Questi sono i giorni in cui ancora una
volta la degenerazione criminale dei partiti (la gestione dei
rimborsi elettorali della Lega e della Margherita) diventa il
pretesto per gettare fumo negli occhi dei cittadini, promettendo e
invocando riforme solo di facciata e comunque tardive, e distoglierne
l'attenzione dalle grandi questioni che riguardano la loro vita: la
crisi economica, lo spread ancora a livelli prossimi alla catastrofe
nonostante la macelleria sociale di Monti (o forse proprio a causa di
questa …), la cancellazione delle garanzie per i lavoratori
previsti dall'articolo 18, la questione degli 'esodati', l'assurda
riforma costituzionale che prevederà l'obbligo del pareggio di
bilancio dello Stato.
Se i grandi mezzi di informazione ci
propinano incessantemente una narrazione che presupporrebbe il
doversi meravigliare di fronte a cose - la vera natura della Lega e
quanto c'è di sporco in tutti o quasi tutti i partiti – che i più
avevano ben chiaro, non mancano in Rete e sui social network i
contributi di chi, interpretando e raccontando i fatti con raziocinio
ed onestà, mette in guardia sia sull'uso quale arma di distrazione
di massa del racconto di come veniva elargita la 'paghetta' al figlio
di Bossi sia sul momento opportuno in cui queste vicende sono venute
fuori (mentre Rutelli e lo stesso Stato Maggiore del PD sono
sostanzialmente lasciati indenni da ogni responsabilità per i fondi
sottratti dal Tesoriere della Margherita).
Sempre di Giulietto Chiesa è molto
interessante l'intervento che condivido quasi interamente a proposito
del ruolo indispensabile dei partiti (in quanto, qualunque nome si
voglia dare a queste organizzazioni, espressione dei diversi
interessi e delle diverse visioni ideali presenti nella società che non potranno mai venir meno) e
sulla democrazia, la cui piena attuazione non potrà realizzarsi
rincorrendo scorciatoie di vario tipo o natura (tra le quali, sotto
certi aspetti, vi sono i progetti di democrazia diretta).
Il punto fondamentale, al di là delle
norme costituzionali (non a caso in Italia largamente inattuate) e
dell'impianto giuridico nel suo complesso, per una piena attuazione
della democrazia è costituito, a mio avviso, da come si possano
sconfiggere e neutralizzare i fattori di distorsione e di
inquinamento della volontà popolare e della individuazione del bene
comune che sono rappresentati da quel complesso
finanziario-militar-industriale che ha sempre impedito al nostro
Paese di conseguire una piena sovranità e, sul piano interno, da
poteri forti quali il grande potere economico, la criminalità
organizzata, il Vaticano.
Ben vengano le iniziative per far
nascere un diverso modo di fare politica e per l'adozione di
provvedimenti che contrastino l'illegalità diffusa nel nostro Paese
(tra queste segnalo la legge di iniziativa popolare per regolare la
vita dei partiti conformemente all'articolo 49 della Costituzione di
cui è promotore Elio Veltri) ma se non riuscirà ad affermarsi in
modo prevalente la coscienza civile, la consapevolezza, la volontà
di partecipazione alla determinazione delle scelte che riguardano la
cosa pubblica dei cittadini non cambierà mai niente. I partiti cioè
potranno continuare a fare gli interessi dei potenti (e i loro dirigenti continuare a prosperare nella corruzione) anziché
perseguire il bene comune. E il Renzo Bossi e la Carfagna di turno,
presentati in lista alle Regionali con il sistema proporzionale,
anziché determinare il calo di consensi dei propri partiti, faranno
il pieno di voti di preferenza.
Il punto è, insisto, come possano
coloro che considerano la funzione della politica la realizzazione
del bene comune assumere democraticamente e stabilmente la guida del
Paese, relegare gli 'altri' ad un ruolo marginale e comunque esecrato
dall'opinione pubblica, acquistare il consenso e la partecipazione
attiva della maggioranza dei cittadini.
Certo da questo punto di vista
l'informazione e l'istruzione sono fondamentali e non a caso su di
esse si esercita il monopolio del Potere e rappresentano gli
strumenti attraverso cui il Potere, negandoli o indirizzandoli
opportunamente, perpetua se stesso. Ma a parte il fatto che si può
ragionevolmente pensare ad un'informazione realmente democratica e
pluralista ed un'istruzione di qualità elevata, universale, gratuita
più come qualcosa di reso possibile da una vittoria già conseguita
che come premessa per la vittoria stessa, centrare l'attenzione solo
su questi temi significa trascurare i rapporti reali tra i ceti
sociali e tra le persone e la loro condizione materiale.
Lo slogan del 99 per cento dei
cittadini dominato dall'1 per cento, sicché basterebbe 'illuminarli'
per cambiare i rapporti di forza politici, appare suggestivo ma
ingenuo. Non tiene conto della complessità della società, degli
interessi, dei bisogni, dei valori, delle ideologie che si
intrecciano e si contrappongono.
Sottovaluta il fatto che non tutti gli
individui - perché dipendono per la propria esistenza dal favore di un potente o di un boss criminale – sono liberi di scegliere ciò che
ritengono migliore e più giusto. E accanto ad essi tanti vivono (e
vivono anche bene) grazie a questo sistema corrotto e ingiusto.
Per diventare maggioranza oggi serve
più che mai creare una rete sociale ed economica alternativa, un
contropotere produttivo diffuso e partecipato, in grado di permettere
l'incontro e il dialogo anche con chi non sta dalla nostra parte pur condividendo la nostra stessa condizione sociale, di
portare l'attacco alle oligarchie dominanti direttamente nel loro
portafoglio, di liberare gli individui dalla schiavitù del bisogno,
di dimostrare che esistono strade alternative a quella della
sottomissione ai potenti che consentono di vivere con dignità. Che è possibile coniugare lavoro e reddito con la difesa dell'ambiente, dei diritti fondamentali e con la qualità della vita.
Ciò che è giusto deve diventare anche concreto, realizzabile, conveniente per la generalità delle persone per non limitarsi ad un ruolo di mera testimonianza di valori e di idee.
Ciò che è giusto deve diventare anche concreto, realizzabile, conveniente per la generalità delle persone per non limitarsi ad un ruolo di mera testimonianza di valori e di idee.
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