Ha ricevuto non poche critiche, in
quella stessa area – politica, culturale, sociale – a cui si
rivolge, il Manifesto per un Nuovo Soggetto Politico, l'appello per
l'avvio di un percorso, partecipato e condiviso dal basso, per dare
rappresentanza a chi ritiene improcrastinabile la nascita di
un'alternativa politica alla dittatura neoliberista, espressa in
Italia dal governo Monti, ed alla degenerazione partitocratica che
coinvolge anche tutti i partiti della sinistra o sedicente tale.
C'è chi ha rimproverato l'assenza
delle categorie interpretative e degli strumenti di analisi
utilizzati dall'ideologia marxista, chi la critica alla forma partito
indicata invece dalla Costituzione quale via fondamentale attraverso
la quale i cittadini partecipano alla vita politica, chi l'eccessiva
enfasi sul tema della rappresentanza anziché riconoscere la
necessità del conflitto e/o prospettare soluzioni di democrazia
diretta, chi il mancato esplicito appello ai partiti di opposizione
alla sinistra del PD per la costituzione di una forza unitaria
radicale, chi la presenza tra i firmatari del Manifesto di
professionisti della politica in cerca di una nuova poltrona, c'è
chi ironizza sull'ennesimo appello dei soliti intellettuali privo di
un effettivo riscontro popolare, chi lamenta il carattere di
iniziativa calata dall'alto anziché autogeneratasi dal basso.
Di fatto questa proposta non ha fin qui
ricevuto l'interesse e l'adesione che mi sarei aspettato (ma avendo
da sempre auspicato un'iniziativa di questo tipo ammetto di non
essere sereno nei miei giudizi).
In ogni caso, a mio avviso, ha ricevuto
critiche e diffidenze non giustificate.
Per prima cosa, il percorso che viene
prospettato per la formazione di un nuovo soggetto politico di
alternativa radicale al sistema politico, sociale, economico
dominante, è talmente aperto, inclusivo, privo della pretesa di
esclusività di appartenenze, non preordinato in schemi definiti a
priori, che gran parte delle critiche appaiono il frutto di malintesi
o di prevenzione. Sostanzialmente, nel quadro di alcune parole
d'ordine che chi è dalla nostra parte non può non condividere
(Democrazia – lavoro – beni comuni – partecipazione- rottura
con il neoliberismo), quello che si ripropone è il modello vincente,
trasversale e non ideologizzato, del Forum per l'Acqua Pubblica. Le
forme e i contenuti di questo soggetto politico appaiono tutti da
definire e si comporranno attraverso l'interazione e la discussione
tra élites e cittadini.
In secondo luogo, basta guardare alla
situazione italiana per convenire sul carattere improcrastinabile di
un'iniziativa politica che vada nel senso indicato dal Manifesto. Il
dopo Berlusconi, come i più avveduti e consapevoli avevano previsto,
è andato nel senso di un violento e inesorabile rafforzamento delle
politiche neoliberiste senza in alcun modo scalfire le deviazioni
criminali e partitocratiche del sistema italiano (perché
quest'ultima è la condizione indispensabile per l'attuale governo
per godere di una maggioranza parlamentare). Nel contempo
l'opposizione radicale, pur rappresentando una parte non marginale
del Paese, è frammentata, inadeguata, priva di un progetto unitario
e condiviso, paralizzata dai personalismi dei suoi capi e capetti.
La realtà di questa area è costituita
dalla Federazione della Sinistra con un consenso stimato tra l'1 e il
2 per cento, con i verdi allo zero virgola, Grillo per la sua strada,
tre o quattro partiti comunisti intransigenti, i movimenti in ordine
sparso ciascuno geloso della propria identità, IDV e SEL che avevano
puntato tutto sull'alleanza con il PD e che ora, con la progettata
riforma elettorale di Alfano-Casini-Bersani, dovranno rinunciare ai
propri sogni di risultare determinanti in una futura alleanza
elettorale (o addirittura a prenderne la guida attraverso le
primarie) e rassegnarsi ad un ruolo politicamente ininfluente che
produrrà al massimo qualche scranno parlamentare.
Si tratta di forze politiche che
personalmente non demonizzo, a ciascuna delle quali è possibile
riconoscere qualche merito e pregio ma i cui limiti (di strategia, di
linguaggio, di coerenza nelle proposte o di degenerazione
leaderistica) sono evidenti.
In assenza di un progetto unitario che
riesca ad utilizzare e canalizzare quel poco o tanto di buono che
esse esprimono dovremo rassegnarci, come cittadini e come
lavoratori,alle politiche di macelleria sociale del governo Monti che
passano con il beneplacito di PD e CGIL ed alla futura
normalizzazione politica che vorrebbero imporci Bersani, D'Alema,
Casini, Fini e Berlusconi.
Da ultimo infine, vi sono tra i
proponenti del Manifesto personalità di tale valore intellettuale,
autentici punti di riferimento per chi anela ad un mondo e ad una
società italiana diverse, e di tale probità al di sopra di ogni
sospetto che ciò dovrebbe di per sé indurre alla fiducia e
all'attenzione.
E' evidente d'altronde che senza un
coinvolgimento e un impegno diretto di grandi soggetti collettivi,
penso anzitutto alla FIOM, che per seguito e prestigio possano
spingere alla partecipazione importanti masse popolari sarà
difficile che il progetto di un Nuovo Soggetto Politico potrà
rappresentare qualcosa di diverso da un Libro dei Sogni.
Non ne ho molta di fantasia Perché credo che l’utopia sia la luce per un domani migliore. Per fare si che questo entri nelle menti va alimentata e credimi faccio molta fatica perché io appartengo alla generazione nata ne l’era fascista dove gli analfabeti erano la maggioranza siamo sopravvissuti al fascismo alla distruzione della guerra ma il sogno utopico non ci a mai abbandonato con sacrificio abbiamo ricostruito L’ITALIA da consegnare hai nostri figli per un domani migliore. L’ignoranza credevamo fosse la nostra debolezza ma i fatti ci hanno smentito Noi senza licenza elementare abbiamo avuto come insegnante l’esperienza che ci ha fatto capire che le ideologie non esistono sono solo create ad arte dalla classe dominante per creare fazioni da sottomettere al proprio volere Ti domanderai ma dove vuole arrivare? Ci arrivo subito al sogno utopico che se venisse coltivato è l’unica salvezza L’utopia unica luce per un domani migliore senza partiti che fanno chiacchiere da 64 anni Utopia per un popolo coeso a l’interesse comune non dei pochi come avviene da sempre con la sparizione di tutto ciò che sino ad oggi ci a ingannato per il loro tornaconto
RispondiEliminaSfruttando credenze politiche e religiose hanno approfittato dell’ignoranza per gettare radici cosi profonde del male da ingannare anche chi ignorante non è
Tutto questo ha fatto il suo tempo per questo più li lasceremo al potere
e più si avvicinerà la fine fa da spia la crisi mondiale creata dalla cupidigia anticamera della fine di tutto
L’unico antidoto è il sogno utopico che diventa realtà rispecchiando cosi il volere di chi ha creato un mondo perfetto Dominato dalla gente più imperfetta che esiste sulla faccia della terra L’utopia è il messia del terzo millennio dove quell’uno per cento che domina il mondo cederà il passo al nuovo privo dell’interesse dei pochi a beneficio di tutto il mondo unito in un solo credo la fratellanza . scusami se ti ho annoiato ma noi ignoranti con pochi vocaboli ci ripetiamo allungando lo scrivere per spiegare il nostro pensiero. VITTORIO
Mi sono chiesto spesso cose L’utopia
RispondiEliminaE da ignorante quale sono questa è l’unica risposta
Che mi è venuta in mente
L’utopia è il bene Che non c’è
È la scintilla che manca a L’uomo per essere simile a Dio. VITTORIO
Grazie Vittorio ... per essere una bella e grande persona come te non occorre aver studiato ...
RispondiEliminaE' molto bella la definizione che hai dato di utopia.