Alune espresioni credo siano state coniate proprio nel XX secolo, ora non sono più molto di moda, ma credo persistano dormienti nell'immaginario collettivo.
"Il mondo è impazzito"
"Al mondo non c'è più religione"
Il mondo è impazzito.
Le malattie mentali sono sempre più diffuse.
La psichiatria non ha fatto molti progressi e siamo ancora molto lontani dal sapere e dal capire se e quali disturbi della personalità siano genetici e quali invece siano aquisiti, per difesa o altro, lungo il percorso della vita che ci capita e che qualcuno ha il cattivo gusto di peggiorare.
In effetti, un pesante e scientifico contributo al delirio planetario ci viene dai media, gestiti da un sistema di potere criminale, sempre più scomposto e sempre più goffo nel tentativo di accreditarsi agli occhi delle sue vittime come paterno ordine costituito. Da ultimo, a titolo puramente esemplificativo, mi limito a citare il tg di Mentana, il quale dalle marchette è passato a rapporti sessuali completi con il sedicente governo Monti in diretta televisiva in prima serata..
Il caos, la rabbia, la fame e la disperazione crescenti nel quotidiano degli incazzados di tutto il mondo sono specchio impietoso quanto impotente delle menzogne senza più ritegno e dell'egoismo sempre più efferatamente criminale dei poteri forti.
Patisco la violenza e la spietatezza con cui televisioni, giornali e internet vogliono obbligarci a quella che si ostinano a chiamare crescita, cioè ad autodistruggerci continuando a produrre comprare e consumare tutto quello che vomita la pubblicità, il tutto per l'utilità di pochi, affinché, sulla nostra pelle, possano speculare fino all'ultima goccia di petrolio, fino all'ultimo atomo di uranio e di plutonio...; ma anche affinché possano, con i tempi a loro necessari e sempre sulla nostra pelle, procedere alla comunque inevitabile riconversione industriale ed economica, mantenendo saldamente il controllo di tutte le risorse, ormai ridotte a ben poca cosa.
La pubblicità, artatamente ed incessantemente alternata a trasmissioni scientificamente demenziali o insopportabilmente di propaganda, è uno dei principali strumenti con cui vengono coltivate patologie di massa.
Tutte le pubblicità sono in seconda persona singolare (direttamente o indirettamente per induzione).
'Perché tu vali!'
'Il tuo futuro..'
'La tua macchina..'
'La tua famiglia..'
'Il lusso è un diritto' (Questa è una delle più idiote. Per la cronaca, il lusso è uno spreco, antieconomico, antidemocratico e illiberale. Quello che dovremmo perseguire è l'eccellenza, l'alta qualità, che è esattamente l'opposto del lusso).
L'uso della seconda persona singolare serve allo scopo: accarezzare il tuo ego, coltivare la tua vanità, incoraggiarti all'egoismo, proposto come espressione democratica di libertà, facendotelo sentire come un diritto, spingerti a coltivare il tuo orticello.
In una parola, la prima e più elementare applicazione del divide et impera.
Gli oligarchi di oggi, che non sono più quelli di una volta (mio padre diceva sempre 'meglio avere a che fare con uno stronzo che con un imbecille' e questi, purtroppo, non sono stronzi), come quelli di ieri, devono riuscire ad asservire interi popoli e sanno che l'unione fa la forza, da qui la necessità di annullare agli occhi di tutti e di ciascuno la dimensione collettiva, spingendo ognuno verso un patologico individualismo che cresce, fertile di masochismo, nelle fragili menti dei più, rese sterili di consapevolezza dalla mancanza di istruzione, di informazione e di ogni stimolo intellettuale.
Al mondo non c'è più religione.
Credo sia vero anche questo.
Con la precisazione, che funge anche da premessa del mio ragionamento, che la religione non è la risposta, ma la domanda.
Non è importante quale risposta ti darai, l'importante è che tu ti ponga la domanda.
Non importa se crederai in Dio oppure no, e se sì, in quale Dio o in quali Dei, o se invece sarà il dubbio ad accompagnarti lungo tutto il percorso.
Quello che davvero importa è che tu abbia l'umiltà e l'intelligenza di interrogarti, di chiederti 'perché esisto'.
E' il naturale e profondo bisogno di conoscenza dell'uomo.
Il bisogno di capire e di scoprire.
La ricerca di significato e di senso, spesso vissuto come inquietudine cui si cerca sollievo.
Così intesa, la religione è il motore della scienza, della filosofia, della politica, dell'arte, della cultura, dello sport..
Un patrimonio di conoscenza, emozioni, sentimenti, esperienze, per quanto ne sappiamo, potenzialmente infinito e crescente, nello spazio e nel tempo: la dimensione collettiva, in cui la dimensione individuale trova finalmente cittadinanza e libera espressione e la paura, fattasi saggia, diventa coraggio.
Un mondo in cui non c'è più religione è un mondo che non ha più l'umiltà di interrogarsi, condannando l'uomo alla solitudine della vanità e all'ossessione della morte.
E così si compie un paradosso.
La naturale esigenza intellettiva dell'uomo di capire e di porsi umilmente domande cede irragionevolmente il posto all'angosciante, patetico e velleitario tentativo di negare ostinatamente l'unica cosa che sa con matematica certezza e che non può in alcun modo evitare: la morte.
Un delirio, decisamente.
Arte cultura scienza diritto politica economia..da decenni si sono fermate.
L'immenso patrimonio di conoscenza faticosamente acquisito in 2 milioni e mezzo di anni sembra non interessare più a nessuno, accrescerlo ancora meno.
La vanità, sintesi di tutte le debolezze umane, da tempo ormai sembra essere diventata il nuovo motore del mondo.
E il mondo ha ceduto il passo alla finzione.
Se potete, restate autentici.
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