"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

lunedì 27 luglio 2009

I cadaveri e l'Italia ignorante

"Il potere logora chi non ce l'ha".
La più parte degli Italiani attribuisce erroneamente questo aforisma a Giulio Andreotti.
Nell'immaginario collettivo esso esprime 'intelligenza politica'.
Andreotti, in realtà, lo mutuò da Charles-Maurice de Tayllerand-Périgord, detto Talleyrand. (Parigi, 13 febbraio 1754 - Parigi, 17 maggio 1838).
Talleyrand fu Principe, Vescovo, Politico.
( http://it.wikipedia.org/wiki/Talleyrand )
Gli uomini passano, sciocchi e mortali; la vanità cresce e prosegue inesorabile, gabbando l'umanità ignara.
Andreotti è prescritto per associazione di stampo mafioso, di cui è stato riconosciuto colpevole fino alla primavera del 1980.
http://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Andreotti

Bettino Craxi, Presidente del Consiglio dal 4 agosto 1985 al 17 aprile 1987.
Con la sua prepotente e, colpevolmente prevedibile, apparizione nella vita politica italiana, il Paese si avvia verso un declino che sembra non avere freni, né ritegno.
La corruzione diventa regola.
L'arroganza è legge.
Lo Stato di diritto è volgarmente e brutalmente cancellato.
Resta, suo malgrado, il Pudore, convitato di pietra, come la statua sepolcrale del Don Giovanni di Mozart.
Gli italiani lo dileggiano, si ribellano, manifestano il loro disgusto, ma l'Italia feudale lo difende, lo copre.
Il debito pubblico, intanto, è ormai fuori controllo e fa da padrone..
'Mani pulite' viene sottomessa e fermata.
Craxi è la punta di un iceberg che ha radici secolari.
E' indifendibile.
Prima di fuggire ad Hammamet, dichiara '"Basta con l'ipocrisia!". "Tutti i partiti si servivano delle tangenti per autofinanziarsi, anche quelli che qui dentro fanno i moralisti".
Craxi fuggì e, fino all'ultimo, tradì ed offese la Repubblica che lui identificava con i feudatari con cui aveva fatto affari fino al giorno prima.
Le sentenze, emesse in contumacia, furono oneste e ligie, fedeli alla Repubblica:
- 5 anni e 6 mesi nel Processo Eni-Sai;
- 4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito ( mazzette della metropolitana milanese).

Gli altri capi d'imputazione, morirono con lui.
Il decesso gli risparmiò la pubblica gogna.
I danni fatti da Craxi sono ancora oggi una pesante ipoteca su un Paese ormai ridotto al degrado.
http://it.wikipedia.org/wiki/Bettino_Craxi

Dell'Utri Marcello.
9 maggio 1997, il GIP di Palermo rinvia a giudizio Dell'Utri.
Il processo inizia il 5 novembre dello stesso anno.
11 dicembre 2004: il Tribunale di Palermo condanna Dell'Utri a nove anni di reclusione. L'accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa. Due anni di libertà vigilata, interdizione perpetua dai pubblici uffici. Risarcimento dei danni alle parti civili, tra di esse, il Comune e la Provincia di Palermo.

Nel testo che motiva la sentenza[13] si legge:
« La pluralità dell'attività posta in essere da Dell'Utri, per la rilevanza causale espressa, ha costituito un concreto, volontario, consapevole, specifico e prezioso contributo al mantenimento, consolidamento e rafforzamento di Cosa nostra, alla quale è stata, tra l'altro offerta l'opportunità, sempre con la mediazione di Dell'Utri, di entrare in contatto con importanti ambienti dell'economia e della finanza, così agevolandola nel perseguimento dei suoi fini illeciti, sia meramente economici che politici. »

Inoltre:[14]
« Vi è la prova che Dell’Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era vieppiù orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l’imputato in occasione della sua candidatura al Parlamento Europeo nelle fila dello stesso partito, mentre aveva grossi problemi da risolvere con la giustizia perchè era in corso il dibattimento di questo processo penale. »
http://it.wikipedia.org/wiki/Marcello_Dell

Articolo 1, secondo comma, Costituzione italiana:
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Da almeno tre lustri, l'Italia è chiamata alle urne senza le forme e aldilà dei limiti della nostra Costituzione.
La mediocrità non meriterebbe neppure l'attenzione di una matita virtuale.
"Ius est ars boni et aequi".

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