E' un percorso che parte da lontano quello attraverso cui una parte dell'Italia - quella che non ha mai smesso di credere nei valori dell'onestà, della giustizia, del lavoro, delle regole, dei diritti e dei doveri, della fedeltà alla Costituzione – ha dapprima testimoniato la propria indignazione ed il proprio rifiuto per un governo della cosa pubblica dominato da cricche, clientele, mafie, privilegi e ingiustizie, poi via via ha cominciato a prendere coscienza e fiducia di sé fino a diventare oggi, in un'Italia peraltro sempre divisa a metà, maggioranza del Paese.
Di questa lunga traversata nel deserto fanno parte, nella mia personale visione, i video-editoriali di Marco Travaglio su Voglioscendere, i VaffaDay e il blog di Beppe Grillo, l'antiberlusconismo di Di Pietro ed il suo linguaggio rozzo ma efficace, le speranze e il favore suscitato dalla proposta politica di Vendola, il grido Resistenza di Salvatore Borsellino e la sua lotta per la verità sulle stragi di mafia dei primi anni novanta, le innumerevoli lotte per il lavoro, per la legalità, per la scuola pubblica e contro il precariato, per la difesa dell'ambiente e del territorio che hanno costellato questi ultimi anni, le tante iniziative di testimonianza in rete, sui social network, sui blog (da parte dei tanto vituperati rivoluzionari da tastiera) di un'opposizione intransigente ad un modo vecchio di fare politica e lontano dai bisogni dei cittadini, il nascere ovunque di laboratori politici, di liste civiche, di proposte dal basso di riforma e cambiamento della politica.
Che il vento stesse cominciando a cambiare ce lo hanno detto, ad esempio, il successo di partecipazione del NoBDay del 5 dicembre 2009, la resistenza della Fiom ai diktat di Marchionne, il boom editoriale del Fatto e degli ascolti dei programmi televisivi di 'resistenza' (Santoro, Dandini, Fazio da solo e con Saviano in 'Vieni via con me', Floris, Gabanelli, Iacona) compresi quelli eccezionali di un evento mediatico autogestito come Raiperunanotte, l'enormità di firme raccolte dal Forum dell'acqua senza l'appoggio dei grandi partiti, ed ecco arrivare ora i risultati delle ultime elezioni amministrative e la straordinaria vittoria dei referendum.
Sbaglierebbe chi pensasse che questo vento si placherà andando a gonfiare le vele di un centro sinistra che si propone alla guida del futuro governo. Se il centro sinistra è ancora il naturale sbocco di questo percorso, non sarà indifferente il modo in cui i partiti tradizionali porteranno avanti le istanze emerse nella società. Non ci saranno più deleghe in bianco, la fiducia e il consenso andrà conquistato con comportamenti coerenti e con contenuti radicalmente riformisti.
La partecipazione, l'entusiasmo che suscitano eventi come 'Tutti in Piedi' - organizzato per ricordare la fondazione della Fiom e ultimo in ordine temporale di quel percorso che ho tentato di descrivere – dimostrano che quest'Italia, se necessario, farà da sola.
Per riprendersi, come dice Michele Santoro in un discorso che potrebbe essere quello del fondatore di una nuova televisione o di un futuro leader politico, tutto quello che ci hanno tolto in questi anni: il lavoro, la scuola, le città, l'aria, il mare. La dignità. Il futuro.
Cambia, tutto cambia.
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