Faccio
una premessa doverosa per colui che si imbatterà in questo post:
considero il successo elettorale del Movimento 5 Stelle un fatto
positivo. Per una serie di motivi: ha detto che gli italiani non
vogliono la prosecuzione delle politiche di austerità montiane e
pretendono di ridiscutere i vincoli europei, rende impossibile il
varo di un governo Bersani-Monti che a questi vincoli sarebbe stato
subalterno (e non credo che il PD possa ora fare una nuova
maggioranza con Berlusconi a meno che non voglia perdere qualche
altro milione dei propri elettori), perché mette con le spalle al
muro i partiti tradizionali rispetto ad alcuni temi fondamentali. Ne
cito alcuni: il governo dell'euro, l'ambiente, il reddito di
cittadinanza, il rinnovamento della classe dirigente, la crisi della
rappresentanza, il destino di quella che Mario Monti definì, con
cinismo e crudeltà, la generazione perduta (quei quarantenni e
cinquantenni che dopo una vita di precariato non potrebbero più
poter aspirare ad una occupazione stabile adeguata ai propri studi e
alle proprie capacità e tanto meno, in futuro, a trattamenti
pensionistici dignitosi), i costi della politica (che però non
dovrebbero essere ridotti al finanziamento pubblico ai partiti che è,
a mio avviso, se contenuto entro limiti ragionevoli, cosa buona e
giusta a meno che non si voglia che la politica sia appannaggio solo
dei ricchi ma che dovrebbero essere identificati essenzialmente in
quel sottobosco, con annesse pratiche tangentizie e corruttive, di
poltrone nelle ASL, nelle società a partecipazione pubblica, nella
RAI, di false consulenze, di sovvenzioni a cooperative e ad
associazioni 'amiche').
Detto
questo vengo al tema del post e cioè a quel sentimento, degno di
nota in questo periodo post-elettorale, di stupore e vittimismo da
parte dei grillini riguardo agli attacchi concentrici che stanno
ricevendo dai propri avversari e al 'fare le pulci' da parte della
rete sulle dichiarazioni e propositi di Grillo e degli eletti del
Movimento 5 Stelle.
Anzitutto
credo ci sia da stupirsi di questo stupore: chi ha attaccato e
ingiuriato (per l'amor di Dio spesso a ragione) a destra e a manca
non può meravigliarsi ora di essere ripagato della stessa moneta. Il
grido di battaglia di Grillo ('Arrendetevi! Siete circondati!)
diventa ora: Aiuto! Siamo circondati!
Il
buon Marco Cedolin lamenta
sorpreso la convergenza tra mainstream informativo e rete nel mettere
in discussione la credibilità del grillismo e dei grillini.
Il
mainstream segue evidentemente i voleri dei padroni del vapore ma la
rete fa il suo mestiere (quello esaltato proprio da Grillo e
Casaleggio): non fare sconti a nessuno (così come in passato
con il PD, Berlusconi, Monti, Di Pietro e via discorrendo) e proporre
notizie, argomenti di discussione, evidenziare limiti e
contraddizioni di chi detiene il potere, aiutare a trovare non la
verità ma una forte “approssimazione
della verità”.
Così
si dovrebbe tacere quando si scoprono sul blog della neo capogruppo
al Senato del Movimento 5 Stelle, Roberta Lombardi, sconcertanti giudizi sul fascismo e su Casapound? Giudizi storici sconcertanti perché denotano una ignoranza storica inaccettabile per chi
si propone di governare l'Italia. Senza equivoci, fraitendimenti, distinguo l'antifascismo è l'abc della
democrazia, è il rifiuto di chi non solo un secolo fa ma anche
qualche decennio fa (Piazza Fontana, la stazione di Bologna,
l'Italicus, i 33 omicidi dei NAR
di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro) ha usato la violenza più efferata per
distruggere la democrazia, la libertà, il pluralismo politico. E
ancora oggi, sono le ideologie fasciste ad ispirare pericolosissime
bande (spesso mimetizzate tra gli ultras del calcio, che aggrediscono
ragazzi dei centri sociali, immigrati, omosessuali, barboni) o membri
delle forze dell'ordine che sfogano il proprio odio politico e
sociale (si pensi alla vicenda della repressione del G8) con la
copertura della divisa che indossano. Dovremmo far finta di niente
se il 5 Stelle, movimento allo stato nascente, troppo spesso (sulla
mafia, sulle tasse, sull'immigrazione ora sul fascismo) sembra fare
il verso alla Lega e a Berlusconi per acquisirne l'elettorato?
Se
Goldman Sachs giudica positivo l'esito delle elezioni italiane invece
di pretendere la censura 'spontanea' della notizia o affermare che la
dichiarazione di un alto dirigente della Banca sia stata dolosamente
interpretata (traducendo, nel sia pur mio rozzo inglese, l'intervista
che di seguito riporto integralmente a me pare che il giudizio
positivo ci sia) chiediamoci il perché.
Senza
ipotizzare fantomatici collegamenti tra Grillo e la grande finanza
anglo-americana (anche se poi nel partito in cui ciascuno vale uno ma
poi decide solo uno o al massimo due ogni sospetto è inevitabile)
perché Goldman Sachs va contro i 'suoi' Mario Draghi e Mario Monti?
Perché, come sospetta Emiliano Brancaccio, pensa di potersi avvantaggiare
nel caos italiano per fare affari? O perché se la crisi dell'euro è anche frutto
della guerra economica e finanziaria tra gli USA e la Germania
rendere impossibile la prosecuzione del governo dell'euro così com'è
stato fino ad oggi apre ampie praterie all'espansione dell'influenza economica americana nel Vecchio Continente?
Vedremo.
Intanto ragioniamo, discutiamo, confrontiamoci, critichiamo ogni
volta che è necessario. Contestiamo tutti e tutto quando lo riteniamo giusto.
Questo possiamo e dobbiamo fare noi cittadini.
***
Il testo 'incriminato' sul sito di Goldman Sachs:
I
will be attending a well-known financial forum on the shores of Lake
Como late next week, and in that sense, post the uncertain outcome
delivered by the Italian electorate, it will be interesting to hear
the debate at the forum (although I will be fresh from much bigger
excitement at Old Trafford earlier in the week). For now, I have
three observations about the Italian election outcome. Firstly,
perhaps somewhat oddly, I find the outcome quite exciting because it
seems to me for a country who’s GDP has basically not changed since
EMU started in 1999, something big needs to change. Maybe this
election outcome and the peculiar mass appeal of the Five Star
movement could signal the start of something new? Secondly, for the
established elite of Italy and, crucially, the other ‘power
centres’ of Europe, in particular Berlin and Frankfurt, these
results are pretty close to a nightmare. Indeed, it questions many
aspects of the status quo, including the widespread view in such
circles that debt reduction for the sake of debt reduction is not
only a worthy cause, but one that is necessary to attract policy
support. If such a consensus were open to change, they should
question
this belief but I suspect it won’t come quickly or easily. Thirdly
and linked to this, in my view, Italy’s real problem is the absence
of economic growth, which has caused debt to rise, and not the same
problems as some other problematic Euro-zone countries. Italy’s
cyclically-adjusted fiscal position is actually in modest surplus
(see table below), which is better than virtually all other developed
countries. I believe that tightening fiscal policy for the sake of it
with a vague aim of debt reduction is not a smart strategy. Italy
needs to reform its product and labour markets, boo
st
nationwide productivity and reform. They also need German and ECB
support in order to stay in the EMU, and especially now, to stop a
potentially fresh escalation of unnecessary increases in bond yields.
In Italy, reform doesn’t equate to austerity as their voters have
just shown.
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