Di
Giandiego Marigo
Non sono un giustizialista, non sono convinto che la Magistratura ed il concetto di “legge” in generale in una società come la nostra sia realmente “Super Partes”. Resto convinto, per contro, che la struttura giudicante sia sistemica ed i risultati sulle questioni come il G8, Aldovrandi, Cucchi, il sistema con cui vengono trattati gli extracomunitari ed i non abbienti. Il costo della speranza d'ottenere una giustizia, ipoteticamente, più giusta, dimostrino insieme ad altri dati questa TESI.
In
generale, il ruolo di salvaguardia che il potere giudiziario ha
sempre svolto nei confronti della “struttura”
dello stato e quindi del sistema è, agli occhi di chi come me ha
vissuto per anni nei movimenti, più che palese. A mio parere quindi
porre la questione di una “magistratura
di parte”
è realistico solo quando si parli di “antagonismo
reale”
e non nel caso di un buffo imperatorucolo con scarso rispetto di
quelle stesse regole che salvaguardano, teoricamente i confini del
suo mterritorio.
Appunto,
una delle cose che ci dice questa sentenza è che che l'Imperatore
Farlocco
non ha rispettato ”le
regole del gioco”,
cioè il minuetto dell'ipocrisia (assolutamente
nel personaggio)
nemmeno quelle che permettono a quelli come lui di farla franca.
Nella
sua esuberante fantasia ha definito “sinergie”
un sistema interno al suo impero per aumentare, esponenzialmente, le
spese “detraibili”
(in questo realizzando il sogno di gran parte degli italiani).
Si sono sprecati insulti su quest'uomo, epiteti fantasiosi, accuse
anche pittoresche, ma la firma a cinque della sentenza (cosa
assolutamente insolita)
ci testimonia d'un unanimismo alla Suprema Corte che travalica ogni
possibile ipotesi persecutoria
(sempre considerando che se avessero appena potuto farlo l'avrebbero
mandato libero).
Questo
unanimismo ce la dice lunga anche sui riferimenti dei seguaci
dell'Imperatore e riduce le ragioni per cui lo fanno ad uno stipendio
più che cospicuo e comunque alla condivisione del sistema sinergico
in questione. Ci narra anche di un controllo dell'opinione che ha
ampiamente superato i limiti di guardia. Da ultimo ci racconta anche
la suprema umiliazione di un'area Piddina ormai ridotta al vuoto
assoluto delle ragioni, dedita alla conservazione di sé stessa e del
suo potere, che subisce il fascino dell'astuzia da pizzicagnolo del
nostro eroe. Cercandone , inspiegabilmente l'imitazione. D'una
politica ormai completamente separata dalla realtà, al punto da non
riconoscere neppure il guaito del suo “mastino
da guardia”,
quando il mancato rispetto delle quattro regole del loro
“crudelissimo”
gioco si fa troppo palese
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