"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

sabato 16 aprile 2011

I costi della politica e lo Stato sociale

Un recente studio della UIL mostra come i costi della poltica ammontino al 12,6% del gettito Irpef!!





INVECE DI TAGLIARE SERVIZI  ALLA POVERA GENTE , AI DISABILI, ALLA SANITA', ALLA SCUOLA, TAGLIASSERO QUESTI SPRECHI IGNOBILI!!
Da una ricerca della UIL emerge che di politica vivono 1,3 milioni di persone: parlamentari, ministri, amministratori locali, membri di CdA di società, enti, consorzi partecipati dalla pubblica amministrazione... poi consulenti, porta borse, consulenti dei consulenti, segretari, uffici stampa... Il tutto per una spesa complessiva di 24,7 miliardi all'anno. Una somma che equivale al 12,6% del gettito Irpef (comprese le Addizionali locali), pari a 646 euro medi annui per contribuente. E si sono certamente dimenticati di conteggiare il costo della burocrazia sindacale, che è enorme...  


" .... Si possono ottenere risparmi di spesa, quantificabili in almeno 6,4 miliardi di euro, approntando una riforma per ammodernare e rendere efficiente il nostro sistema istituzionale.

Basti pensare, ad esempio, che se le Province si limitassero a spendere risorse soltanto per i propri compiti attribuiti dalla Legge, il risparmio sarebbe quantificabile in 1,2 miliardi di euro annui.
Inoltre, se si accorpassero gli oltre 7.400 Comuni al di sotto dei 15 mila abitanti, il risparmio ammonterebbe a circa 3,2 miliardi di euro.
Senza contare che con una più sobria gestione del funzionamento degli uffici regionali si potrebbero risparmiare 1,5 miliardi di euro.

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Riteniamo che senza ridurre minimamente il servizio ai cittadini e senza intaccare i processi democratici, alla base delle Istituzioni, si possa determinare una riduzione del 20% dei costi diretti e indiretti della politica (18,3 miliardi di euro). Si potrebbero così ottenere 3,7 miliardi di euro a cui aggiungere i risparmi per l'efficientamento delle Istituzioni pubbliche (6,4 miliardi di euro).
Si tratterebbe complessivamente di 10,1 miliardi di euro l'anno a disposizione per politiche fiscali e/o sociali a vantaggio di tutti i cittadini.
È significativo sottolineare che questa cifra sarebbe sufficiente per azzerare del tutto le addizionali regionali e comunali Irpef.
Se poi questa cifra dovesse essere dirottata esclusivamente a favore dei lavoratori dipendenti e pensionati si potrebbe, ad esempio, ottenere una permanente detassazione della tredicesima con un vantaggio economico pari a circa 400 euro in busta paga. "

10 miliardi di euro, aggiungo io, equivalgono alla possibilità di erogare un reddito di cittadinanza di 10 mila euro l'anno a un milione di cittadini o, ancora meglio, di retribuirli per lavori socialmente utili (quali ad esempio la tutela dell'ambiente e del decoro urbano, l'assistenza ai non autosufficienti, la custodia e la cura del patrimonio artistico).


E' davvero singolare constatare come il nostro Paese riesca ad andare (in qualche modo) avanti, e con una relativa pace sociale, nonostante l'enormità degli sprechi e delle rendite parassitarie: oltre i costi della politica, la corruzione (che è poi una parte di denaro pubblico che va ad aggiungersi ai costi della politica), l'evasione fiscale, le mafie, i soldi al Vaticano (otto per mille, esenzioni fiscali, ecc.ecc.) ...
Secondo Giuseppe Cascini, il segretario dell'Associazione Nazionale Magistrati, ammonta a circa un miliardo di euro l'anno il solo valore delle pene pecuniarie e delle spese processuali, derivanti dalle condanne passate in giudicato, che lo Stato non riesce a recuperare (dato destinato ad incrementarsi con l'adozione della prescrizione breve).

O forse è proprio attraverso questi dati (e la massa di persone che beneficia di queste inefficienze e ingiustizie) che si riesce a spiegare il quadro politico italiano ed il consenso di cui continua a godere il sistema partitocratico nel suo complesso e la maggioranza berlusconiana in particolare?




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