Dal sito del Movimento Radicalsocialista: http://www.radicalsocialismo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1461&Itemid=1
Ho
conosciuto e aderito qualche anno fa al Movimento Radicalsocialista
riconoscendomi pienamente in quanto si affermava nel suo manifesto
fondativo: il riferimento a parole, spesso travisate e tradite ma che
attengono all'essenza di una visione di sinistra, quali radicalismo e socialismo, l'auspicio dell'unità della sinistra in funzione di una reale trasformazione della società per renderla più giusta e libera,
l'attenzione a tutti quei fermenti di iniziativa sociale e politica che
si muovono dentro questo solco, il richiamarsi al meglio della
tradizione di sinistra nelle sue varie componenti: quella del Partito
d'Azione, quella del Partito Socialista di Nenni e Pertini, quella del
Partito Comunista di Gramsci e Berlinguer, quella degli ecologisti,
quella dei movimenti d'ispirazione libertaria ed egualitaria, quella
anarchica. Questo ecumenismo di sinistra rischia però di rappresentare
un limite ed un ostacolo alla definizione del senso del nostro impegno
nel Movimento Radicalsocialista, poiché oggi, con la fine apparente del berlusconismo e stante l'esperienza del governo Monti (che non è una parentesi ma il vero spartiacque della vicenda politica italiana), è il momento delle scelte. Stare con il centrosinistra di PD e SEL quale male minore e come estremo tentativo di condizionare da sinistra il prossimo governo,
oppure partecipare alla costruzione di un'alternativa radicale alle
politiche neoliberiste di Monti ed al centrosinistra che rispetto a tali
politiche, al di là di tutte le dichiarazioni di facciata, intende
operare in continuità?
E tale alternativa dovrà richiamarsi esplicitamente alle
tradizioni socialiste e comuniste oppure tentare nuove strade non
ideologizzate e che si autodefiniscono né di destra né di sinistra? Ed
impegnandosi direttamente in uno dei tanti cantieri dell'Alternativa
oppure restando in una posizione esterna? In effetti il Movimento
Radicalsocialista è un mini contenitore che ha davanti a sé tanti
contenitori politici ciascuno dei quali si propone di rappresentare il
punto di aggregazione della galassia pulviscolare della sinistra e
dell'alternativa,
ma che paradossalmente contribuiscono a stabilizzarne divisioni e
correnti. Lo è SEL, lo è (o lo era) IDV, sono contenitori la Federazione
della Sinistra, Alba, la “lista arancione” di De Magistris, il progetto “Per una lista civica nazionale”, il Movimento Ecologisti e Reti Civiche,
l'iniziativa per riunificare a sinistra la diaspora socialista. A
questi si aggiungano il progetto politico di Elio Veltri, ultimo nato, e
il Movimento 5 Stelle al quale credo alcuni di noi riconoscono una
positiva funzione di rottura radicale dell'attuale quadro politico.
Augurandosi che a questa folla di progetti non facciano
poi riscontro, parafrasando Pietro Nenni, urne vuote, si deve rilevare
che in ciascuna di queste iniziative che si pongono l'obiettivo di dare
una risposta alla crisi politica, sociale, economica, morale che
contraddistingue il nostro Paese sono presenti aderenti del Movimento Radicalsocialista, a dimostrazione della ricchezza di posizioni e della vivacità intellettuale che ci contraddistingue.
Personalmente sono convinto che ognuna delle strade
indicate abbia una sua validità ed una sua dignità e che, sia pure
attraverso percorsi a volte apparentemente divergenti, tutte siano
rivolte nelle intenzioni di chi le sceglie al raggiungimento dei nostri
ideali comuni di libertà, giustizia ed eguaglianza. Credo - questa è la mia personale e perciò opinabilissima opinione - che tutti questi movimenti e raggruppamenti potrebbero e dovrebbero trovare un punto di sintesi nella costruzione di una quarto polo alternativo al montismo e al liberismo.
Ma proprio questo pluralismo che ci contraddistingue non
può che spingere a confermare il ruolo e la funzione attuali del nostro
Movimento: quello di un libero spazio di confronto, di discussione, di
divulgazione attraverso cui contribuire, senza restare prigionieri delle
“magliette”
che si indossano e delle bandiere che si sventolano, a formare una
cittadinanza consapevole e informata e a far emergere le risposte
politiche di cui collettivamente sentiamo il bisogno.
Se vogliamo realmente svolgere tale ruolo, se siamo
interessati a farlo in coerenza con il nostro Manifesto fondativo (dal
quale suggerirei peraltro di cancellare i riferimenti al socialismo di
Zapatero ormai anacronistici), io penso però che sia necessario un salto
di qualità nell'impegno collettivo a diffondere idee, contenuti,
analisi, notizie. E considerato che,
salvo il nucleo marchigiano, i nostri numeri non consentono di poter
promuovere iniziative reali, di farlo sul sito e sui social network.
Contributi originali da noi scritti e contenuti disponibili sulla rete.
La mia proposta sostanzialmente è di costituire un team
sufficientemente ampio, diciamo una decina di persone, che si dedichi
costantemente a “popolare” il sito di articoli e opinioni e ad
arricchire la nostra presenza sui social network per stimolare la
discussione e il confronto tra di noi e tra chi vorrà avvicinarsi al
Movimento.
Ovviamente
con il concorso di tutti gli altri aderenti nei limiti delle
possibilità di impegno di ciascuno e nel rispetto delle linee
fondamentali della nostra filosofia politica.
Maurizio Zaffarano
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