Lasciando da parte la trovata elettoralistica del "Tesoretto" e le bugie di Renzi sulla diminuzione delle tasse, quello che più colpisce dalla lettura dei numeri del Documento di Economia e Finanza è l'encefalogramma piatto per ciò che attiene l'occupazione.
Di fronte alla tragedia del lavoro che non c'è, né per i giovani né per gli ultraquarantenni o cinquantenni, al Sud evidentemente molto peggio che al Nord, le previsioni (le speranze, gli auspici peraltro tutti da dimostrare e concretizzare) di Renzi e Padoan indicano una riduzione della disoccupazione dello zero virgola qualcosa per ciascuno dei prossimi anni. Le fantasmagoriche riforme, il "cambia verso", le promesse di far tornare l'Italia "protagonista" in Europa e nel mondo, la cancellazione dei fondamentali diritti del lavoro (con il jobs act) operate dal parolaio fiorentino producono dal 2015 fino al 2019 una misera riduzione del tasso di disoccupazione dell'uno virgola quattro per cento.
Rispetto cioè ai circa tre milioni di disoccupati "ufficiali" quello che ci aspetta nei prossimi cinque anni sono in totale 30-50 mila posti di lavoro in più (e non entriamo qui nel merito della qualità e delle retribuzioni dei nuovi lavori).
Poi ovviamente se questo non è sufficiente per dire basta all'inganno dell'austerità, delle "riforme" strutturali, del liberismo quale unico modello economico possibile, dei bugiardi che si succedono al potere, davvero non c'è nulla da fare.
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