"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)
martedì 7 giugno 2011
Bersani ha ragione
Bersani ha ragione (e anche D'Alema ha ragione): non è pensabile riproporre, per costruire un'alternativa alle destre, la formula politica dell'Unione, una coalizione tenuta insieme solo dall'ostilità a Berlusconi e in cui ci si divideva su tutte le questioni di governo. Ci dicano dunque Bersani e D'Alema come il PD e l'alleanza di cui farà parte intendono affrontare le grandi questioni che riguardano gli italiani: se il risanamento finanziario verrà effettuato ancora una volta tagliando le spese sociali o facendo pagare di più i ricchi e colpendo gli evasori e i corrotti, come si pensa di creare lavoro e migliorare le condizioni e la qualità di vita dei cittadini rispettando l'ambiente, se in tema di diritti del lavoro condividono le posizioni liberiste di Confindustria e Marchionne o stanno dalla parte della Fiom e dei precari, se e come vogliono rilanciare la scuola pubblica e la cultura, cosa faranno per garantire il pluralismo dell'informazione e definire norme rigorose che regolino il conflitto d'interessi, quale futuro avrà l'impegno militare in Libia e Afghanistan, se vi sarà il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto e degli omosessuali. Ce lo dicano affinché noi elettori, magari anche di sinistra, possiamo serenamente e consapevolmente decidere se valga la pena di votarli oppure se dobbiamo rassegnarci a considerarli pressoché identici alla destra berlusconiana e dunque proseguire, per altre vie, nella ricerca e nella costruzione di una vera alternativa.
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