"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

venerdì 29 agosto 2014

BISOGNEREBBE CREDERCI



di Giandiego Marigo

La verità? Quella che non ci raccontiamo è che non ci crede nessuno davvero ed invece bisognerebbe, perché il farlo ci farebbe superare gli ostacoli e le empasse.
I mille egoismi e personalismi, la passione invereconda ed ossessiva per la cura dell'orto, che ci impedisce di fare la cosa più giusta, più logica, più importante e più doverosa: Una Costituente della “Sinistra Unita”, un vero tavolo sempre aperto, realmente rappresentativo e controllato dal basso (sino a conclusione positiva) per farla davvero questa unità di intenti , per stabilire obbiettivi comuni ed un cammino condiviso e condivisibile.
La Volontà, la Passione, la Fede … non sono merce d'uso di questi tempi.
Certo, si potrebbero fare un paio di analisi di prospettiva, parlare delle volontà espresse da Alba, Ross@, da Azione Civile, dalla miriade di gruppuscoli in continua nascita che hanno in premessa l'Unità della Sinistra o la sua modificazione in meglio … in un soggetto ampio e plurale.
Oppure sbilanciarsi su quel che c'è, poco e malmesso, Rifo, SeL, alcune tracce di Verde … qualche movimento qua e là.
Si potrebbero citare i gruppi nuovi Convergenza Socialista, Net Left, Sinistra Unita-AreA di Progresso e Civiltà. Oppure potremmo lanciarci in dotte analisi da “intellettuali conseguenti” che vanno sempre di moda e che un cadreghino in Europa bene o male lo rimediano sempre.
Potrei, volendo, far scivolare l'occhio sugli Anti Euro di sinistra, sempre molto combattivi e sin troppo urlanti. Potrei farlo e finirei con il ripetere le analisi e le perorazioni di cui la rete è, sinceramente, sin troppo ed inutilmente piena.
Punti di vista da comunista integralista, da neo berlingueriano, da socialista più o meno libertario o da libertario più o meno socialista, sino alle nuove visioni di soggetti non necessariamente connotati ed M5S similari.
Certo potrei e forse direi persino delle cose intelligenti.
Però io sono convinto che sia una questione di volontà e non di chiacchiere.

Le municipalizzate e le tecniche di manipolazione dell'opinione pubblica


Cottarelli, il responsabile della spending review, visto da Luca Peruzzi

Manipolare l'opinione pubblica per ottenere il consenso della maggioranza dei cittadini su decisioni che invece vanno contro il bene comune e l'interesse generale è prassi abituale e consolidata.
La tecnica usata, più o meno, segue sempre lo stesso procedimento: si sbatte il mostro in prima pagina – inventando, ingigantendo, alterando notizie – e si presenta a portata di mano la soluzione per il problema (ovviamente omettendo di dire che quella soluzione risponde esclusivamente a determinati interessi di parte).
Provo ad indicare qualche esempio.
Se si vuole giustificare una guerra, gli aggressori diventano gli aggrediti e si scoprirà che questo o quel dittatore o che questa o quella organizzazione armata, magari fino a poco prima finanziati e sostenuti in quanto utili a determinati fini ed equilibri, devono essere combattuti e annientati perché stanno massacrando civili innocenti e si oppongono al trionfo della democrazia reclamata dal popolo.
Se si vuole criminalizzare la spesa per le pensioni di invalidità si dà risalto a qualche caso di presunti falsi invalidi che suscita particolare indignazione (in questi casi, è inutile aggiungerlo, il garantismo non vale e non bisogna attendere l'esito delle inchieste e delle sentenze giudiziarie): il messaggio che si fa passare è che gran parte di coloro che ricevono una pensione di invalidità (276 euro al mese totalmente insufficienti, anche per la contemporanea inadeguatezza dei servizi pubblici di cura e assistenza e per l'impossibilità di trovare un lavoro, per chi vive una drammatica condizione di svantaggio) non ne ha diritto. E dunque bisogna inasprirne i criteri per la concessione e predisporre vessatorie visite di controllo di massa per i beneficiari degli assegni (con risultati peraltro assai deludenti in termini di risparmi nella spesa pubblica come dimostra questo articolo sul sito Vita.it).
In questi giorni è arrivato il momento delle municipalizzate.

martedì 26 agosto 2014

Renzi: i problemi non si risolvono con le pagliacciate!

Renzi che cerca di lavarsi la coscienza da Facebook
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Nell'ultima performance mediatica (leggi pagliacciata) di Renzi – l'adesione alla campagna a favore della lotta alla SLA (Ice Bucket Challenge) facendosi riprendere come altri VIP mentre si sottopone ad una secchiata d'acqua gelata – ci sono tanti o forse tutti gli elementi che compongono il mosaico di questa disgraziata epoca italiana presente, disgraziata dal punto di vista politico e del tradimento dei valori sociali e collettivi.
C'è anzitutto il personaggio Renzi, autentico spot elettorale ambulante, con tutto il suo egocentrismo e narcisismo: un nuovo Berlusconi (se fosse vivo Montanelli anche per Renzi direbbe che vuole essere sempre al centro dell'attenzione, partecipando ad un funerale fare il morto, ad un matrimonio lo sposo) da cui si distingue solo per il diverso target politico-elettorale. Berlusconi si rivolgeva prevalentemente ad un elettorato/pubblico tradizionalista e attempato, Renzi a quello giovanilista, rampante e intriso di stereotipi ideologici falsamente moderni e solidali.
Ma soprattutto si disvela in modo sguaiato ed esplicito il ruolo e la funzione che si svolgono oggi i politici, la Politica e le Istituzioni pubbliche nel loro complesso.
Interessanti e sensati i commenti e le interviste del Fatto Quotidiano riportate a questo link su Dagospia. Le associazioni dei malati di SLA non hanno mancato di ricordare la drammatica insufficienza di fondi pubblici per l'assistenza. Indigna un presenzialismo spacciato per impegno sociale e generosità quando, in assenza di un doveroso e sobrio silenzio, ha il solo scopo dell'autopromozione personale di chi lo pratica. Ma ridurre il tutto all'efficacia o meno in termini di raccolta fondi (assai deludente per l'Italia) di questa campagna mediatica e all'ipocrisia dei suoi attori sarebbe sbagliato e fuorviante.

mercoledì 20 agosto 2014

Quattro anni sprecati

di LUCIANO GALLINO   19 Agosto 2014

tramite Eddyburg

Chissà se il potere Legislativo sarà mai in Italia così forte e virtuoso da stabilire la responsabilità almeno civile, se non anche penale, per i membri del potere Esecutivo che fanno perdere soldi agli italiani per aver compiuto clamorosi errori politici? La Repubblica, 19 agosto 2014

I governi Berlusconi,Monti, Letta, Renzi saranno ricordati come quelli che hanno dimostrato la maggiore incapacità nel governare l’economia in un periodo di crisi. I dati sono impietosi. Dal 2009 ad oggi il Pil è calato di dieci punti.

Qualcosa come 160 miliardi sottratti ogni anno all’economia. L’industria ha perso un quarto della sua capacità produttiva. La produzione di autovetture sul territorio nazionale è diminuita del 65 per cento. L’indicatore più scandaloso dello stato dell’economia, quello della disoccupazione, insieme con quelli relativi alla immensa diffusione del lavoro precario, ha raggiunto livelli mai visti. La scuola e l’università sono in condizioni vergognose. Sei milioni di italiani vivono sotto la soglia della povertà assoluta, il che significa che non sono in grado di acquistare nemmeno i beni e i servizi di base necessari per una vita dignitosa. Il rapporto debito pubblico-Pil sta viaggiando verso il 140 per cento, visto che il primo ha superato i 2100 miliardi. Questo fa apparire i ministri che si rallegrano perché nel corso dell’anno saranno di sicuro trovati tre o quattro miliardi per ridurre il debito dei tristi buontemponi. Ultimo tocco per completare il quadro del disastro, l’Italia sarà l’unico Paese al mondo in cui la compagnia di bandiera ha i colori nazionali dipinti sulle ali, ma chi la comanda è un partner straniero.

lunedì 18 agosto 2014

La Sinistra e la comunicazione. Una proposta concreta


Vignetta di Luca Peruzzi

In una partita di calcio vinci se fai un gol più dell'avversario. In politica idee, proposte, valori vincono se vengono condivisi, diventandone patrimonio comune, dalla maggioranza dei cittadini. O almeno se conquistano una massa critica rilevante in termini di partecipazione e mobilitazione popolare.
Mi sembra che a Sinistra - fra dispute ideologiche sulla natura del nuovo soggetto politico da fondare, su collocazioni e alleanze, su disegni programmatici strategici - manchi la consapevolezza che questo sia e rimanga il tema fondamentale.
Tra coloro che auspicano una società fondata sulla giustizia sociale e sulla liberazione dal bisogno, è assolutamente inutile dilaniarsi, ad esempio, tra i fautori di una radicale trasformazione dell'Unione Europa e chi la considera irriformabile e prioritariamente il nemico da abbattere, quando costoro anche sommati tutti insieme costituiscono una forza marginale e politicamente ininfluente.
Per la costruzione di un'Alternativa la priorità diventa dunque infrangere, rovesciare, rivoluzionare il senso comune liberista dominante, aprire degli squarci nel muro del pensiero unico.
Da questo punto di vista la presenza unitaria e organizzata di un soggetto politico di Sinistra avrebbe un suo valore fondamentale.
Ma nell'attesa fiduciosa del 'grande giorno' qualcosa si potrebbe cominciare a realizzare partendo dal basso, raccogliendo la disponibilità delle persone di buona volontà e costituendo un coordinamento spontaneo per diffondere efficacemente idee, valori, notizie, narrazioni diverse da quelle che ci propina un'informazione in larghissima parte al servizio del sistema.
Agendo contemporaneamente nel virtuale (unendo gli sforzi sui social network, i blog, i siti di controinformazione, i forum) e nel reale (con il tradizionale volantinaggio e, se non volessimo farci mancare niente, con flash mob e banchetti davanti a scuole, università, luoghi di lavoro, asl, uffici postali, centri commerciali, fermate dei bus per diffondere messaggi elementari, semplici, diretti, espliciti, se necessario rozzi e volgari).
Per dire che il debito pubblico è un problema solo se ci affida ai mercati finanziari per fare fronte al fabbisogno di risorse monetarie dello Stato; che malattia, vecchiaia, disabilità riguardano tutti e riguarderanno tutti e vanno affrontate con uno Stato sociale generoso ed efficiente; che i dieci milioni e passa di disoccupati, precari, cassintegrati non troveranno un lavoro stabile con la crescita, la flessibilità del lavoro, le chiacchiere di Renzi ma solo attraverso l'intervento dello Stato nell'economia; che le opportunità per i giovani di coltivare il proprio talento e le proprie aspirazioni non le darà il mercato ma un diverso modello economico e sociale; che la qualità della vita – città a misura di essere umano, armonia con l'ambiente, sicurezza sociale – richiede di sottomettere la logica del profitto al bene comune.
C'è qualcuno che si propone di partecipare, di farsi promotore, di assumere il ruolo di coordinare un tale progetto? Noi saremmo totalmente disponibili a metterci al servizio di questa fondamentale e prioritaria causa comune.

venerdì 15 agosto 2014

Mio dio, l’antisemitismo




da l'Internazionale di Gideon Levy

Oggi Israele è il posto più pericoloso del mondo per gli ebrei. Dalla sua fondazione sono morti più ebrei in guerre e attacchi terroristici avvenuti in Israele che altrove. La guerra a Gaza però ha ridotto le differenze: più di ogni altra guerra, ha messo in pericolo gli ebrei anche nel resto del mondo.
La casa degli ebrei, il rifugio della nazione, non solo non offre alcun rifugio, ma addirittura minaccia gli ebrei ovunque. Nel calcolare gli effetti della guerra bisogna includere anche questo tra le perdite.
Un’ondata di rabbia sta investendo l’opinione pubblica mondiale. In contrasto con la miopia e l’autocompiacimento dell’opinione pubblica israeliana, all’estero la gente ha visto le foto di Gaza ed è rimasta sconvolta. Per chiunque avesse una coscienza era impossibile fare finta di niente.
Lo shock si è trasformato in odio verso lo stato che ha fatto tutto ciò, e in alcuni casi l’odio ha finito per risvegliare l’antisemitismo dalla sua tana. Sì, nel ventunesimo secolo c’è ancora antisemitismo nel mondo, ed è stato Israele ad alimentarlo. Israele ha fornito all’odio scuse in abbondanza.
Ma non tutti i sentimenti anti-israeliani sono antisemiti. Semmai è vero il contrario: la maggior parte delle critiche a Israele sono fondate e moralmente giustificabili. L’antisemitismo, razzista come tutti gli odi nazionali, è spuntato ai margini di queste critiche, e Israele è direttamente responsabile della sua comparsa.

domenica 10 agosto 2014

Una critica al sovranismo


Draghi e Renzi visti da Luca Peruzzi
Il sovranismo rappresenta quella visione politica (ne esistono versioni di destra, di sinistra e, ovviamente, di chi si dichiara né di destra né di sinistra) che attribuisce all'adozione dell'euro e all'Unione Europea l'origine e la causa di tutti i mali italiani.
Semplificando brutalmente, per i sovranisti, pur consapevoli dei problemi collaterali che questi atti determinerebbero, basterebbe uscire dall'euro e dall'Unione Europea e contemporaneamente riconquistare per lo Stato, a cui sia sottomessa la Banca Centrale Nazionale, la possibilità di emettere la propria moneta per far tornare in breve il nostro Paese all'età dell'oro, identificata fondamentalmente negli anni sessanta e settanta cioè gli anni dell'impetuosa crescita dell'economia italiana.
Le ultime dichiarazioni di Mario Draghi nelle quali 'auspica' che i Paesi dell'Eurozona cedano la propria sovranità all'Unione Europea anche sulle riforme strutturali (che in soldoni significherebbe il definitivo smantellamento della presenza del 'Pubblico' nell'economia, l'ulteriore riduzione della spesa sociale - sanità, pensioni, istruzioni, assistenza - e dei diritti dei lavoratori in termini di retribuzione e di stabilità dell'occupazione) rafforzano evidentemente le convinzioni dei sovranisti.
Ora mi sembra che gli elementi da cui partono i sovranisti siano fatti incontrovertibili: l'adozione dell'euro e dunque la rinuncia alla possibilità di ricorrere a svalutazioni competitive ha influito in modo determinante nella perdita di capacità concorrenziale dell'economia italiana; l'obbligo di ricorrere esclusivamente ai mercati finanziari per fare fronte alla spesa pubblica (regola in realtà già in vigore dagli ottanta con la separazione tra Tesoro e Banca d'Italia) è all'origine dell'esplosione del debito pubblico italiano e alla sua insostenibilità.
Detto questo vi sono nel sovranismo elementi che francamente non mi convincono.

mercoledì 6 agosto 2014

Viva la Spesa Pubblica

Renzi e la Boschi visti da Luca Peruzzi

Dopo anni di balle, di “luci in fondo al tunnel”, di “la ripresa è dietro l'angolo” e del “peggio è ormai passato”, la verità, certificata dai dati Istat, è che l'Italia è ancora in piena recessione.
La verità è che l'austerità, con la riduzione della spesa pubblica e l'aumento dell'imposizione fiscale, non ha risolto la crisi italiana ma l'ha aggravata.
Ce lo dicono tutti gli indicatori macroeconomici (pil, tasso di disoccupazione, consumi, chiusura delle imprese, debito pubblico) e soprattutto ce lo dice, drammaticamente e tragicamente, la condizione di milioni di persone: la loro disperazione, i suicidi, le vite bruciate, la chiusura di tante imprese ed esercizi commerciali, il livello sempre più infimo dei servizi pubblici, la nuova emigrazione.
Il bonus degli 80 euro è servito a far vincere le elezioni europee a Renzi e a dargli la convinzione, alimentata e diffusa da tanti servi, di essere l'uomo della Provvidenza ma non hanno minimamente influito sulla situazione economica. L'avevano previsto gli economisti seri (i “gufi” come Emiliano Brancaccio) e comunque sarebbe bastato un minimo di buon senso per capire che si trattava di un provvedimento iniquo, inefficace e disonesto.

Spiega così il professor Brancaccio i mancati effetti positivi degli 80 euro:
«Quelli non si vedono perché i lavoratori dipendenti sono stati costretti, in questi anni, a erodere i loro risparmi per far fronte alla crisi. In questo scenario è illusorio pensare che gli 80 euro in più in busta paga si possano interamente trasformare in consumi. Ma soprattutto, occorre ricordare che la famigerata manovra degli 80 euro si inscrive in una politica di bilancio che nel complesso rimane depressiva. Il governo continua a sottrarre all’economia più di quanto eroghi: l’obiettivo generale della politica economica resta infatti quello di attuare un prelievo fiscale che eccede la spesa pubblica al netto degli interessi. Questo significa che i cittadini e le imprese si trovano da un lato con 80 euro in più, ma dall’altro lato registrano tagli ulteriori ai servizi e aumenti delle tariffe. E temono incrementi di altre voci di imposta. L’effetto finale sulle capacità complessive di spesa resta dunque negativo».

sabato 2 agosto 2014

LETTERA APERTA agli EBREI ITALIANI

Il dialogo per la PaceBuongiorno,

faccio parte della rete ECO, ebrei contro l'occupazione, ma ho scritto questa lettera personalmente e la firmo io.
Il tombale silenzio delle Comunità Israelitiche in questi giorni e della stragrande maggioranza degli ebrei italiani mi pesa molto e ho risolto di provare a incrinarlo. Spero possiate aiutarmi, aiutarci.

Ringrazio della eventuale ospitalità.

Stefania Sinigaglia, Ancona


mailto:stefania.sinigaglia@gmail.com




Sono un’ebrea italiana della generazione post-1945, ebrea da generazioni da parte di entrambi i genitori. Sento 
il bisogno impellente in queste ore di angoscia e di guerra tra Gaza Palestina e Israele di rivolgermi ad altri ebrei 
italiani perché non riesco a credere che non provino lo stesso sgomento e la stessa repulsione per la carneficina che Israele sta compiendo a Gaza. Non si mira a distruggere un nemico armato, non sono due eserciti ad affrontarsi: si sta sterminando un’ intera popolazione civile, perché il nemico è ovunque, in un fazzoletto di terra che stipa in 365 km2 un milione e ottocentomila persone, il nemico è sotto la terra sopra la quale c’erano case e scuole e negozi e ospedali e strade, c’è la gente, e se vuoi colpire chi sta sotto la terra è giocoforza ammazzare chi ci sta sopra a quella terra, anche un bambino lo capisce:, ma fanno finta di non saperlo gli strateghi sottili di questo orrore infinito che si dipana 
Come facciamo a tacere di fronte a questa ingiustizia suprema, noi che per millenni siamo stati costretti a nasconderci nei ghetti per vivere, che venivamo additati come responsabili di nefandezze mai sognate, obbligati a convertirci a volte per non essere bruciati sui roghi? 
Israele ha fondato uno Stato nel 1948 su terra altrui, sappiamo come e perché, ciò è stato accettato dal consesso internazionale e nel 1988 è stato accettato dall’OLP. I Palestinesi hanno riconosciuto il diritto di Israele a esistere, ma Israele dal 1967 occupa terra non sua, e lo sa. Per anni e anni si è detto: quella terra occupata serve a fare la pace:territori in cambio di pace. Questo è stato il refrain che però è stato nel corso del tempo sepolto da guerre non più di difesa come nel 1967, ma di attacco, a partire dalla sciagurata invasione del Libano.