"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

giovedì 7 luglio 2011

La classe politica più ridicola del mondo




Se stessimo assistendo ad uno spettacolo comico, al cinema o al teatro o sulla televisione, non potremmo che apprezzare le esilaranti gag che ci vengono offerte tutti i giorni ma siccome stiamo parlando di coloro che hanno in mano il governo della cosa pubblica ed il nostro destino non possiamo non essere percorsi da brividi freddi alla schiena e provare nei confronti di questi guitti una profonda indignazione.
Tremonti dà del cretino a Brunetta (e su questo è probabile che il commercialista di Sondrio trovi un consenso bipartizan) dopo che Romani aveva dato della pazza alla Prestigiacomo (per tacere della Carfagna e la mancanza di chiarimenti sul 'percorso' politico che l'ha condotto fino alla poltrona di ministro): ti aspetti allora uno scatto di dignità, una risposta per le rime, una denuncia per diffamazione, delle dimissioni irrevocabili urlate sbattendo la porta. Nulla. Come al solito si è equivocato, non si è capito, si accettano risibili scuse, si paragona la cattura delle immagini e voci fuori onda a delle intercettazioni illegali (ma siamo sicuri che l'incidente non fosse deliberatamente cercato da Tremonti?). Cosa ci si può aspettare d'altronde da chi faceva la cresta persino sui voli per il Parlamento europeo di Bruxelles?

Berlusconi affianca l'autorevole statista Scilipoti nella presentazione della sua ultima fatica letteraria dopo che la finanziaria del suo governo, nonostante il continuo blaterare al riguardo, le mani in tasca agli italiani le mette e non poco: nelle tasche dei pensionati, dei piccoli risparmiatori con l'imposta di bolla sui depositi titoli che colpisce di più chi meno ha, dei dipendenti pubblici, di tutti i cittadini con i ticket sanitari.
Nella finanziaria finisce poi un codicillo per consentire alle aziende del premier di evitare di pagare a De Benedetti il risarcimento per la corruzione giudiziaria operata (Cesare Previti) per far assegnare la Mondadori alla Fininvest ma dopo che Napolitano ha ottenuto che venisse tolto nessuno ha il coraggio di ammettere di averlo letto e tantomeno scritto.
La Padania annuncia solennemente lo stop al rifinanziamento delle missioni di guerra ed è regolarmente smentita dalle decisioni del Consiglio dei Ministri (anche qui non si è capito, si è equivocato, ci si arrampica sugli specchi per negare la realtà).
Con Di Pietro smarrito tra vecchi progetti movimentisti e di nuova sinistra e i nuovi propositi di ricollocazione centrista per sfuggire ad uno spazio ormai troppo affollato, Il PD ancora una volta mostra le proprie idee 'chiare' in materia di legge elettorale e di riduzione dei costi della politica.
Nella votazione per l'abolizione delle province ha l'opportunità di dare una indicazione all'opinione pubblica di come si possa ridurre la spesa pubblica senza intaccare i servizi sociali: ma come sempre accade in queste occasioni decide di non scegliere (può scontentare e inquietare il proprio apparato? Le proprie centinaia di amministratori provinciali?).
In quanto alla modifica (indispensabile e sacrosanta) della vergognosa legge elettorale, nel PD regna la solita confusione: c'è chi sta con la proposta referendaria di Passigli e Sartori (sostenuta da Libertà e Giustizia) per il ritorno al proporzionale, Veltroni e Parisi si attivano per il ripristino del Mattarellum (uninominale più quota proporzionale), mentre la proposta ufficiale del partito è per il maggioritario a doppio turno e recupero proporzionale.
Le risposte e i chiarimenti (le giustificazioni, gli alibi, le arrampicate sugli specchi) sono sempre gli stessi: ile iniziative della società civile non ci riguardano, noi abbiamo le nostre proposte, la materia è più complessa, non possiamo farci tirare per la giacchetta da altri.
Così come successo sui referendum: non andavano proposti perché da 16 anni non si raggiungeva il quorum. Esattamente la ricetta giusta per scontentare e disorientare i propri militanti e simpatizzanti e in generale il popolo del centro sinistra.
Di fatto la dimostrazione di come il PD, quello che appoggia la TAV e sta con Marchionne contro la Fiom, quello sul quale si addensano storie di tangenti che riguardano uomini vicini a D'Alema, non può fare una politica di sinistra perché parte della casta e legato mani e piedi ai ben noti centri di potere e alle oligarchie più potenti.

1 commento:

  1. Sono perfettamente daccordo che il PDL e il PD HANNO GLI STESSI INTERESSI. Il pd, che vanta di essere il piu' grande partito dell'opposizione, dovrebbe spiegare agli elettori: QUALE OPPOSIZIONE??????
    Si è visto per l'abolizione delle province che i due partiti "SPARTONO ALLA GRANDE".
    Questo è il vero motivo per cui non cade questo governo vergognoso ... Perchè il pd è IL MIGLIOR ALLEATO ... altro che lega e bossi!!!!!
    BUFFONI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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