"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

sabato 16 marzo 2013

La vicenda dei marò ed il pericolo fascista in Italia

Tralasciando le questioni di diritto internazionale e senza che mi avventuri ad entrare nel merito della vicenda che ne aveva portato all'arresto, la decisione del Governo Italiano, venendo meno alla parola data, di non restituire alla giustizia indiana i due marò accusati di avere ucciso dei pescatori significa a mio avviso soprattutto una cosa e cioè che gli apparati militari hanno assunto in questo Paese un peso politico mai conosciuto in precedenza.
Il deferente plauso e rispetto per le forze armate fa parte da sempre della retorica delle massime Istituzioni dello Stato, anche in un Paese come l'Italia che non ha le stessa storia imperialista ed espansionista di Francia o Gran Bretagna ma dove si è spesso temuta, almeno alcuni decenni or sono, l'eversione del regime democratico da parte dei militari.
E oggi a differenza degli anni '60 e '70 non abbiamo più a che fare con un esercito di leva e che veniva ridicolmente rappresentato, non senza ragione, nei filmetti interpretati da Lino Banfi, Mario Carotenuto, Renzo Montagnani ed Edvige Fenech ma con reparti di professionisti che in giro per il mondo bombardano e uccidono.
A me sembra consequenziale ritenere che la decisione del Governo italiano sia stata imposta dai vertici militari se se ne considera il 'costo': il discredito verso la diplomazia italiana che non mantiene la parola data, il pregiudizio nei rapporti economici e commerciali con una delle grandi potenze industriali emergenti quale l'India. Mi spiego meglio: le ragioni del diritto e della giustizia, ammesso che ve ne siano in questo caso, dovrebbero sempre prevalere sugli aspetti economici ma il Governo Monti ha sempre operato in contraddizione con questo imperativo morale. Basta pensare ai malati di SLA costretti a scendere in piazza per ottenere quanto gli spettava, alla vicenda esodati, allo smantellamento generalizzato del welfare, allo stillicidio di tentativi di colpi di mano per rimuovere le provvidenze a favore dei disabili.
Il dato politico è che per i due marò si è scelto di fare un'eccezione così come, a fronte di crudeli e implacabili tagli alla spesa pubblica, si continua a sperperare il denaro pubblico nella sfilata militare del 2 giugno.


Ora quando in questo Paese si dà per scontata la fine del pericolo fascista e si considerano le performances dei gruppi che ad esso ancora si ispirano solo un fatto 'folcloristico', un vezzo per qualche povero idiota in grado al più di prodursi in qualche scazzottata ('scazzottate' che poi significano concretamente atti di intidimazione e feroci aggressioni verso immigrati, omosessuali, aderenti a centri sociali, barboni), bisognerebbe ragionare sull'insieme delle scenario italiano.
Intanto se sommiamo i voti dei partiti più o meno dichiaratamente fascisti (la Destra di Storace, Forza Nuova, Casapound, Fiamma Tricolore) arriviamo a circa 400.000 voti e non sono pochi. Certo si tratta di manovalanza senza la capacità e le risorse per progettare un rovesciamento dello Stato democratico. Ma si tratta di soggetti (si pensi anche ai fascisti organizzati nei gruppi di ultras del calcio) capaci di colpire i propri obiettivi e che in caso di necessità potrebbero essere utilizzati per finalità ben più ambiziose.
Si aggiunga che vent'anni di berlusconismo e di governi infarciti di 'ex' simpatizzanti fascisti (in AN, nella Lega, in Forza Italia) hanno rafforzato nei gangli dello Stato la presenza di personaggi pericolosi e inaffidabili.
Si pensi ai sentimenti di odio sociale e ideologico, di disprezzo, ai desideri di rivalsa che albergano in così tanti membri delle forze dell'ordine di cui sono state espressione le repressioni del G8 di Genova e di tante manifestazioni di protesta nonché gli innumerevoli episodi di violenze e percosse nei confronti di arrestati fino a produrne in alcuni casi addirittura la morte  (episodi che verrebbero identificati come reati di tortura se in Italia esistesse una legge che la prevedesse).
Ecco, in una situazione di disordine istituzionale, di protratta assenza di un Governo nel pieno delle sue funzioni, di caos economico e sociale conseguente ad un default finanziario, di discredito generalizzato verso la politica e i partiti, di recisione dei legami internazionali ed europei, è possibile che queste entità – gruppuscoli fascisti, burocrati reazionari e privi di fede democratica, politici nostalgici, forze dell'ordine esasperate e violente, apparati militari addestrati alla guerra 'vera' – possano operare congiuntamente per instaurare in Italia un regime brutalmente autoritario?
Certo nel caso in cui questo incubo si materializzasse non sarebbe di conforto pensare che 'tecnicamente' (nel senso di fedele adesione ai principi ideologici teorizzati da Benito Mussolini e Giovanni Gentile) non si dovrebbe parlare di fascismo.

2 commenti: