"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

domenica 10 marzo 2013

La lotta di classe esiste

La lotta di classe esiste. Ingenuamente noi di sinistra siamo ancora convinti che dovrebbe riguardare sfruttati contro sfruttatori, lavoratori contro capitalisti e datori di lavoro, almeno quelli delle grandi imprese. E invece la lotta di classe in corso oggi in Italia è una lotta di classe tra i più deboli, tra i 'non garantiti' e i cosiddetti garantiti, tra giovani e vecchi, tra disoccupati e pensionati, tra chi ha già una posizione e chi si vede bloccata la strada per raggiungerla, tra italiani e immigrati. A questo ci ha condotto da un lato la martellante propaganda liberista su competitività, flessibilità e sulle divisioni (create ad arte nella logica del divide et impera) del mondo del lavoro, dall'altro la perdente miopia e complicità del sindacato e della sinistra tradizionale verso i temi del precariato, l'accettazione della dittatura liberista e dei mercati, la riduzione delle funzioni dello Stato e lo smantellamento del welfare. E' anche così forse che si può leggere l'incomunicabilità e l'inconciliabilità tra Movimento 5 Stelle (si vedano le dichiarazioni sull'articolo 18 di Roberta Lombardi, le affermazioni pubblicate sul blog di Grillo sull'insostenibilità per la collettività di pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di dipendenti pubblici, la volontà di finanziarie il reddito di cittadinanza anzitutto con i fondi dei tradizionali ammortizzatori sociali come cassa integrazione e indennità di mobilità) e la vecchia sinistra, espressione di due diversi (e al momento l'uno contro l'altro) blocchi sociali.

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