"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

venerdì 29 gennaio 2010

Ricattatori di professione

Si cede ai ricatti, alle estorsioni, all'usura per debolezza, per paura, per bisogno, per la vergogna di vedere svelato qualcosa che si vuole tenere nascosto.
Cedere non è mai una soluzione. Significa entrare in un oscuro tunnel senza uscita, significa consegnare la propria vita nelle mani di chi vuole distruggerti e non si accontenterà mai di ciò che puoi dargli e si fermerà solo quando ti avrà completamente annientato.
Le estorsioni e l'usura sono piaghe terribili che affliggono la società e l'economia italiana.
L'uso deliberato del ricatto per l'arricchimento personale, come forma di lotta politica, per rafforzare posizioni di potere e di primato economico sembra sempre più improntare la vita nazionale.

Ricatti nei confronti di personaggi pubblici attraverso foto rubate, rivelazioni di vizi inconfessabili, costruzione di dossier sono ormai cronaca quotidiana.
Attorno a queste pratiche, nella veste di procacciatori o di utilizzatori finali, ruotano personaggi squallidamente privi di scrupoli morali quali Corona, Signorini, Lele Mora, Feltri, Belpietro. Berlusconi utilizza la sua forza finanziaria per togliere di mezzo ciò che può infastidirlo e lasciare il resto sul mercato ed eventualmente gestirlo con tutta la potenza di fuoco del suo impero dei media.
Ma è un ricatto anche quello della Fiat che annuncia, dopo sessant'anni di aiuti di Stato e di una politica economica e dei trasporti asservita ai suoi interessi, la chiusura degli stabilimenti in Italia ed attua il ricorso alla cassa integrazione per imporre a governo e sindacati concessioni a suo favore.
Ed è una strategia ricattatoria quella dell'UDC che pretende, per un sostegno elettorale a volte (forse) decisivo, di avere in cambio l'anima ed il cuore della sinistra.
Cedere però non è mai una soluzione, è solo una resa verso l'abisso.

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