E' probabile che i successi nelle ultime elezioni amministrative, la massiccia partecipazione popolare ai referendum su nucleare, acqua e legittimo impedimento, i favorevoli sondaggi elettorali abbiano dato alla testa ai leader del centro sinistra ed in particolare del PD. Che cioè essi diano per scontato il voto a proprio favore, in nome dell'opposizione a Berlusconi, degli elettori di sinistra (visto che oramai il Partito Democratico non può più considerarsi tale) e che dunque possano dedicarsi a intessere alleanze elettorali con le forze moderate di Casini, Fini, Rutelli e attraverso queste garantirsi l'appoggio dei ben noti poteri forti (Confindustria, Banche, Vaticano).
Credo che questo costituisca un autentico fraintendimento. Gli elettori di sinistra (quel 10-15 o 20 per cento che ancora si considerano tali) sentono di avere già dato: votando e facendo vincere nel 1996 e nel 2006 la coalizione antiberlusconiana e risultando da questa brutalmente traditi. Se dunque l'alternativa a Berlusconi si fonderà su contenuti e proposte (sul lavoro, sull'ambiente, sullo stato sociale, sulla lotta alla corruzione, agli sprechi e all'evasione fiscale, sulla riduzione dei costi della politica) realmente diversi da quelli della destra potrà contare su quei voti altrimenti questi si rivolgeranno verso altri lidi (l'astensione o Grillo ad esempio). Non servirà mettere il timbro di sinistra di Vendola o anche della Federazione della Sinistra per convincerli.
La Tav è una delle questioni dirimenti (per usare il linguaggio di Bersani): leggere il comunicato congiunto di Fassino e Cota per la continuazione dei lavori a tutti i costi è un autentico schiaffo in faccia alla sensibilità e alle convinzioni di gran parte degli elettori di sinistra. Che il PD riveda al più presto le proprie posizioni al riguardo oppure ne pagherà le conseguenze: in confronto con il cinismo e la doppiezza dei dirigenti democratici alla fine Berlusconi potrebbe risultare persino meno pericoloso.
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