Parole, parole,solo parole. Questa è la carta di intenti con cui Bersani, Vendola, Nencini (per chi non lo conoscesse, il segretario del Partito Socialista Italiano, schifato anche da gran parte degli esuli della diaspora socialista) chiamano a raccolta l'area democratica e progressista per il governo dell'Italia.
Perché nella professione di fede nell'Euro e nell'Unione Europea non c'è alcuna indicazione di come sia possibile cambiare i rapporti di forza tra i Paesi membri dell'Euro che sono alla base dei diktat europei sull'austerità e il rigore finanziario (la fiducia riposta in un impegno comune in tal senso dei progressisti europei è una vana speranza stante il consenso di Hollande in Francia alle politiche della BCE e della Commissione europea e l'appoggio dei socialdemocratici tedeschi alla linea della Merkel).
Perché non si spiega, stante la premessa della fedeltà a questa Europa dell'obbligo del pareggio di bilancio che attraverso i meccanismi dei mercati strozza le opportunità finanziarie delle Istituzioni pubbliche, dove si trovano i soldi per il welfare e per le politiche per il lavoro e l'uguaglianza, per il Sud, per i giovani e per le donne (si fa tutto con la patrimoniale?).
Perché non ha alcuna credibilità chi si erge a paladino del welfare, dei beni comuni, dell'uguaglianza, dell'ambiente dopo aver votato tutte le leggi del governo Monti - il fiscal compact, cioè l'obbligo del pareggio di bilancio dello Stato e la riduzione del debito pubblico in 20 anni fino al 60 per cento del PIL, lo svuotamento dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, la controriforma delle pensioni, lo stillicidio di riduzioni di stanziamenti per la sanità, la scuola pubblica, l'assistenza sociale, i programmi di svendita dei beni pubblici, le trivellazioni sotto costa e la conferma della TAV - con le quali si è dato l'assalto allo Stato sociale e all'idea costituzionale di uguaglianza che solo nell'intervento riequilibratore delle istituzioni pubbliche trova realizzazione, fino a configurare addirittura secondo Rodotà uno stravolgimento strisciante e occulto dei principi sanciti nella prima parte della nostra carta costituzionale.
Il fatto che non si faccia menzione di Monti nella carta di intenti non significa nulla quando non si propone alcuna abrogazione e modifica delle sue leggi classiste e dunque il superamento della sua famigerata Agenda.
La stessa prospettiva di una futura alleanza di governo con l'UDC, alla quale i tifosi vendoliani attribuiscono infantilmente così grande importanza come se il PD fosse radicalmente diverso dal partito di Casini nelle concrete decisioni operative politiche, viene lasciata nell'ambiguità. L'accordo di legislatura con le forze del centro liberale è esplicitamente richiamato nella carta di intenti ma, così contestano i vendoliani come se si stesse votando per le elezioni europee e non per il Parlamento italiano, solo al paragrafo "Europa":
"Qui vive la ragione più profonda che ci spinge a cercare un terreno di collaborazione con le forze del centro liberale. Per questo i democratici e i progressisti s’impegnano a promuovere un accordo di legislatura con queste forze, sulla base della loro ispirazione costituzionale ed europeista e di una responsabilità comune di fronte al passaggio storico, unico ed eccezionale, che l’Italia e l’Europa dovranno affrontare nei prossimi anni. Collocare il progetto di governo italiano nel cuore della sfida europea significa costruire un progetto alternativo alle regressioni nazionaliste, anti-europee e populiste, da sempre incompatibili con le radici di un’Europa democratica, aperta, inclusiva."
Una distinzione di lana caprina quella di fare riferimento alla collocazione nel testo, parole parole parole appunto, quando i numeri dei sondaggi elettorali (grosso modo PD al 26 per cento, Vendola al 6/7 per cento) dicono che mai e poi mai il centrosinistra potrà raggiungere (sia con il Porcellum che con la nuova legge in fase di discussione parlamentare) quella larga maggioranza alla Camera e al Senato che ne garantisca l'autosufficienza.
Il maggioritario con coalizioni è d'altro canto lo strumento migliore per perpetuare quel truffaldino teatrino della politica che serve a polarizzare gli elettori sulle due opzioni di destra e (pseudo) sinistra falsamente alternative nel momento in cui sulle grandi questioni sociali ed economiche perseguono politiche assolutamente compatibili e fungibili.
Infine, per gli irriducibili vendoliani, si prenda atto della gabbia in cui si vuole andare ad imprigionare ciò che resta del popolo di sinistra: il voto a maggioranza dei gruppi parlamentari, in cui evidentemente SEL avrebbe una rappresentanza numericamente ininfluente, sulle questioni controverse (lavoro? pensioni? welfare? beni comuni?), la fedeltà agli impegni internazionali (fiscal compact? Afghanistan? l'ipotizzato impegno della Nato in Siria ed in Iran?) e, perinde ac cadaver, l'impegno ad "appoggiare l'esecutivo in tutte le misure di ordine economico e istituzionale che nei prossimi anni si renderanno necessarie per difendere la moneta unica e procedere verso un governo politico-economico federale dell'eurozona" .
Qui il link della carta di intenti della coalizione di centrosinistra:
E qui, per chi volesse divertirsi a cercare le differenze, quella del Partito Democratico:
Fantastico!
RispondiEliminaCarta canta. Sulla carta ci sono intenti, senza traduzioni, le traduzioni in legge sono difficili. Ma le carte della storia in Italia sembrano destinate a passare a Bersani, con due incognite: la grande astensione e il movimento di Grillo. La traduzione degli intenti e i rapporti con il movimento di Grillo diventano cruciali per la nuova governabilità altrimenti si ritorna a governare con la destra e con l'innominato Monti.
RispondiEliminaFrancesco,vedremo ciò che succederà ma il governo anche nella prossima legislatura con la destra e con Monti a me sembra molto molto probabile ....
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