Il governo Monti, volontariamente o involontariamente, lavora per far rivincere alle prossime elezioni Berlusconi.
Pur se gode dell'appoggio parlamentare anche dal PDL il governo Monti è sostenuto ed è stato auspicato, sotto la regia di Napolitano, anzitutto dal Partito Democratico e dal Terzo Polo di Fini, Casini e Rutelli per costringere il padrone di Mediaset nonché puttaniere di Arcore ad abbandonare Palazzo Chigi.
E' inevitabile dunque che larga parte dell'opinione pubblica, soprattutto tenendo conto che l'informazione televisiva è ancora ampiamente in mano berlusconiana, sarà portata ad identificare questo governo nel governo del centrosinistra.
E allora gli elettori progressisti lo giudicheranno per la macelleria sociale che esso ha imposto ai ceti medio bassi (sulle pensioni, con nuove tasse, con aumento di prezzi e tariffe, con i previsti interventi sul mercato del lavoro) senza nel contempo colpire, con argomentazioni pretestuose, in modo sostanziale i ricchi e i grandi evasori (patrimoniale, una davvero consistente ulteriore imposizione fiscale sui capitali scudati, accordi con la Svizzera per la tassazione dei capitali ivi esportati) né riducendo le odiose e inutili spese militari e per le missioni di guerra all'estero.
Dall'altro lato le categorie che dovrebbero essere oggetto delle liberalizzazioni, quelle dei lavoratori autonomi, delle partite IVA e degli ordini professionali, avvocati, notai, farmacisti, edicolanti, tassisti, benzinai, commercianti, che tradizionalmente hanno come proprio referente politico le destre, non potranno che ricompattarsi con Lega e PDL che in qualche modo, non importa che ciò avvenga strumentalmente e a meri fini elettorali, continueranno a difenderne in varia misura gli interessi.
Per quanto riguarda la sacrosanta lotta all'evasione fiscale (finalmente!) si tratta di azioni che potranno avere effetto a lungo termine, ben oltre la scadenza elettorale, soprattutto in assenza di quegli interventi decisivi contro l'economia illegale di cui parlano Tinti e Scarpinato.
Nel 2012 e nel 2013 resterà forse solo il mostrare i muscoli, come a Cortina nei giorni di Natale, da parte della Guardia di Finanza con risultati per l'erario che saranno tutti da verificare ma che sicuramente porteranno altra acqua al mulino di Lega e PDL, difensori del 'povero' contribuente vessato e spaventato dal fisco mentre gira in SUV e cena nei ristoranti di lusso.
Su tutto poi incombe la questione Equitalia. Se come cittadini, lavoratori, militanti della sinistra reclamiamo un giorno si e l'altro pure che la lotta all'evasione fiscale diventi elemento prioritario dell'amministrazione della cosa pubblica, dobbiamo mettere in conto che questa lotta produce 'morti e feriti'. Ma allo stesso tempo Equitalia, l'azienda pubblica incaricata di recuperare i crediti dello Stato, si manifesta sempre più come un feroce sicario che colpisce senza umanità piccoli imprenditori e deboli cittadini, caricando intollerabili aggi, spese e interessi, senza alcun riguardo per la sopravvivenza delle aziende (E la crescita? E l'occupazione?), non consentendo agli individui di opporsi e far valere le proprie ragioni in tempi accettabili, fino ad arrivare ai casi, oggetto di procedimenti giudiziari, di abitazioni dolosamente pignorate e messe all'asta unicamente per una multa non pagata.
Un vero e proprio incubo che si materializza nella vita di ciascuno di noi ogni qualvolta viene lasciato nella cassetta della posta un avviso di raccomandata.
La stessa ferocia si applica nei confronti dei grandi evasori che possono contare su valenti tributaristi e avvocati? E allora quello che dice Grillo di Equitalia non è poi forse così fuori dal mondo.
Tutti fattori che convergono, se si tiene anche conto della labile memoria dei cittadini italiani e dell'inesistenza di una vera e convincente proposta alternativa della sinistra, per ridare fiato al populismo delle destre.
La stessa ferocia si applica nei confronti dei grandi evasori che possono contare su valenti tributaristi e avvocati? E allora quello che dice Grillo di Equitalia non è poi forse così fuori dal mondo.
Tutti fattori che convergono, se si tiene anche conto della labile memoria dei cittadini italiani e dell'inesistenza di una vera e convincente proposta alternativa della sinistra, per ridare fiato al populismo delle destre.
La cosa più logica per il PD sarebbe dunque andare alle elezioni al più presto, monetizzando il vantaggio nei sondaggi, con una nuova legge elettorale prima che dispieghi tutta la sua furia devastante la recessione (con la crescita che resterà una misteriosa chimera) e vadano in scadenza le prime rate dell'IMU e avendo comunque ottenuto che a gestirle non sia una masnada di pericolosi eversori ma dei 'tecnici' a cui va almeno riconosciuta una immagine decorosa e aver restituito all'Italia la possibilità di essere considerato un interlocutore di cui tener conto nei consessi internazionali.
Il decreto definito 'Salva Italia' d'altro canto è stato approvato, con grande soddisfazione del Presidente Napolitano e la vigliacca acquiescenza dei sindacati, salvo poi dover ammettere da parte dello stesso Monti che senza l'intervento dell'Europa (sui poteri e sulle funzioni della BCE, sull'emissione di titoli europei garantiti dalle istituzioni della UE) tutto questo servirà a ben poco (lo spread, il differenziale tra i tassi di interesse dei titoli tedeschi e di quelli italiani si mantiene pervicacemente intorno al cinque per cento). E tutto si è ridotto pertanto ad un infruttuoso e sadico esercizio a danno dei cittadini italiani.
Ma si sa che la razionalità cozza con i torbidi interessi e la mediocrità del partito di Bersani, D'Alema e Veltroni.
Da ultimo una riflessione sulle liberalizzazioni.
Trovo francamente confortante leggere e ascoltare tante voci (almeno sulla rete), anche e soprattutto di sinistra, che non hanno abboccato alla menzogna che lo sviluppo economico passa attraverso le liberalizzazioni. Perché è assurdo che dopo i fallimenti del liberismo vengano riproposte in dosi ancora più massicce le stesse medicine, perché si scrive libera concorrenza ma si punta alla ciccia dei licenziamenti facili e del ricco bottino delle aziende pubbliche locali, perché in assenza di un progetto complessivo di società e di Paese, espressione della volontà dei cittadini, ogni singolo intervento rischia di avere unicamente la funzione di uno spot pubblicitario.
Cosa serve all'Italia? Consentire ai cittadini di esprimere le proprie priorità e dunque, per cercare di realizzarle, prevedere politiche industriali e per il lavoro, per il welfare e contro la povertà, per l'ambiente e la qualità della vita, per la scuola e la cultura, per la legalità e contro corruzione e l'evasione fiscale.
Davvero corrisponde al bisogno dei cittadini dare ulteriore spazio alle multinazionali del commercio e della distribuzione per ridurre di qualche punto percentuale (se va bene) i prezzi della benzina, dei farmaci, dei giornali, di estendere l'orario di apertura dei negozi per incrementare i consumi comportando nel contempo la chiusura di tante piccole imprese, la perdita di posti di lavoro, punendo (con quale equità?) chi ha investito cifre importanti per acquistare un taxi o un'edicola?
Oppure bisogna rovesciare i ragionamenti e ripartire dall'inizio? Ci servono ancora più grandi centri commerciali o è meglio non desertificare, per ragioni di sicurezza e di vivibilità, città e quartieri? Serve vendere più benzina a qualche centesimo in meno e far circolare più taxi oppure bisogna riprogettare la mobilità nelle città, con più servizio pubblico, trasporto collettivo, facendo viaggiare più informazioni e dati attraverso la rete e meno con lo spostamento fisico degli individui?
Bisogna considerare le medicine alla stregua di qualunque bene di consumo di cui incrementare la vendita oppure vanno posti obiettivi in termini generali sulla prevenzione, sull'assistenza e sulle cure sanitarie?
Far risparmiare un euro l'anno ad un cittadino sul prezzo dell'aspirina ha lo stesso peso delle riduzioni delle spese sanitarie (per i cittadini e lo Stato) che verrebbero conseguite riducendo inquinamento e stress, insicurezza sociale e crimnale, incidenti stradali e sul lavoro, gestendo oculatamente il territorio per prevenire e ridurre la mortalità derivante da alluvioni e terremoti, assicurando a tutti di poter usufruire di analisi e controlli ai fini della protezione da patologie più gravi?
Brutalmente e cinicamente quanto costano all'Erario - per l'incremento del ricorso a cure sanitarie non solo psichiatriche, per il tragico stillicidio di suicidi di lavoratori ed imprenditori, per l'estendersi della criminalità - disoccupazione, povertà, disperazione?
Discorsi da 'benaltristi' penserà qualcuno: "Intanto facciamo quello che è possibile". Ma intanto si fa prevalere una certa visione, di continuità del dominio del mercato rispetto al primato dei bisogni dei cittadini, e la mia convinzione è che si facciano certe cose (liberalizzazioni ad esempio) per non farne altre e non colpire i veri interessi che impediscono la realizzazione del bene comune.
Maurizio Zaffarano, faccio fatica a non riderti in faccia per le fesserie che dici. In caso, comunque, tu creda d'essere nella ragione o di non avere venduto il cervello al punto di non essere posseduto da qualche demone tipi X-files spiegami, ma convinci me e non solo me del motivo per il quale asserisci che Monti lavori per fare rivincere Berlusconi. Leggi le notizie e sei del tutto analfabeta? Non ti rendi conto che Berlusconi è sparito dalla tua sfera grillina o travagliata e dalla sfera italiana grazie al Governo Monti. Ma guardati intorno e leggi, se ne sei capace quanto ha detto oggi la Camusso, il capo della GCIL. Ha detto che Monti è diametralmente all'opposto di Berlusconi.
RispondiEliminaCaro Luca
RispondiEliminala rete è uno spazio pubblico nel quale esporre le proprie idee e accettare di dibatterle. Sarebbe preferibile che ciò avvenisse con educazione e nel rispetto degli interlocutori ma mi rendo conto che non si può volere tutto dalla vita.
La mia convinzione, ovviamente opinabile, è che il governo Monti (ho scritto volontariamente o involontariamente ...) stia creando le condizioni oggettive per far rivincere le destre alle prossime elezioni: delusione e insoddisfazione dei ceti popolari nei confronti dei partiti di centrosinistra, il PD in particolare, che dovrebbero rappresentarli e ciò a seguito dei provvedimenti di macelleria sociale; ricompattamento verso le destre delle categorie sociali (autonomi, commercianti) colpite dalle liberalizzazioni.
Il tutto mentre lo spread non cala e la lotta all'evasione, se sarà fatta seriamente, potrà produrre effetti positivi non in tempi brevi.
Visto che anche Monti dichiara "Se l'Unione europea non cambia non potrò avere successo e in Italia potrebbe scattare la protesta e il Paese potrebbe cedere ai populisti", da http://www.repubblica.it/politica/2012/01/11/news/monti_ue_germania-27904294/?ref=HREA-1 forse lo scenario che ho descritto non deriva dall'assunzione di allucinogeni.