Il trentunesimo anniversario della strage di Bologna offre lo spunto per una riflessione forse marginale ma in ogni caso doverosa.
Riguarda il diverso trattamento mediatico che è stato riservato alle vicende di Cesare Battisti ed a quelle di Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro.
Da un lato i grandi media ed i politici di destra ma non solo (e comunque con in testa il Presidente Napolitano) per settimane hanno gridato allo scandalo per la mancata estradizione da parte del Brasile del terrorista 'rosso' Cesare Battisti, minacciando ritorsioni e sanzioni verso il Paese sudamericano. Cesare Battisti, condannato in sette processi e destinatario della pena dell'ergastolo per omicidio plurimo, merita di scontare in carcere i suoi reati. Ma ovviamente sorprende non poco che i politici della destra berlusconiana rimproverino al Brasile ed al suo Presidente Lula di aver messo in dubbio la correttezza del sistema giudiziario italiano, proprio loro che un giorno si e l'altro pure accusano la magistratura di complotti politici, di inchieste 'ad orologeria' e di costruire ad arte indagini e imputazioni solo per danneggiare Berlusconi ed i suoi alleati.
Dall'altro, da parte di quei media e di quei politici (in particolare quelli di estrazione fascista e missina, quegli stessi che ormai si vergognano a presentarsi alle manifestazioni del 2 agosto in ricordo delle vittime) il silenzio assoluto rispetto al fatto che Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, condannati insieme a Luigi Ciavardini con sentenza passata in giudicato quali esecutori materiali della strage di Bologna, il più terrificante massacro terroristico che abbia conosciuto la storia italiana, vivano oggi in piena libertà.
Nel Paese dominato dalla morale cattolica che attribuisce ai rappresentanti di Cristo in Terra la possibilità di rimettere i peccati non c'è da sorprendersi e Fioravanti e la Mambro non sono gli unici ad aver beneficiato di sconti e riduzioni di pena (istituzione peraltro sacrosanta e pienamente coerente con il principio costituzionale del carattere rieducativo della pena) ma certo giova rileggersi il curriculum criminale di questi due personaggi e la sequela terrificante di omicidi di cui sono stati autori (e dunque grida vendetta il fatto che siano stati impiegati nel comitato elettorale della Bonino, candidata del centro sinistra alle ultime elezioni regionali del Lazio)..
E' poi sicuramente utile riandare all'intervista del 1994 a Gian Antonio Stella del Corriere della Sera in cui i due terroristi neri, con un non troppo velato messaggio trasversale, ricordavano le frequentazioni e la comune militanza con alcuni degli attuali massimi esponenti della destra e del governo berlusconiano.
Così come Cesare Battisti, Fioravanti e la Mambro continuano a dichiararsi innocenti (per la strage della stazione di Bologna).
Per lo Stato italiano, valgono (dovrebbero valere …) le verità sancite giudizialmente e la gravità dei reati commessi rende intollerabile saperli tutti in libertà e ciò deve essere considerata una palese ingiustizia.
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