di Michele
Berlusconi si è messo in politica per:
curare gli interessi delle aziende di famiglia e salvare il suo monopolio televisivo privato, data l’incostituzionalità della legge Mammì fatta dal suo amico Craxi che gli consentiva di mantenere le tre reti televisive;
coprirsi tramite una sorte di scudo giudiziario dai suoi problemi con la giustizia;
raccogliere l’eredità politica lasciata da Craxi;
fare da referente politico di Cosa Nostra, su richiesta di Dell’Utri.
Di nuovo Berlusconi non ha portato niente, il suo disegno politico è stato seguire la strada del suo maestro Licio Gelli, capo della P2 di cui Berlusconi era tesserato con numero di tessera 1816 e, facendo sue tante idee del piano di Rinascita Democratica, sta attentando ai principi fondanti della Costituzione come: l’autonomia e indipendenza della magistratura, la libertà di manifestazione del pensiero e di stampa, l’uguaglianza di tutti cittadini di fronte alla legge.
A livello nazionale Berlusconi ha trovato il favore: di Cosa Nostra, di quello che rimane della vecchia P2, dello Ior e Vaticano; ha raccolto l’eredità politica lasciata dal latitante Craxi e il sostegno degli anticomunisti, degli estremisti di destra, dei veri liberali che pensavano Berlusconi fosse un liberale.
Tale situazione andava bene anche ad altri ‘poteri forti’ controllati a livello internazionale da logge massoniche e cosche mafiose, sapendo di poter ricattare Berlusconi e che Berlusconi sarebbe stato espressione di una classe dirigente che di nuovo sostanzialmente non presentava niente rispetto ai vecchi partiti scomparsi con tangentopoli, così la logica gattopardesca, del “cambiare tutto perché non cambi nulla”, ha avuto la meglio.
Questi altri ‘poteri forti’ si sono occupati di rendere sempre più trasversale la collusione nella rappresentanza politica per non avere capi politici, bensì politici a loro disposizione; Berlusconi, essendo ricattabile per la sua storia fatta di tante ombre, si è dovuto rendere disponibile. Ma all’apparente disponibilità, Berlusconi ha contrapposto poca affidabilità dal punto di vista degli equilibri nella gestione politico-finanziaria a livello globale, essendosi mostrato incline agli interessi del fronte russo-libico-iraniano, cosa che non piace al fronte Usa-Israele-Occidente.
Da tali considerazioni personali, supponendo che siano giuste, si deduce che tra gli obbiettivi di questi ‘poteri forti’ c’è la sostituzione di Fini con Berlusconi, quale nuovo rappresentante politico della destra italiana.
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