"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

sabato 30 gennaio 2010

Persecutori, non perseguitati

di Michele

Il fatto che è una balla che esisterebbe una persecuzione politico-giudiziaria nei confronti di Berlusconi è dimostrato dalle indagini e processi giudiziari antecedenti il suo ingresso in politica, che lo hanno visto imputato. Ad esempio, già nel lontano 1989 fu dimostrata la sua colpevolezza, poi amnistiata, per falsa testimonianza sull’iscrizione alla loggia massonica P2. Antecedente al suo ingresso in politica è l’indagine in cui fu coinvolto per traffico di droga che venne archiviata nel 1991. Prima dell’ingresso in politica hanno inizio anche le inchieste indirizzate a far luce sulle attività finanziarie delle holding facenti capo a Fininvest.
Ipotizzando per assurdo che Berlusconi sia antipatico a tutti i magistrati e che quindi contro di lui siano state costruite solo calunnie, allora nella sua posizione di forza, sfruttando il potere politico, si sarebbe fatto risarcire delle diffamazioni e calunnie costruite contro di lui; in realtà, le accuse non erano infondate ma vere, in alcuni casi gli è andata bene per insufficienza di prove, ma non era nelle condizioni di esporre querela per calunnia e quando lo ha fatto ha avuto torto; il querelato a sua volta chiede risarcimento e quando si ha torto non solo non si viene risarciti ma si finisce col pagare anche in moneta il querelato che, avendo ragione, non ha calunniato.

Viene più logico da pensare che chi sfugge al processo o alla cattura, nel caso di latitanza, lo fa perchè colpevole. Ma, per assurdo, ammesso che contro Craxi e Berlusconi ci sia stato un fumus persecutorio, i processi si fanno sulla base di prove e i magistrati avevano trovato testimonianze, confessioni e soprattutto le mazzette. Nei confronti di Berlusconi solo quando le prove erano insufficienti non c'è stato un intervento legislativo da parte di quest'ultimo, interventi che in altri casi hanno ottenuto di: rinviare processi attraverso legittimo impedimento, legittimo sospetto, lodo Schifani e Alfano incostituzionali; bloccare l'acquisizione di prove con la legge sulle rogatorie; depenalizzare i reati commessi come il falso in bilancio; arrivare alla prescrizione riducendone i termini.
Ma tutto ciò non basta a togliere la pessima fama sotto l'aspetto etico-morale, allora la controinformazione piduista di regime sta cercando di ribaltare la realtà dei fatti; ci troviamo di fronte ad atti eversivi di smantellamento dello stato di diritto.
Ovviamente Berlusconi non è vittima di alcun complotto, è evidente che non esistono “toghe rosse” che perseguitano Berlusconi. Anzi, se Berlusconi avesse trovato davvero le “toghe rosse” a Milano, la prescrizione per concessione delle attenuanti generiche (lodo Mondadori) e le assoluzioni per insufficienza di prove (caso Medusa, processo Sme) potevano essere condanne definitive per il signor Berlusconi.
Inoltre, è accertato, dalla sentenza definitiva della Cassazione, che Mills è stato corrotto per testimoniare il falso nell'ambito di due processi in cui era imputato Silvio Berlusconi (il processo per corruzione alla Guardia di Finanza e il processo dei fondi neri di All Iberian) allo scopo di “tenere fuori da un mare di guai” Silvio Berlusconi.
E’ accertato che il giudice Metta è stato corrotto dai legali di Berlusconi per strappare la Mondadori a De Benedetti.
E’ accertato, dal processo All Iberian 1, il finanziamento illecito di 22 miliardi di lire al PSI, denaro partito da fondi occulti della Fininvest per finire nei conti svizzeri del PSI di Craxi.
E’ accertato che alcuni finanzieri sono stati corrotti per far chiudere loro tutti e due gli occhi sulle irregolarità riscontrate nelle verifiche fiscali presso le aziende di famiglia Berlusconi; Massimo Maria Berruti e Salvatore Sciascia, che erano fiscalisti del gruppo Fininvest e prima ancora ufficiali della Guardia di Finanza, sono stati condannati in via definitiva in tale processo relativo alle tangenti alla Guardia di Finanza e poi hanno fatto carriera politica entrando in parlamento col partito di Berlusconi.

Appare evidente che non c'è un uso politico della giustizia ma c'è chi fa politica per impedire alla giustizia di compiere il suo corso legittimo e doveroso, denigrando e minacciando la magistratura attraverso un disegno eversivo per attentare all'autonomia e indipendenza della magistratura.

Nessun commento:

Posta un commento