"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

sabato 29 giugno 2013

QUELLO CHE STA SUCCEDENDO




di Giandiego Marigo

C'è movimento, là sotto!
Sì, decisamente c'è...e lo si vede. Vi è un merito che va sicuramente ascritto a Grillo ed al suo compare ed è quello di avere intuiti una strada ed un linguaggio, questo è indubbio ed anche encomiabile e va assolutamente riconosciuto.
Nonostante egli non sia né il guru, né, ancor meno, il profeta che si cerca di dipingere, senza alcun dubbio ha avuto, con il suo staff, l'intuizione e le capacità di cavalcare l'onda del riflusso e della fine dei partiti e del loro sistema.
Ha ragione, per esempio quando dichiara che “se non ci fossimo, ci sarebbe Alba Dorata!" È vero, così com'è vero che ad oggi M5S è , oggettivamente, l'unica reale alternativa sistemica. In questo contesto parlamentare ed in questo momento (foto istantanea), Però l' I king e la filosofia orientale ci insegnano che il mutamento è l'ordine reale dell'esistenza e che nulla è, realmente, se non muta.
Ha torto, quindi, ed in modo grave quando pensa di essere l'unica strada, l'unico sentire, l'unica possibilità, ne ha ancora di più quando, nemmeno tanto implicitamente si assume il ruolo di unica verità. Questo è, non solo falso, ma anche sommamente pericoloso.
In realtà l'AreA che ruota attorno al sentire ed all'essere dei grillini è composita, complessa ed estremamente articolata.
Il substrato dal quale La Casaleggio/Grillo & C. traggono ispirazione ed “assorbono elaborando” linea (davvero, molto abili in questo lavoro di orizzontalizzazione del sentire) è ampio e niente affatto omogeneo ed univoco.
È davvero strano come, proprio questo substrato, così frammentato ed atomizzato sia poi quasi inconsapevole della propria forza e della propria capacità di incidere sulla società e deleghi al Guru-Grillo questo ruolo. Quasi che il suo pensiero, a volte persino imbarazzante, sia originale, mentre è nel migliore dei casi una rielaborazione di altri pensieri...quelli sì! Realmente originali.
Che in, assoluta e cronica, mancanza di rappresentazione in qualche modo si riferiscono e confluiscono in M5S.
Poniamo però il caso che questi movimenti prendano coscienza di sé e pongano le proprie condizioni , vedi per esempio l'elezione del neo-sindaco di Messina, ponendosi non più a ruota o a servizio della politica ma divenendo essi stessi la politica.
Grillo s'è messo in mezzo, a suo tempo, chiamando a sé il ruolo di megafono, inizialmente e successivamente garantendo un ruolo organizzativo e di unificazione ben conscio (se non lui sicuramente il suo editore) che in carenza di una direzione politica, sempre ostacolata dalla dichiarazione di principio che uno vale uno e da una pessima interpretazione dell'orizzontalità e della circolarità, un ruolo organizzativo-comunicativo sarebbe diventato naturalmente ed ovviamente centrale, persino più e meglio di un antico e vetusto comitato appositamente denominato come tale.
Questo però non fa e non farà mai di lui l'unica strada della verità innanzi tutto e principalmente perchè non esiste e non può esistere un'unica strada. Questa semplicissima acquisizione spirituale, questa infantile eresia è il senso della verità.
Quello che sta fortunatamente succedendo, che deve succedere di più, e che dobbiamo aiutare a succedere è la rinascita dei movimenti.
Ce ne sono fortunatamente tutte le avvisaglie e, pare, la strada, finalmente scelta da tutta una parte, si spera sempre più consistente di quella che chiamammo Sinistra per ricominciare ad esprimere una reale, percepibile, identificabile, culturale visione alternativa al sistema.
Questo darà senza alcun dubbio fastidio a molti, a Grillo per primo, ed è un peccato che sia così, perchè ci mostra tutti i suoi limiti, ma è la “strada giusta” a mio umilissimo parere. Questi movimenti iniziano a “nascere localmente” ma si diffonderanno, radicandosi, lo stanno già facendo e dove nascano da “reali esigenze di mobilitazione” NO TAV, NO PONTE, NO TEM, NO GAS, essi diventano rapidissimamente centrali, Attenzione, però, vi sono anche fenomeni più squisitamente politici di portata realmente interessante e coinvolgente, sono moto più strutturati ma scelgono di essere non-partiti e riescono ad acquisire respiro e considerazione sono, per fare un'esempio esperienze come il Movimento Radical-Socialista che acquisisce ormai una caratura nazionale, ma anche altri come il Movimento di Ri-evoluzione del Lodigiano, nato da una costola sana del PCL e tutti gli altri che non conosco e non nominerò, ma che fortunatamente pullulano.

Questa non è frammentazione, ma è la risposta...è la cura. La rinascita dei movimenti è la soluzione. Il bagno di umiltà tanto volte “chiamato” e così poco spesso attuato. Basta , quindi creazioni di soggetti verticistici ed intellettualizzati, basta all'invenzione delle segreterie che precede la verifica del consenso, la strada è (sembra un bisticcio) la strada. Orizzontalità, Circolarità, Creazione del Basso, tutto questo si verifica in loro. Assenza di verticismo, creazione di portavoce e non di leader, condivisione, Visione femminile del mondo, tutto questo è insito nelle “nuove regole” condivise di questi movimenti, Realizzazione dei concetti elaborati all'interno delle relazioni reali, essere cioè il cambiamento di cui si parla. L'esempio e la pratica che sopravanzano e compendiano la teoria e la grammatica...questo è da sempre nel DNA dei movimenti e Grillo se n'è molto semplicemente appropriato. Ora non ho nulla contro di lui, credo anzi che se riuscirà a superare, con il suo movimento una forma grave di settarismo fideistico, molto si potrà fare insieme e che molto, comunque si farà. Ma credo che , come direbbe un mio amico, anche quella che chiamammo sinistra avrebbe il diritto di tentare un sogno , una visione, di proporre un percorso e penso, in tutta franchezza che questa sia la strada giusta.

martedì 25 giugno 2013

RIPRENDIAMO IL DISCORSO





di Giandiego Marigo Per AreA

Cosa porto fuori da M5S, dopo questa ulteriore esperienza, per alcuni aspetti dolorosa? Cosa riporto sulla tavola della discussione dell'AreA, in quel luogo, per me così importante che definiremo, qui per comodità, come la zona in cui i “movimenti si incontrano”.
Un discorso sull'Area di Progresso e Civiltà interrotto da un escursus all'interno di un movimento o presunto tale, che avrebbe potuto incarnarne l'essenza, ma che non lo fa per una forma di chiusura, di esclusivismo settario e per una indubbia carenza di discussione sui risvolti umani e personali di una scelta di alternativa.
Carenza di discussione che è per altro “Il Problema” di tutta questa magmatica AreA.
È cosa che ho detto molte volte e che non starò a ripetere se non per dovere di chiarezza qui “Essere il cambiamento di cui si sta parlando”.
Carenza endemica, ormai cronicizzata, che ci porta eternamente a confondere la “coltivazione dell'orto” con la realtà del cambiamento.
Cosa ho portato “fuori”?
Premetto per amore di verità e per riconoscimento formale a chi mi ha sempre appoggiato, anche nei momenti più difficili, di avere , in tutto questo tempo ed ancora adesso, mantenuto una relazione di scambio e di collaborazione e condivisione con il “Movimento Radical-Socialista”.
Piccola ma indomita realtà che , a mio umilissimo parere ha capito molto e quel che non ha capito...si chiede.
Quindi questa mia potrebbe essere considerato un tributo ed un contributo ad un'AreA magmatica, già in via di formazione. O che sta quantomeno iniziando a “guardarsi dentro”.
Due termini riassumono in modo “parziale” e non esaustivo quello che ho “imparato” che è anche quello che poi mi ha portato ad uscire e ad “allontanarmi” (si badi uso allontanarmi in senso letterale, nel senso del discostarsi e non dell'abbandonare) queste due parole sono “circolarità” e “orizzontalità” senza le quali non si cambia la qualità della politica...e se non si cambia questa, poco altro ne consegue.
Un'altra parola che vorrei aggiungere è “formazione dal basso”...ed anche qui è tremendamente facile scadere nella retorica, cercherò di non farlo.
Introdurrò qui una considerazione rispetto al “punto di vista”, vi sono svariati modi di affrontare una “crescita”, una “maturazione”, essi possono essere maschili Competizione, Dualità, Strategia, Organizzazione e Verticismo, Dogmatismo oppure femminili, Convivialità, Circolarità, Condivisione, Trasmissione orale della Sapienza, Avvicinamento alla Verità per sequenza d'Eresie. Ecco, secondo me, una “formazione dal basso” è, sempre, non verticistica, conviviale e femminile.
Così come le pratiche dell'Orizzontalità e della Circolarità sono, prima di tutto discussione del potere presente nel momento in cui si conviene ad una discussione, non teorico, non dogmatico, ma realizzato nel momento in cui si sta discutendo. Scelte di vita e di valenza, non solo elaborate teorie.
Quel che si dice deve innanzi tutto verificarsi nelle pratiche e nei comportamenti “Qui e Ora”! E lo scomodare una citazione ZEN è tutt'altro che casuale. Esiste una carenza che attraversa tutta quest'AreA, che pur essendo. allo stato, profondamente frammentata è pure portatrice di questo “Cambiamento Reale”. Questa carenza è senza alcun dubbio d'ordine spirituale
Innegabilmente l'area di cui parlo si interseca a si connette a volte invadendolo con quello che è il corpo di M5S, ma non è limitata e circoscritta ad esso ed è ostacolata in modo equanime sia dalla stoltezza della chiusura settaria ed a tratti fideistica, tanto quanto dall'imbecillità dello schieramento di principio e della critica distruttiva senza costrutto, in cui ricadono dolorosamente e stupidamente componenti di questa stessa AreA che in realtà dovrebbero parlarsi e crescere insieme, per affinità ed attinenza. Credo che il compito principale di chi si ponga il problema dell'esistenza di un'AreA di progresso e Civiltà. Proviamo a darle un nome che coinvolga tutti coloro che tendono a condividere concettualmente il significato positivo di questi due termini. Il compito principale dicevo sia proprio quello di unificare...ed usiamolo questo termine anziché continuare a “dividere”, questo magma, trasformandolo in terraferma.
In questo senso è facilmente comprensibile il perchè Orizzontalità, Circolarità e Formazione dal Basso siano così indispensabili, perchè questa “unificazione” sottende e premette il superamento del leaderismo, della cura dell'orto, della conduzione ieratica del profeta di turno, richiede il superamento dell'IO a favore del NOI (ed in questo ancora il richiamo allo Zen ed al Buddhismo non è caeuale)...perchè se non ha una delle caratteristiche sopracitate...semplicemente non è.
Così come se riamane “ricattato” da leader, leaderini e profeti...semplicemente non può esistere.

domenica 23 giugno 2013

DIOGENE


diogene

di Giandiego Marigo


Vi sono periodi nella vita pieni di grande dolore e confusione, in cui è difficile farsi comprendere ed in cui si è , nel bene o nel male esposti al pubblico giudizio.

Questo che sto vivendo è decisamente uno di quei periodi.

Una delle accuse che mi vengono rivolte, in questa fase, è, per esempio, d'avere molto girato nelle “istanze politiche del Lodigiano” è vero!

Anche se questo non mi dà alcun piacere , anzi, mi provoca più di ogni altra cosa dolore e confusione. Anche se questo peregrinare mi ha fatto accumulare solo nausea e dolore.

Ho girato e tengo a precisarlo, perchè è fondamentale, solo in quella che io definisco “Area di Progresso e Civiltà” e sebbene alcune delle mie escursioni mi abbiano dimostrato, purtroppo, che il luogo in cui mi aggiravo non vi apparteneva, credo che in questo non vi sia alcun “peccato mortale”. Di certo non peggiore di chi vende la propria anima, davvero, per un piatto di lenticchie. Io non ho venduto nulla e sono rimasto, tutto sommato coerente con il mio pensiero. Cerco sempre la medesima cosa.

Il mio discorso, le mie premesse, i miei valori il senso della mia ricerca è sempre rimasto uniforme, lineare.

Ho sempre cercato e sempre cercherò, il senso, il motivo e l'anima...la ragione profonda per cui ci trovavamo nel luogo in cui ci trovavamo ed ho sempre reagito, a volte anche in modo forte, ai pragmatismi eccessivi, alle logiche da Marketing, alle semplificazione al ribasso, ai compromessi formali.

Ho sbagliato a volte? Persino spesso? Certamente sì, ma ho sempre sperato di trovare un luogo in cui si vivesse in prima persona, nei rapporti e nella qualità di questi ultimi il cambiamento di cui, in tutte queste istanze si andava parlando e, perdonatemi, un poco anche blaterando.

Ed il fatto che, purtroppo per me e per le mie stupide speranze, non lo abbia trovato dovrebbe forse essere il tema di questa discussione, anzichè la qualità della mia onestà intellettuale, messa in dubbio persino da persone che reputavo "amici"

Sempre, dovunque mi sono scontrato con il “realismo dell'azione politica”, con la necessità dell'analisi pragmatica...sempre, in un modo o nell'altro ho incontrato competizione, giochi di potere, l'eterna divisione in gruppi di influenza...la gara a chi , in un modo più o meno palese detenesse il potere e dettasse le regole del gioco.

Questo è diventato tanto più doloroso quanto più mi accorgevo fosse ripetitivo, tanto più mi rendevo conto che fosse l'essenza ultima dell'azione politica. Dovunque io avessi appoggiato le mie inutili e stupide speranze.

Ed è in questo quello che io ritengo il “fallimento innanzi tutto umano e valoriale” di quella che ancora insistiamo con il definire “alternativa di potere”, ma che non lo è affatto in quanto amplissimamente colonizzata dall'unico pensiero e dall'unico modello di “organizzazione sociale”. La competizione fra uomini resta tale dovunque essa si manifesti, la lotta per il potere e l'auto-affermazione, anche, così come la infame concorrenza fra bande e gruppi di interesse e d'influenza.

Il non saper arginarla, il non discuterne, l'accettarla come parte del gioco, l'incapacità di modificare la qualità del rapporto umano è il senso ultimo del nostro fallimento

Nasco a Sinistra, qualsiasi cosa voglia dire questa dichiarazione, la mia cultura cresce e si forma a sinistra, non ho alcun problema a dichiararlo e ne sono, sinceramente, orgoglioso.

Quindi è per me causa di enorme sofferenza dovere ammettere che questa “precisazione” questa “collocazione” non abbia più molto senso...eppure lo faccio, conscio, finalmente, dopo anni come sia nei contenuti che si misura l'avanzata della Civiltà (nella sua accezione più alta e complessa) e non nelle definizioni di appartenenza.

Lo faccio per me, non voglio e non posso pretenderlo da altri.

Ma ritengo fondamentale, questo sì, che sia di questi contenuti, del senso ultimo, della qualità vera della necessità di cambiamento che si debba parlare.

Il non comprenderlo, l'accettare la premessa ed il ricatto d'una cultura che si fonda sulla competizione e sull' affermazione del più forte, che non considera affatto l'idea che evoluzione significa adattarsi al cambiamento. Il ridurre il proprio messaggio all'aspetto esteriore, pragmatico, spogliandolo delle sue motivazioni e delle sue ragioni solo per renderlo edibile, fruibile, consumabile, vendibile. Tutto questo, insieme alla mancanza di reale confronto sulle cose è a mio umilissimo ed a questo punto sempre meno influente parere, la ragione per cui avvengono costantemente e sempre i medesimi fenomeni di frammentazione e divisione.

Ed è, sempre tristemente e drammaticamente uguale, lo è stato quanto meno grottescamente, in tutti i luoghi in cui ho vagato, dissapori, scontri, conte epocali, contrapposizioni e dolorosissime ed inutili divisioni.

Ne ho viste sinceramente troppe per doverne sopportare altre, in tutta la mia lunga storia è sempre andata così...ed allora mi chiedo in modo del tutto disarmato, esausto ed addolorato dove stia la diversità?

In cosa si misuri se non nella qualità dei rapporti la differenza vera dalla vecchia politica?

Dove! Se poi soprattutto noi ricadiamo nella bandierine, nelle spilline, nelle tifoserie, negli scontri fra gruppi di influenza...nella convinzione di essere i portatori unici e santificati del sacro fuoco della “Verità”, anzi peggio che lo sia un unico, intoccabile ed infallibile profeta?

Nelle dichiarazioni di principio, negli slogan? Nelle Manifestazioni pubbliche di una volontà che poi, puntualmente, si infrange e si polverizza ogni volta che si scenda nei rapporti veri, quelli fra le persone...quelli che, unici, cambierebbero davvero, il mondo attorno a noi.


sabato 15 giugno 2013

La Camera voti lo stop agli F35

Pubblichiamo l’appello promosso da Ascanio Celestini, Luigi Ciotti, Riccardo Iacona, Chiara Ingrao, Gad Lerner, Savino Pezzotta, Roberto Saviano, Cecilia Strada, Umberto Veronesi e Alex Zanotelli in vista della discussione alla Camera dei Deputati della mozione – sostenuta da 158 deputati SEL, PD e M5S) – che chiede la cancellazione della partecipazione italiana al programma dei cacciabombardieri F-35.

"Nei prossimi giorni la Camera dei Deputati discuterà una mozione di 158 parlamentari di Sel, Pd e M5S che chiede la cancellazione della partecipazione italiana al programma dei cacciabombardieri F-35 Joint Strike Fighter.

In linea con le richieste e indicazioni della campagna «Taglia le ali alle armi» (che dal 2009 si batte contro i caccia) sosteniamo questa nuova iniziativa parlamentare e tutte quelle che si renderanno necessarie per bloccare una scelta così sbagliata.

Spendere 14 miliardi di euro per comprare (e oltre 50 miliardi per l'intera vita del programma) un aereo con funzioni d’attacco, capace di trasportare ordigni nucleari, mentre non si trovano risorse per il lavoro, la scuola, la salute e la giustizia sociale è una scelta incomprensibile che il Governo deve rivedere.

Per questo chiediamo a tutti i Deputati di sostenere questa mozione e tutte le iniziative parlamentari tese a fermare il programma degli F35 e a ridurre le spese militari a favore del lavoro, dei giovani, del welfare e delle misure contro l’impoverimento dell’Italia e degli italiani".

Ascanio Celestini, Luigi Ciotti, Riccardo Iacona, Chiara Ingrao, Gad Lerner, Savino Pezzotta, Roberto Saviano, Cecilia Strada, Umberto Veronesi, Alex Zanotelli

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venerdì 14 giugno 2013

Astensione, Repressione e Restaurazione


La democrazia, il sistema di governo fondato sulla sovranità al popolo, non si esaurisce nelle elezioni: la democrazia è un ordinamento complesso che vive e si sviluppa nella partecipazione di giorno in giorno dei cittadini, singolarmente o come membri di associazioni e movimenti e partiti, ai processi decisionali attinenti la cosa pubblica, nella possibilità per essi attraverso un'informazione libera e pluralista di avere consapevolezza e coscienza delle scelte da prendere per il bene comune, nel difficile equilibrio di pesi e contrappesi, di organi deliberanti e organi di controllo, nel riconoscimento di diritti civili e sociali inalienabili che impedisca la dittatura della maggioranza e l'annientamento dei diritti delle minoranze politiche, sociali, culturali, etniche. Nell'assenza di soggetti privati talmente forti da poter distorcere e deviare la volontà collettiva.
Le elezioni sono in qualche modo il termometro dello stato di salute di una democrazia, sono il culmine e la risultante di processi lunghi e profondi. Non si conquista il potere con le elezioni: queste fotografano la mappa dei rapporti di forza esistenti nella società. Non si realizza un'alternativa che incontri nel voto la volontà e i bisogni della maggioranza dei cittadini se non si è seminato in profondità nei contesti sociali, economici e culturali che li riguardano.
Se gli italiani – come mai successo nella nostra storia repubblicana – disertano ormai il voto, riconoscendo con ciò la propria impotenza e la propria delusione, è perché hanno compreso che quello elettorale è un gioco truccato, l'ultimo palese inganno ordito da un sistema marcio. Come un Tour de France vinto da Lance Armstrong, come un Giro d'Italia vinto da Marco Pantani, come uno scudetto vinto dalla Juventus di Moggi e Giraudo.

mercoledì 12 giugno 2013

PERCHÈ MI ALLONTANO



Mi sono avvicinato ad M5S dopo un lungo cammino, convinto che, pur con tutti i suoi limiti e le sue ambiguità fosse/sia una speranza ed una risorsa per questo paese. Personalmente , da sempre , sono convinto che sia necessario ed indispensabile che ogni idea di cambiamento passi e si manifesti e comunque si collochi, soprattutto, nella sfera delle scelte di vita, personali, di relazione e di rapporto.
Il modo con cui ci posizioniamo rispetto al potere, al suo passaggio, alle sue manifestazioni ed alla sua , molto eventuale, necessità, dipende innanzi tutto dalla qualità delle nostre scelte personali.
Senza la coscienza di questa necessità, reale, quindi, non teorica o meramente dichiarata a parole, senza la capacità di essere “il cambiamento di cui parliamo” nulla si fa e soprattutto non si può, assolutamente illudersi di rappresentare la necessità di cambiamento che attraversa questo paese ed il mondo intero.
Quello che noto è quindi un fallimento valoriale ed umano più che non politico. Esso passa attraverso rapporti avariati, che riproducono in toto il marasma e la competitività malata presente nel sistema, che, molto teoricamente staremmo combattendo.
Attraverso, anche, la rappresentazione velata di “rapporti segreti” esterni al movimento che portano di fatto a dare peso, al di là delle dichiarazioni teoriche di equidistanza” ad uno o all'altro degli schieramenti, artificiosi, in cui il paese viene artatamente diviso. Sfiducia, arrivismi, personalismi esasperati, pragmatismi eccessivi che coprono il vuoto del confronto e l'assenza di condivisioni reali, gruppi interni, fronde, trappole, uso strumentale della stampa. e delle tensioni esterne.
Questo quadro, sinceramente umiliante si è manifestato in molti modi:
Discordanze profonde, per esempio nelle relazioni con l'esterno, I complimenti ad Uggetti, eccessivi e fuori luogo sulla pagina “ufficiale” di Facebook “Lodi 5 stelle e per contro la lettera al Cittadino, di fatto anonima, che attacca, praticamente, solo il centro sinistra firmata a nome sempre del medesimo MoVimento, ne sono solo un "Parzialissimo” esempio, ma si manifesta quotidianamente in aggressioni personali, in rancori, veri e propri agguati .
Però ancora peggio è che in queste tensioni si manifesta l'incomprensione profonda e spirituale di quello che, sempre più teoricamente, staremmo facendo e del perchè lo staremmo facendo.
Tutto questo è specchio e riverbero di quanto sta succedendo nel paese ed al MoVimento tutto, che pur sottoposto ad un attacco mediatico concentrico senza precedenti nella storia, sta evidenziando dei profondi limiti nella qualità reale della sua volontà di cambiamento.
Questo deterioramento è in atto da molto tempo ed inizia, anche con il metodo “discutibilissimo” con cui sono stati scelti i rappresentanti parlamentari, potremmo discutere a lungo di tali metodologie senza trovare una quadra reale, fatto sta che la rappresentanza attuale non riflette se non in parte le reali aspettative del MoVimento, essa è esposta alle tempeste e fragile al suo interno, proprio per l'assenza di un “fondamento” ideale e reale comune, perchè per quasi tutti, così come per la politica tradizionale, le ragioni i morivi, le idee, il senso spirituale delle nostre scelte è ampiamente e costantemente secondario rispetto alle “contingenze ed “urgenze” dettate dalla “governabilità”.
Questo provoca, distinguo e polemiche su questioni secondarie e marginali...stupide alla fine. Nel piccolo come nel grande, quindi, la mancanza di condivisione ideale e di visione comune, crea mostri, individualismi, strumentalizzazioni ed usi personali.
Sono stanco, di metterci la faccia per giustificare le “prese di posizione” ora di questo ora di quello or l'altro del leader maximo, che comunque vale almeno 1.000.000 rispetto agli altri uno. Semplicemente tornerò nell'anonimato, nell'associazionismo , nei movimenti da cui sono venuto. Non ho intenzione di contrastare o calunniare, ma nemmeno di essere parafulmine e puntaspilli per un movimento che non esiste, se non formalmente. E che ogni volta che scende nel “rapporto fra le persone” commette nefandezze e scorrettezze inenarrabili, perchè quella condivisione, quella circolarità, quella orizzontalità, quella liquidità di cui si riempie la bocca e che strombazza nelle sue manifestazioni esteriori non esistono affatto o peggio vengono ampiamente disattese e sono preda di ambizioni sfrenate, di calcoli strumentali di “complotti interni” e di cordate di gruppi di potere. Nonchè di un ruolo organizzativo centrale, che in carenza di un retroterra ideale e di una reale direzione politica e morale diviene potere assoluto e di controllo all'interno della struttura del MoVimento. Per altro senza nemmeno essere in grado di garantire nemmeno se stesso, dall'eventualità di brutture e distorsioni della sua stessa linea vincente, vedasi doppi e tripli Meetup territoriali in competizione fra loro (Il doppio Meetup di Lodi per esempio)
Ed anche qui nel piccolo...come nel grande.
Non ci sto, non mi interessa. Mi allontano anche per rispondere alle bieche, basse e vili insinuazioni di “interessi egemonici personali”. Resto nel Meetup, resto nell'area perchè non esiste un'alternativa proponibile e sono , sinceramente, stanco di cercarla e di vagare come Diogene alla ricerca dell'uomo...che non c'è, che non esiste, che non è affatto maturato e che nonostante la supponenza e la presunzione non ha proprio nulla da insegnare, ma lascio ad altri l'attivismo e la continua competizione...che non mi appartengono, quell'uno vale uno che viene usato , così spesso, a pretesto di continui mutamenti di pesi specifici e linee interne, ma che in realtà non esiste affatto. Io sono e resto convinto che se non si parla di sostanza, di spirito e di relazioni, di rapporti di potere anche reciproci non si sta cambiando proprio nulla
Scelgo di rendere pubblica questa mia lettera non già come forma di attacco al MoVimento, ma di “spiegazione e di tutela personale” purtroppo necessarie in un contesto in cui gli attacchi personalizzati e selvaggi, anche di bassissima lega sono, purtroppo, all'ordine del giorno.

Giandiego Marigo-
(Portavoce di Codogno e ex candidato alle elezioni regionali Lombarde per M5S)

sabato 8 giugno 2013

Le liste last minute della sinistra radicale


E' largamente diffusa nel sentire comune la convinzione che riconoscere gli errori del passato possa aiutare a non ripeterli nel corso della propria esistenza. Non so se ciò valga realmente per gli individui, assai frequentemente prigionieri di una coazione a ripetere nel tempo le stesse scelte del passato, e tanto più per gli organismi sociali più o meno complessi.
Sicuramente questa capacità di elaborare le proprie esperienze fallimentari è fin qui mancata completamente a quell'area politica e ideologica variamente definita di sinistra radicale o di ispirazione marxista e comunista/socialista o di alternativa anticapitalista. Questa area politica non è più presente in Parlamento dal 2008, nel 2013 con Rivoluzione Civile ha raggiunto risultati ancora più modesti della Lista Arcobaleno e regolarmente manca il quorum necessario a portare propri rappresentanti nelle Assemblee elettive (si guardi, per citarne solo alcuni, agli esempi delle elezioni regionali in Sicilia e per il sindaco di Roma).
Tralascio qui di richiamare le analisi che attraverso la ricostruzione delle trasformazioni sociali, economiche, culturali, valoriali intervenute nel nostro Paese e degli errori tattici e strategici commessi dai propri dirigenti provano a dare conto della crisi anzi, per meglio dire, della scomparsa della sinistra in Italia (caso forse unico in Europa) per limitarmi al mero aspetto, per così dire, del marketing politico.
L'ambito del marketing politico è certo aspetto secondario e risulta per noi di sinistra particolarmente odioso prenderlo in considerazione.