Forse Alemanno è troppo preso dalle questioni della prostituzione in strada e dei rom (argomenti principe del populismo di destra), troppo convinto che per evitare gli stupri sia sufficiente non indossare una minigonna, troppo occupato a circondarsi di vecchi militanti della 'galassia' nera per rendersi conto dell'esplosione criminale che sta conoscendo Roma.
Intendiamoci integrazione dei rom e prostituzione sono dei problemi in qualunque città ma sta qui ciò che mette a repentaglio il futuro di Roma? Oppure sono altri i problemi che dovrebbero maggiormente allarmarci e spingere l'amministrazione comunale all'azione e a richiedere l'intervento del governo nazionale?
E' consapevole Alemanno delle statistiche sui sequestri di beni mafiosi e sui gravi fenomeni del riciclaggio dei proventi delle attività criminali, dell'usura e delle estorsioni che riguardano la Capitale? E' al corrente della guerra (di cui qui si trova una interessante e convincente ricostruzione) a cui stanno dando vita le bande della 'mala' romana con regolamenti di conti ed esecuzioni in pieno centro ed in pieno giorno (e probabilmente con l'intenzione di ripercorrere i funesti successi della famigerata Banda della Magliana)?
Si può ignorare ancora la recrudescenza di aggressioni omofobe, dal movente politico, di stupri, di risse e omicidi per futili motivi, espressione di un clima di odio e di violenza conseguenza anche delle condizioni in cui versa questa nostra grande città degradata, stressante, caotica, preda anch'essa della crisi economica, con insufficienti servizi sociali ed iniziative culturali (salvo il progettare la corsa delle bighe al Circo Massimo) e con una immigrazione non governata?
Certo nessuno può pensare che tutto sia colpa di Alemanno (ma allora l'attuale Sindaco dovrebbe chiedere scusa per aver imputato l'omicidio Reggiani alla precedente amministrazione comunale) però è anche vero che voler focalizzare l'attenzione su rom e prostitute ha il perverso effetto, in piena coerenza con la logica della gestione dell'ordine pubblico della destra interamente centrato sul contrasto all'immigrazione clandestina e sulla devianza visibile, di trascurare l'importanza essenziale della lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione, vere minacce alla possibilità di sviluppo e di civile convivenza per Roma.
I successi vantati dal governo Berlusconi nell'arresto di latitanti delle varie mafie (peraltro merito di forze dell'ordine e magistratura) rappresentano dunque evidentemente uno specchietto per le allodole che serve a nascondere il lassismo nei confronti della penetrazione delle varie mafie al nord e al centro e al suo consolidamento e rafforzamento al sud, lucidamente perpetrato togliendo risorse a forze dell'ordine e magistratura, incoraggiando la criminalità economica con i condoni (scudo fiscale), rendendo sempre più farraginose le procedure giudiziarie nelle cui maglie (notifiche, tempi di prescrizione, processi 'lunghi' e 'brevi') si insinuano i criminali ed i propri 'valenti' avvocati.
Anche per quanto riguarda la stessa politica di Alemanno nei confronti di rom e prostituzione in strada, i risultati appaiono fallimentari, nonostante i manifesti che di tanto in tanto esaltano il 'successo' dello sgombero di qualche campo nomade.
E' innegabile che la convivenza con le popolazioni romanì non è facile ma quale altra strada per un Paese civile, democratico, garantista e per una città ecumenica come Roma se non il difficile e faticoso tentativo dell'accoglienza, dell'integrazione, del dialogo, della scolarizzazione dei minori, ovviamente della repressione dei reati non 'preventiva' ma quando questi si siano verificati e vengano accertati, come per tutti i cittadini, attraverso procedimenti giudiziari? Non dovrebbero essere impiegati a tal fine i fondi a disposizione (anche provenienti dall'Unione Europea) piuttosto che sperperarli spostando di qua e di là i campi nomadi solo per appagare gli istinti razzisti dei propri elettori?
La prostituzione in strada a sua volta è una piaga, oltre che culturale e sociale, di ordine pubblico e criminale. Nessuno vorrebbe trovarsi, tornando a casa di sera, nel traffico di prostitute e clienti. Dietro questo commercio esiste un racket criminale che schiavizza le proprie vittime e che va contrastato duramente. Ma visto che vendere e comprare sesso è una pratica a cui tanti non riescono a rinunciare e considerato che anche la prostituzione in casa non è certo il massimo per chi condivide quello stesso condominio, non sarebbe una soluzione auspicabile rendere disponibili degli spazi (così come avviene ad esempio nella civile Germania) in cui poter esercitare tale commercio al riparo anzitutto dai clan criminali, rispettando la 'morale pubblica' ed evitando di deprezzare il valore di appartamenti acquistati con sacrifici ed onerosi mutui? Magari tassando tale attività per ricavare un po' di risorse finanziarie per le esangui casse dei comuni?
Non dovrebbe Alemanno, importante esponente del Partito delle Libertà, far sentire la propria voce per provvedimenti legislativi che vadano in tal senso?
Post scriptum
Integro questo post con l'interessante inchiesta pubblicata da Repubblica.it sull'escalation dei delitti della Mala romana nonché con l'articolo del Fatto Quotidiano, che ha fatto seguito alla tragica morte di un bambino fulminato da una scarica elettrica nel campo nomadi di Tor de Cenci, sulla politica di Alemanno verso i rom.
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