghe va rispettata la moratoria sul decreto Ronchi, perché non si può fare il referendum quando l’acqua è già stata privatizzata – ha sottolineato – in più chiediamo l’accorpamento con le amministrative: perché gli elettori dovrebbero recarsi per due volte alle urne in poco tempo?”
A denunciare i tanti falsi miti che nascondono gli interessi delle multinazionali sull’acqua è Margherita Ciervo del comitato referendario. “E’ una grande mistificazione dire che la direttiva europea prevede l’obbligo di privatizzazione – ha detto Ciervo –, è falso che la privatizzazione apre alla concorrenza e quindi a un abbassamento delle tariffe e al miglioramento dei servizi, dalle esperienze già in atto abbiamo visto esattamente il contrario perché l’acqua è un monopolio naturale e il prezzo è deciso da chi detiene il monopolio”.

Per saperne di più:
http://www.referendumacqua.it/
http://www.acquabenecomune.org/