Si cede ai ricatti, alle estorsioni, all'usura per debolezza, per paura, per bisogno, per la vergogna di vedere svelato qualcosa che si vuole tenere nascosto.
Cedere non è mai una soluzione. Significa entrare in un oscuro tunnel senza uscita, significa consegnare la propria vita nelle mani di chi vuole distruggerti e non si accontenterà mai di ciò che puoi dargli e si fermerà solo quando ti avrà completamente annientato.
Le estorsioni e l'usura sono piaghe terribili che affliggono la società e l'economia italiana.
L'uso deliberato del ricatto per l'arricchimento personale, come forma di lotta politica, per rafforzare posizioni di potere e di primato economico sembra sempre più improntare la vita nazionale.
Ricatti nei confronti di personaggi pubblici attraverso foto rubate, rivelazioni di vizi inconfessabili, costruzione di dossier sono ormai cronaca quotidiana.
Attorno a queste pratiche, nella veste di procacciatori o di utilizzatori finali, ruotano personaggi squallidamente privi di scrupoli morali quali Corona, Signorini, Lele Mora, Feltri, Belpietro. Berlusconi utilizza la sua forza finanziaria per togliere di mezzo ciò che può infastidirlo e lasciare il resto sul mercato ed eventualmente gestirlo con tutta la potenza di fuoco del suo impero dei media.
Ma è un ricatto anche quello della Fiat che annuncia, dopo sessant'anni di aiuti di Stato e di una politica economica e dei trasporti asservita ai suoi interessi, la chiusura degli stabilimenti in Italia ed attua il ricorso alla cassa integrazione per imporre a governo e sindacati concessioni a suo favore.
Ed è una strategia ricattatoria quella dell'UDC che pretende, per un sostegno elettorale a volte (forse) decisivo, di avere in cambio l'anima ed il cuore della sinistra.
Cedere però non è mai una soluzione, è solo una resa verso l'abisso.
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