"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

domenica 14 ottobre 2012

DUE PAROLE, SINCERE E NON POLITICHESI, SUL RENZI, VIRTUALMENTE VINCENTE







di Giandiego Marigo


Esprimo una posizione personale.

Che potrebbe essere contraddetta domani da una posizione diversa di parte dello stesso "movimento" di cui faccio parte, ma che resterà e resta la mia posizione. Qualsiasi sia la considerazione futura di una eventuale maggioranza di pensiero, ma che spero condivisa dalla "splendida minoranza" di coloro che mi sono vicini.

Non sono mai stato un buon "seguace", tendo ad essere anarchico ed eretico, quindi un pessimo "uomo di rappresentanza", infatti, non a caso, non sono mai stato eletto e mi trovo ancora qui, "felicemente emarginato", nell'area dei movimenti.

Esprimiamo quindi la mia posizione: Questo vantaggio, virtuale, di Renzi è, secondo me, una iattura assoluta ed è anche la manifestazione pratica d'una deriva conservatrice molto profonda e culturale che investe la Pseudo-sinistra.

Egli è un neo-democristiano, della specie peggiore.

La sua apparente "novità" non ha nulla, ma proprio nulla di nuovo è la metafora della "sostituzione emendante" e priva di contenuti reali che sostituisce Motivi e Ragioni.

L'esaltazione dell'emendamento superficiale del "miglior mondo possibile" che prende il sopravvento sull'idea del cambiamento.

La vittoria del "pensiero unico" e della "condivisione culturale" il nuovo che avanza che in nulla differisca dall'antico, anzi ne è rappresentazione in peggio.

Non che le alternative presentate dal PD siano eclatanti e purtroppo questa deriva avverrebbe a prescindere, anche nella improbabile ipotesi di una affermazione del Non-Alternativa Vendoliana.

Però Renzi ne rappresenta la esaltazione, la generalizzazione culturale, il trionfo formale e condiviso. La santificazione, anche popolare di una tendenza alla regresso ed all'arretramento.

Renzi rappresenterebbe la sconfitta, anche formale, di una visione altra, senza nemmeno il filtro di una menzogna, di un'abuso formale dei termini sinistra e popolo.

Ora questa non vuole essere una perorazione pro-bersaniana o in difesa della operazione d'ipocrisia Vendoliana, tutt'altro ma la constatazione di come l'ipotesi Renzi rappresenti la "fine" di un percorso di "condivisione", di un'ipotesi e di una visione.

Ammantata di un mistificato e pericolosissimo concetto di falsa novità. La modernizzazione funesta dell'antica barzelletta del costante "rinnovamento democristiano" che ha portato personaggi come Andreotti a "regnare" per più di quarant'anni.






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