di Giandiego Marigo
La realtà delle cose … e non è un lamento, non è il
racconto d’una richiesta né lo stimolo alla retorica e ad una sin troppo
facile lacrima … non è non vuole esserlo, come non ha mai voluto in
tutto questo tempo, in tutti questi anni in cui sono partito da me per
raccontare questo paese. Questo mondo. Come io lo vedo, come lo
percepisco. Come vorrei che fosse!
Non vuole essere altro che quel che è, il racconto
d’un disagio previsto e prevedibile, la cronaca d’un evento annunciato
e, tutto sommato, nell’ordine delle cose.
Molte parole ci circondano, molte chiacchiere, che a
tratti divengono persino, forse perchè lo sono, fastidiose ed offensive.
Non sempre e non solo da parte del potere, o quantomeno da quello riconosciuto e riconoscibile
come tale, spesso anche dall’area dell’alternativa, dal mondo delle
povertà e del bisogno s’invola, stranamente il canto della medesima
canzone che il potere modula … e non è nemmeno strano che sia così in
fondo.
La crisi morde e come poteva essere diversamente,
l’hanno inventata per questo ed io ho aggiunto una TARES non pagata al
monte dei miei innumerevoli ed umilianti debiti, alle cose che non ce
l’ho fatta a pagare. Come me, molti? Non so dire, certo è che la crisi
morde e la realtà anche.
Una realtà fatta di prezzi più che raddoppiati che attendono solo l’aumento dell’IVA per diventare, definitivamente, proibitivi.
Per molti diviene difficile fare la spesa e lo
diverrà sempre di più. Si riducono le esigenze, si finge d’essere sani.
Non ci si guarda in bocca e non si guardano le proprie scarpe.
Mentre si chiariscono sempre di più, agli occhi di
chi ha la sventura di vedere, i contorni di un progetto che sfocia in un
nuovo Evo Medio Tecnologizzato, con la rielaborazione di antichi e vantaggiosi Rapporti di Classe per chi non ha mai smesso di detenere il potere.
Un nuovo mondo, un nuovo ordine che si sta stabilendo a nostre spese e nonostante i nostri urli ed i nostri ululati alla Luna.
Che non ha nemmeno il vezzo d’una grandissima
fantasia visto che è fondato sui soliti valori: dell’ineguaglianza e
della prevaricazione e parte dai medesimi pretesti: la selezione
naturale, la competitività, la superiorità presunta d’un uomo sull’altro
ed il diritto a prendere ciò che non ci appartiene e fare del Bene Comune un Bene Proprio. Nulla
di nuovo quindi dall’affossamento nel neolitico delle società gilaniche
femminili da parte di un aggressivo ed arrogante potere maschile e
verticale
La realtà dell’inesistenza di un’Area che rappresenti
il bisogno e la gente comune … oh certo le chiacchiere abbondano ed
anche i paladini della giustizia, di uomini del destino poi ne abbiamo
un’inflazione, ma la Realtà delle Cose è che il tempo
dell’assoluta povertà, dei drammi veri stile Grecia, Spagna, Portogallo
si avvicina … è già qui, mentre le cartelle di Equitalia mi sommergono
vere od inventate che siano, ad estromettermi dal mondo di coloro che
hanno diritto di parola a fare di me un uomo deprecabile. Non ho
nemmeno mai provato a difendermi, perchè anche difendersi costa e
comunque non potrei pagare nemmeno il minimo … quindi, prego venitemi
addosso!
Le sirene di coloro che dovrebbero fare gli interessi
dei deboli fanno sinceramente la medesima impressione delle unghie su
di una lavagna, danno la nausea ed anche un poco di raccapriccio, mentre
ti accorgi che il racconto che fanno è, fondamentalmente lo stesso, che
tutti ti hanno raccontato sin qui, modificato nel tono, ma
assolutamente identico nei contenuti. (l’uso dell’impersonale diviene
necessario alla continuazione della narrazione)
Aspettando la sinistra, sembra ridicolo dirlo, che
riparte dalla premessa di due leader (nuovi) d’essere incapaci di stare
insieme, pur conoscendosi e frequentandosi da anni, mentre una
costellazione di intellettuali ben pagati ci raccontano d’un nuovo
soggetto al giorno.
Tu, che vivi la realtà, lo sai che il nome è
ininfluente, così come la bandiera e la canzone … questioni sulle quali
costoro si dividono, lo sai che la storia fa giustizia, sempre, delle
precisazioni inutili … eppure la tua voce è nulla, afona com’è sempre
stata … nessuno t’ascolta ed in fondo, ti rendi conto con raccapriccio,
nessuno ti ha mai ascoltato.
Il tempo passa e la realtà incombe, fatta di prezzi
dei generi di prima necessità che potrebbero aumentare in modo ingente,
anche domani, rendendoti impossibile il sopravvivere, fatta di fabbriche
che chiudono, di comuni che tagliano l’assistenza ed il welfare … per
forza di cose, ed in fondo anche perchè tu non hai pagato la TARES.
Mentre ormai quotidianamente i paladini si aggiungono
ai paladini nel reclamare la tua attenzione ed il tuo plauso, quasi
esigendolo, con un’ arroganza senza limiti.
Vedi la tua vita scivolare, ma sembra che tu non
esista … sempre più impersonale, più statistico, un nulla matematico da
aggiungere ad una percentuale.
Ci sarebbe bisogno di una visione altra, della
potenza ideale di un sogno e di una visione. Ci sarebbe bisogno della
forza di una possibilità, ma anche le possibilità, ti accorgi,
continuano a parlare la stessa lingua della televisione, nascondendosi
dietro alle dichiarazioni di principio ed alle affermazioni da prima
pagina. Poi li ritrovi ad osannare ad ogni piè sospinto quei medesimi
intellettuali che sino ad un momento prima erano a caccia di soggetti,
che sono poi anche gli stessi che hanno inventato quelli falliti sin
qui. Lontani miglia e miglia da te e dal rumore che fa la tua incipiente
povertà.
Ed il Nuovo? L’Altro? Si sta costantemente sulla sua
onda, ma si ha, sempre di più, l’impressione che, dopo essersi riempito
la bocca di sé stesso, si blocchi rifiutandosi di nascere, forse per la
mancanza di premesse, forza per l’assenza d’un coraggio vero e si
finisce a far la spola dietro alla carovana d’un nuovo uomo del destino …
sempre senza un popolo che non sia attratto con l’inganno delle parole
vuote e di circostanza, com’è triste. Com’è inutile
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