Galileo fu solo.
Socrate morì, in realtà, suo malgrado.
Carlo V, l’imperatore dei due mondi, invecchiò, per scelta, in un monastero..
Einstein patì la più feroce delle contraddizioni.
Ruanda…Un massacro.
Tema: dove finisce la vanità e dove comincia il mondo?
Svolgimento..
Ella, la vanità, sintesi del nulla, sprigiona un potere che, quasi, si direbbe non di questo mondo.
Quale nome potremmo darle?
Ella cambia nome e aspetto con la velocità di una gazzella, al punto da sembrar leggiadra.
L’età non le appartiene. Inganna con la facilità del nulla.
E il nulla, cinico, inganna.
Guardate.
Cosa siamo noi?
Pedine su una scacchiera?
Burattini di un teatrino?
Ostaggi inermi e indifesi?
Vittime e carnefici?
Ecco.
Forse, questo siamo noi.
Vittime e carnefici, di noi stessi.
Vittime e carnefici ignari e nostro malgrado.
Soli, ci dimeniamo in un mondo infestato dalla crudeltà.
Quella che patiamo e pratichiamo.
Vorrei che Catullo fosse qui.
Vorrei sentir la voce di Pier Paolo Pasolini.
L’Epoca che ci aspetta è vuota.
E noi, cosa portiamo?
Le tette del grande fratello.
Finte.
Tra l’altro.
Tutto finto.
Culi finti,
tette finte,
ministri finti,
imprenditori finti,
assessori finti,
parlamentari finti,
presidenti finti,
cittadini finti..
Il trionfo del posticcio.
Gli italiani sono egoisti e pigri.
Quale nome potremmo dare alla vanità, se non ‘morte’?
Eppure possiamo scegliere. Vincere la pigrizia, o forse la paura, e voltare l'angolo della nostra mente oltre il quale possiamo essere autentici.
Un orizzonte che val la pena di esplorare.
mi fa pensare ad una frase che ho ricevuto ed ho appena inserito in bacheca : Chi siamo?
RispondiEliminaSiamo gli anticorpi di questa società...