(Torno con questo
post, su Verità e Democrazia, sperando di essere gradito,
dopo essermene allontanato , forse, per troppo tempo)
di giandiego
Di questa sinistra cosparsa, presunta e molto frastagliata mi
preoccupa molto di più il dopo, piuttosto che non l'ora e qui. Un
dopo elezioni che rischi di divenire un “liberi tutti” ed una
debacle di fronte ad un ulteriore fallimento delle “buone
intenzioni” e non parlo qui delle scelte di una pseudo sinistra
di comodo, nata da propaggini piddine in sola funzione anti-renziana,
pronta a ritornare all'ovile allo scattare delle sue dimissioni.
Resto personalmente convinto che il percorso per recuperare un'AreA
socialista ed alternativa a questo sistema sia lungo, profondo ed,
allo stato, appena accennato. Non credo che, nonostante le diverse
gradazioni (alcune delle quali va detto, molto interessanti,
sebbene forse fuori tempo massimo) le proposte attualmente in
campo possano essere adeguate e definitive.
Il Lavoro da compiere è ancora immane, perchè immane e
profondissima, culturale e motivazionale è stata la crisi dell'AreA.
Sono personalmente convinto, opinione per altro condivisa da alcuni
componenti della Sinistra Europea che questo giro di giostra
si potesse e forse si dovesse saltare, dedicando energie e creatività
al lavoro territoriale, culturale e politico, al radicamento,
all'affermazione della Via Maestra del Solidarismo, della Mutualità
e della Condivisione Orizzontale.
Cercando nelle cose e nelle azionie nell'essere “L'uomo Nuovo”
il recupero della credibilità perduta e quel rapporto, fondamentale
nell'analisi e nella pratica con quel popolo di cui saremmo
interpreti e portavoce e che oggi manca quasi totalmente.
Detto questo comprendo anche le necessità ed i desiderata di un'AreA
che vorrebbe trovare, finalmente, una degna rappresentanza.
Non ritengo però che quella individuata con Potere al Popolo la
“indicazione definitiva” ma solo una ulteriore ed in fondo
un poco disperata risposta ad una contingenza generata per altro dal
vizio formale della convinzione che l'elettoralismo sia l'unico campo
valido ed importante nel quale un'AreA di Progresso e Civiltà si
debba cimentare.
Ritengo invece che sia altra l'esigenza, culturale, politica e
spirituale … nonché filosofica ed etica in cui oggi quest'AreA si
dibatte.
Non elettoralismo quindi ma radicamento, territorialità e pratica
dell'autodifesa e dell'auto-organizzazione popolare.
Dal basso, ma partendo dal basso e non guardandolo dall'alto per
prenderne atto e coscienza.
Può sembrare un bisticcio di parole, non lo è, molto si parla di
“territorialità” nei progetti e nella “propaganda”
di questa nuova sinistra.
Riescono a porla come conditio sine qua persino i nuovi
comitati elettorali di Grasso quei “Liberi ed Uguali” in sfondo
amaranto, che con la bocca parlano di sinistra mentre “sottotraccia”
preparano un futuro di alleanza con Il Neo-Liberismo soft del PD.
Eppure la
“territorialità” non è sfizio, ma definizione
fondamentale. In questo senso esistono, allo stato, embrioni
importanti come
Je so pazzo, piuttosto che alcune compagini
dei
GAP (Gruppi di acquisto popolari) e dei
R@P
(Rete dell'Auto-organizzazione Popolare) o dell'area
associativa e volontaristica che si sono messi in gioco in questo
“onesto tentativo” di assalto alla Duma. che forse si sono
giocati troppo presto, buttando sul tavolo le proprie carte
all'ultima mano trascinati nella mischia dal fallimento
dell'operazione Brancaccio.
Il timore è che essi si brucino, nel tentativo, non necessariamente
facile, anzi reso complicato dal Sistema Elettorale Nazionale e,
soprattutto, Regionale (ricordiamo che per esempio in Lombardia le
elezioni rischieranno di essere congiunte), di raccogliere le
firme e di guadagnare il consenso necessario per superare gli
ostacoli posti, ad arte, per rendere complessa ed incompleta la
rappresentanza.
Perchè è il dopo questa consultazione elettorale ad essere
veramente importante, cosa farà questa compagine improvvisata,
chiamata in campo dalla disperazione di Rifondazione, e della sua
area in forte crisi? Come reagirebbe ad un insuccesso, quanto
pagherebbe al dazio di un ulteriore fallimento? Cosa faranno i
vagabondi dell'AreA che oggi vagano anche nelle paludi del non voto
di fronte alla confusione di mille sinistre e nessuna vera
alternativa sistemica?
Repetita iuvant dicevano i nostri avi, forse era meglio fermarsi e
preparare con lavoro minuto, culturale ed alfabetizzante ed
EXTRAPARLAMENTARE (purtroppo siamo a dover spiegare cosa
sia davvero il Socialismo)una affermazione fortemente radicata
nei territori, municipale e potente, proprio perchè originata da una
partecipazione vera, conquistata con le pratiche e con l'essere, sul
campo.
Quale in fondo I GAP ed Je so' pazzo in realtà
embrionalmente sono, ma che sono ben lungi dall'essere patrimonio
comune e metabolizzato dalla compagine che si mette in gioco. Senza
parlare per ragioni di assoluto verticismo e strumentalità delle
sinistre para-PD che a mio umilissimo ed inutile parere sono dannose
persino di più di un'affermazione della destra.