"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

martedì 1 novembre 2011

Per Michele Santoro e Radio 100 Passi



L'informazione è nutrimento essenziale della democrazia. I cittadini possono essere realmente protagonisti della vita democratica ed esercitare, come giusto e necessario, la sovranità politica – attraverso il voto, la partecipazione attiva nei partiti, nei movimenti, nelle associazioni e nei sindacati, dando vita a manifestazioni pubbliche, facendo sentire al potere il fiato sul collo come pubblica opinione – solo se conoscono la realtà del proprio Paese e del mondo, se sono aggiornati sui comportamenti dei protagonisti della vita politica, se hanno modo di ascoltare le diverse interpretazioni, le diverse analisi, le diverse soluzioni che vengono proposte rispetto ai fatti e ai problemi che hanno di fronte.
Internet, che pure non è il Paradiso terrestre della trasparenza e dell'obiettività essendo comunque dominato e condizionato da grandi corporation come facebook, google o simili, rappresenta sicuramente una svolta epocale da questo punto di vista perché consente di accedere a notizie ed opinioni senza mediazioni e senza filtri, realizza una sorta di gestione democratica dell'informazione in cui la condivisione e la propagazione virale permette di selezionare, sulla base delle scelte dei cittadini in rete, i contenuti ritenuti più importanti, pone fine ad un'informazione semplicemente calata dall'alto e dai 'professionisti' del settore e favorisce nei social network e con i blog un'interazione basso-alto e l'approfondimento e la discussione pubblica degli avvenimenti.
La realtà è però ancora quella in cui la maggioranza dei cittadini forma le proprie opinioni, oltre che modelli di comportamento e stili di vita, attraverso la televisione.
Ecco allora la drammaticità della situazione italiana in cui un solo individuo, Silvio Berlusconi, monopolizza la televisione privata e, grazie al controllo politico, anche quello che un tempo era il servizio pubblico, la Rai, ormai completamente asservita alle indicazioni del padrone di Mediaset, in funzione di quanto a lui più opportuno da un punto di vista politico e per gli affari delle proprie aziende.

E più ancora che con i tg e i programmi di approfondimento giornalistico l'inganno dell'opinione pubblica (ubriacato con le storie dei VIP, le vicende di cronaca nera, il calcio sette giorni su sette, la mercificazione del corpo delle donne) viene realizzato con i programmi di intrattenimento e con quei talk show del mattino o del primo pomeriggio rivolti ad un pubblico probabilmente non in grado di recepire criticamente i messaggi che gli vengono propinati.
L'unica vera alternativa tra le televisioni in chiaro, La7, a sua volta deve obbedire agli interessi del suo proprietario, la Telecom (sul quale il Presidente del Consiglio ha altresì modo di esercitare pressioni sfruttando i poteri di cui dispone).
E la situazione non è certo più rosea nel mondo della carta stampata dove, a parte l'eccezione del Fatto Quotidiano totalmente indipendente grazie ai ricavi che gli derivano da abbonati e lettori, tutti i giornali sono in mano ai grandi gruppi finanziari e industriali o sono legati ai contributi pubblici decisi dalla politica.
Non a caso nelle classifiche mondiali sulla libertà di stampa e di informazione l'Italia viene posta in una posizione certo non lusinghiera e che peggiora di anno in anno.
Si spiega così l'anomalia di Michele Santoro: l'autore e conduttore di programmi giornalistici di successo, premiato da ascolti e raccolta pubblicitaria, che viene cacciato dalla RAI (perché inviso ai politici di maggioranza e opposizione) e rifiutato anche da La7, alla faccia del mercato che dovrebbe dare spazio a coloro che fanno fare profitti alle aziende e non ai protagonisti di autentici fallimenti come ad esempio Minzolini e Ferrara.
Forte anche dell'esperienza entusiasmante di eventi autogestiti come Raiperunanotte e Tuttiinpiedi! dove si è respirato una straordinario spirito di libertà e si è rivisto uno splendido Daniele Luttazzi altrimenti censurato da tutte le emittenti, ora che Santoro ha finalmente deciso di rompere gli indugi e dare vita ad una trasmissione indipendente, forse domani ad una televisione libera, spezzando le catene dei condizionamenti della politica e delle regole cervellotiche imposte dalla Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, merita l'appoggio e il sostegno di chi vuole in Italia un'informazione libera e pluralista e dunque il contribuito di dieci euro che chiede ai cittadini per dare forza all'iniziativa.
Anche se ad alcuni (anche a sinistra) può non piacere la prima donna Santoro, non si vedono all'orizzonte altri che per carisma, spirito di libertà e capacità professionali siano in grado di avere successo e ascolti di massa con una coraggiosa impresa indipendente come la nuova trasmissione Servizio Pubblico, il cui primo appuntamento è per il prossimo 3 novembre.
Ma accanto a Santoro esistono tante piccole iniziative per un'informazione libera e democratica che vanno parimenti seguite e sostenute. Tra queste Radio 100 Passi che chiede il nostro aiuto per sopravvivere e l'adesione in qualità di soci all'associazione che la promuove.
Abbiamo eguale bisogno di giornalisti come Santoro capace di farsi ascoltare da milioni di persone che dello sviluppo di una rete di iniziative libere e autogestite che possano fare informazione, cultura, spettacolo senza doversi piegare alla dittatura del mercato.

Per contribuire a Radio 100 Passi:


Per sostenere Servizio Pubblico di Michele Santoro


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