"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

domenica 3 gennaio 2010

L'ultima cantonata di Flores D'Arcais

E' sempre fonte di dolore accorgersi che le persone di cui hai fiducia tradiscono le tue aspettative.
Flores d'Arcais ed il gruppo di intellettuali legati a Micromega svolgono sicuramente un importante ruolo nel dibattito politico e rappresentano un coerente ed indomito presidio antiberlusconiano.
Ma l'adesione fideistica al mito del Popolo Viola, tanto da dedicargli un intero numero di Micromega, e addirittura proporre a Di Pietro di sciogliere l'IDV per dar vita ad una nuova 'cosa' politica nella quale confluisca appunto anche questo presunto nuovo movimento appare davvero deludente per la superficialità dell'analisi e del progetto.

Che esista in Italia un consistente numero di persone che si oppone a Berlusconi ma che fa difficoltà a riconoscersi o non si riconosce affatto nei partiti esistenti è evidente, che queste stesse persone fossero una parte considerevole di quelle che hanno riempito Piazza San Giovanni il 5 dicembre è indubbio, ma che questo popolo abbia già trovato la dimensione organizzativa di movimento ed una leadership capace di rappresentarla è un'autentica mistificazione.
Non so se Flores faccia riferimento al popolo viola di Gianfranco Mascia o a quello di San Precario. Per quanto riguarda quest'ultimo certo è assai singolare che il promotore di un nuovo movimento politico sia un personaggio che non rivela la propria identità e che potrebbe essere lo stesso Di Pietro, un agente della CIA, un berlusconiano o, chissà, Federico Mello de Il Fatto.
O Flores non ha capito nulla o ci sta prendendo in giro o segue misteriosi disegni di Di Pietro. Per la stima che ho nei suoi confronti e volendo credere alla sua buona fede, prendo per buona la prima ipotesi e cioè che abbia preso una solenne cantonata.
Probabilmente Flores non sa che la manifestazione del 5 dicembre è stata resa possibile non da un comitato spontaneamente formatosi e del quale un esperto agitatore di masse quale Gianfranco Mascia è diventato portavoce, ma dai soldi e dall'organizzazione di IDV e Rifondazione Comunista. Il tutto dopo che Di Pietro aveva incaricato Liberacittadinanza di farsi carico della titolarità delle autorizzazioni della manifestazione.
Almeno Flores ci chiarisca qual è la comune base di valori che unisce tale movimento, quali sono le elaborazioni politiche cui avrebbe dato vita quel comitato spontaneo. Oltre naturalmente le ridicole iniziative dei 'flash mob' o il tormentone 'chi non salta berlusconi è': tutte iniziative che difficilmente, ma forse potrei sbagliarmi, saranno in grado di conquistare consensi in quella che dovrebbe essere la base elettorale dell'alternativa: lavoratori dipendenti, pensionati, precari, disoccupati, studenti.
C'è peraltro da riconoscere, ripensando ai suoi ultimi insuccessi, che Flores non appare particolarmente fortunato quando sponsorizza qualche iniziativa: dall'idea della lista dei 'senza partito' all'appoggio ad Ignazio Marino alle primarie del PD. C'è dunque seriamente da temere per il futuro del cosiddetto Popolo Viola.
E d'altronde la stessa proposta di sciogliere IDV e di dare vita ad una nuova 'cosa' politica appare francamente campata in aria. Cioè Di Pietro dovrebbe ridimensionarsi per dare spazio ad una 'creatura' inesistente di cui lui stesso ha contribuito a far nascere il mito. E poi in politica non esistono generosità e regali. Esistono rapporti di forza espressi dal consenso popolare e dalla rappresentanza di idealità, interessi e ceti sociali. Dà prova di infantilismo un intellettuale che, per quanto importante dirigendo una rivista del gruppo di De Benedetti, con la sola forza delle proprie idee pretenda di determinare la politica di un intero partito: ieri il PD, oggi IDV. E tra l'altro appare un progetto quantomeno incompleto lasciando per strada importanti pezzi dell'opposizione e della sinistra quali Rifondazione Comunista, Sinistra e Libertà e la stessa lista Grillo.
Certo sarebbe cosa ben diversa se intellettuali e artisti (penso a Saviano, Benigni, Ligabue, lo stesso Flores e tanti altri) decidessero di scendere nell'agone politico e, mettendo a rischio la propria popolarità ed i propri contratti con tv, industrie editoriali e dello spettacolo, si facessero promotori di una mobilitazione nazionale per un'alternativa democratica.
Ho paura che se si riferiva a Flores, quando ricordava l'assenza di una significativa base di consenso del Partito d'Azione e dei suoi emuli attuali, una volta tanto D'Alema avesse ragione …..

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