Luigi Mazzella, giudice costituzionalista, scrive una lettera aperta al "caro" Silvio, il Presidente del Consiglio, il beneficiario del Lodo Alfano sulla costituzionalità del quale Mazzella dovrà pronunciarsi tra qualche mese.
E' scandalizzato...sente ancora l'odore della polizia fascista...
Tanto rumore per nulla! Per una cena tra gli amici di vecchia data!
"Caro Presidente, caro Silvio, ti scrivo una lettera aperta perché sto cominciando seriamente a dubitare del fatto che le pratiche dell'Ovra (la polizia segreta fascista, ndr) siano definitivamente cessate con la caduta del fascismo". "Ho sempre intrattenuto con te - scrive Mazzella - rapporti di grande civiltà e di reciproca e rispettosa stima."
"Caro presidente - conclude la lettera -, l'amore per la libertà e la fiducia nella intelligenza e nella grande civiltà degli italiani che entrambi nutriamo ci consente di guardare alla barbarie di cui siamo fatti oggetto in questi giorni con sereno distacco."
Sono parole che colpiscono. Ancora una volta si distorcono i concetti.
Ma qualcosa ho da scrivere anch'io,una semplice cittadina...
Ecco la lettera:
"Cara Italia,
siamo oggetto di barbarie, ma Ti invito ancora a resistere.
Scrivo una lettera aperta perché sto cominciando seriamente a dubitare del fatto che le pratiche piduiste, le manovre dei Principi o-sceni siano definitivamente cessate.
Ho sempre intrattenuto con Te rapporti di grande civiltà e rispettosa stima.
Ho creduto nella Tua capacità di risollevarti, ho investito le mie energie in quella parte onesta che ho avuto la fortuna di conoscere.
Ho cresciuto i miei figli nel rispetto della Costituzione e delle leggi e ho cercato di trasmettere il valore della morale e della dignità. Soprattutto di dignità.
Per me significa non farmi sopraffare dalla propaganda mediatica quando la realtà mi parla d'altro. Ho i miei occhi!
Dignità sta nell'opporsi quando le verità vengono distorte o addirittura nascoste, nell'aggrapparsi fortemente alla propria intelligenza per resistere al dilagante vuoto della coscienza e del pudore. Ho una morale!
La stessa che non mi permette di guardare le Istituzioni ridotte ad una combriccola di "vecchi amici", che non riescono più a separare il loro altissimo ruolo dal "privato" che deve sempre rimanere pulito per garantirne la credibilità.
Di recente ci sono stati tanti eventi "privati", immorali e offensivi per un popolo, e forse questa cena sparisce tra tutti quelli più piccanti, anche se altrettanto indecente.
Cara Italia, l'amore per la libertà e la fiducia nella grande civiltà degli italiani che nutriamo NON ci consente di guardare alle barbarie di cui siamo fatti oggetto in questi giorni con distacco, tanto meno con serenità.
Cara Italia, siamo oggetto di barbarie, ma Ti invito ancora a resistere..."
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